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Latte, Zaia: sosteniamo iniziativa tedesca
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novalatte
Iscritto il: 30/03/2009, 22:49 Messaggi: 215 Località: Oleggio (NO)
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LATTE:COLDIRETTI, DOMENICA A TORINO MUCCHE AL SUPERMERCATO
(AGI) - Roma, 26 giu. - La Coldiretti del Piemonte domenica 28 scendera' in piazza a Torino presso il centro commerciale Snos di corso Mortara n. 24 tra le 10.00 e le 13.00. "Ora la misura e' davvero colma. I nostri allevatori ricevono dalle industrie per il proprio latte acconti in alcuni casi di 25-26 centesimi al litro mentre queste continuano ad importarne almeno la meta' di quello lavorato in Piemonte. Ma cio' che e' deleterio e che il latte straniero viene nazionalizzato al momento della trasformazione. Il consumatore e' beffato due volte. Prima perche' compra per latte nazionale un latte che italiano non e'. Poi perche' le piu' grandi aziende di trasformazione spendono milioni di euro per una pubblicita' che non garantisce il diritto dei consumatori ad essere informati correttamente sull'origine della materia prima". Questa la dichiarazione del presidente e del direttore di Coldiretti Piemonte Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, che aggiungono "vogliamo concludere una trattativa che si protrae da 18 mesi senza alcun risultato concreto. Il nostro obiettivo e' di valorizzare il latte del Piemonte con quelle industrie interessate ad un accordo serio con la parte agricola. E' assurdo che in una Regione dove si producono 8 milioni e mezzo di quintali di latte ne siano importati altrettanti senza rintracciabilita' e senza alcuna indicazione dell'origine." A livello nazionale la Coldiretti ha chiesto al Ministero delle politiche agricole di rendere disponibile al pubblico su sito Internet i dati riguardanti le importazioni di latte e derivati lattiero caseari (soprattutto in riferimento a polveri di latte, concentrato proteico, caseine e cagliate) e rendere note le ditte di destinazione dei prodotti importati. Inoltre ha evidenziato l'esigenza di rafforzare i controlli sulle importazioni dall'estero. In questo contesto si colloca la manifestazione svoltasi al Fre'jus il 4 giugno. Iniziative condivise e portate avanti in piena collaborazione con le associazioni dei consumatori.(AGI)
_________________ _____________________________________________ amare gli animali è una scelta,rispettarli è un obbligo
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27/06/2009, 21:02 |
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Robyvan
Sez. Bovini
Iscritto il: 03/06/2009, 20:51 Messaggi: 2300
Formazione: Laurea
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Gent.mo collega, che la misura fosse colma è da parecchio è una grande realtà. Che ci stanno asfissiando anche. Che il mercato globale del latte in Italia è complice della GDO una verità. Pur plaudendo all'iniziativa della Coldiretti ... in quanto iniziativa, gradirei e parecchio che non fosse un caso isolato. Il problema che spesso abbiamo è quello di una serie di vocii e di manifestazioni più o meno vistose che restano comunque ... isolate. Una sorta di vocio di chiacchericcio... non una grande unica corale che canta la stessa cosa. Sono anche io convinto che l'informazione al consumatore sia l'unica strada ... ma dovrebbe essere sancita per legge e sui caseifici con l'obbligo di diciture chiare. Poi rimangono i problemi dei controlli. Anche sulla carne c'è una filiera controllata, ma il macellaio compera una bestia in Italia ed espone tutto per mostrarlo... poi nel frigo c'è di tutto e da ogni paese del mondo. Quindi cominciare a operare in tal senso non è tempo perso.
_________________ Un Vincente è un sognatore che non si è arreso !
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28/06/2009, 9:56 |
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gp56
Iscritto il: 05/06/2009, 7:11 Messaggi: 45 Località: Termoli
Formazione: formazione universitaria
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A mio avviso per fare un'analisi seria e puntuale bisogna partire da alcuni dati certi: In Italia sono censiti 1.800.000 vacche sparse in 40.000 allevamenti. Si producono 11 milioni di tonnellate di latte che coprono il 60% del consumo nazionale, di questi circa la metà viene utilizzata per la produzione del parmigiano e del grana; se ad essi aggiungiamo tutti gli altri formaggi (ivi compresa la mozzarella) ci rendiamo perfettamente conto che per la produzione del latte alimentare rimane ben poco. Adesso veniamo al punto: Il restante 40% del fabbisogno nazionale viene e deve essere, per forza di cose, importato.....ma in che modo? e per soddisfare quale richiesta ? quello per il latte alimentare o per quello destinato alla trasformazione ? Secondo me l'inghippo è generato proprio sotto tale profilo in quanto avviene l'importazione indiscriminata di latte, latte in polvere, cagliata, siero.... e altro ancora, in pratica viene importato di tutto e di più. Questo significa un'unica cosa: generare confusione. Una confusione che giova ai caseifici che non hanno produzioni controllate tipo DOC, IGP, IGT ....ecc. e che in tal modo possono pubblicizzare l'utilizzo di latte italiano, anche se impiegato con percentuali risibili rispetto alla propria lavorazione. Non troveremo mai nessuno, di questi caseifici, che sia disposto a dichiarare pubblicamente quale e quanto latte utilizza in riferimento alle diverse produzioni. Da ciò nasce l'esigenza di avere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte. Ma siamo veramente sicuri che tutto questo possa servire a tutelare la produzione nazionale ? Sinceramente ritengo proprio di no e spigo subito il perché: personalmente utilizzo ormai da qualche anno latte austriaco che trovo decisamente buono e che compro a € 0,65. Qualcuno provi a spiegarmi perché mai dovrei comprare del latte tedesco solo se viene imbottigliato da un caseificio locale. Oggettivamente non c'è ragione e qualora sullo scaffale del supermercato dovessi trovare latte (certo) di produzione italiana a € 1,40 con latte estero a € 0,65 non esiterei a comprare quest'ultimo. Allora l'etichettatura obbligatoria a cosa serve ? forse solo a distinguere " I ladri " dalle persone serie e capaci. Sicuramente l'etichettatura obbligatoria servirebbe a tutti quei soggetti che per mettere in piedi un sistema del genere avrebbero modo di succhiare ingenti quantità di denaro pubblico, ma agli allevatori cosa rimane ? Riflettete gente, riflettete. Salutoni, Gianni.
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28/06/2009, 13:45 |
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ricky75
Iscritto il: 03/04/2009, 12:29 Messaggi: 1207 Località: grantola (varese)
Formazione: licenza media
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questa volta quoto un pò tutti, in quanto è vero che l'indicazione d'origine potrebbe andare bene, ma è anche vero che alla fine i controlli(quando li si vuol fare) si fanno sempre e solo sulle bolle e sui registri, dunque il modo di aggirare le regole lo si trova sempre(vedi carne bovina). alla fine la soluzione giusta sarebbe sempre quella: non accorciare la filiera con spacci e mercatini(beh chi può farlo ben venga) bensì appropriarci delle realtà che lavorano-commercializzano i nostri prodotti. oppure creare qualcosa che pian piano sia in grado di sostituirsi a queste ditte. non si può certo pensare che possa essere una cosa breve, ma a me ad esempio fanno pena certe cooperative,che tutto sono fuorchè cooperative. cominciamo a lavorare anche in quel senso,e non solo a spaccarci la schiena per produrre sempre di più e sempre di più a basso prezzo
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28/06/2009, 14:32 |
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Robyvan
Sez. Bovini
Iscritto il: 03/06/2009, 20:51 Messaggi: 2300
Formazione: Laurea
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Buonasera cari colleghi... allora io ritengo che il latte Italiano può essere o non essere il migliore. Probabilmente il latte Austriaco a € 0,65 "potrebbe" essere meglio. Ritengo che sia importante comunque saperlo. Quando compero una maglietta su un etichetta c'è scritto "made in ... " io leggo e compero o NON compero in base a quanto io credo. Certamente in un momento così duro con molta gente senza lavoro ed in cassa integrazione ... andrebbe bene anche un latte a 0,40 € proveniente da Taiwan ... ma credo sia fondamentale saperlo. Poi vorrei fare una microdistinzione tra latte e Latte. Il primo è un UHT (uperizzazione ad Alta Temperatura) il famoso latte a lunga conservazione e li visto i trattamenti termici che riceve ... beh consideriamolo caro anche a 0,40 € per quello che beviamo. Poi c'è il Latte che è quello fresco ad alta qualità. Quello scomodo, perchè dura 3 giorni massimo 4. Quello è il Latte. E li ... 1,40 € potrebbe anche starci. Quello che non sta molto bene sono i 0,32 € che Granarolo paga il latte della Lola ... al padrone della Lola. Parmalat poi ... non paga nemmeno la qualità visto che la si deve fare per legge ... e loro pagano 0,30 €. E qui parliamo di circa il 40% del latte consumato in Italia, il 37% per la precisione ... ma il 60% o meglio il 63% va a fare dei formaggi che sono D.O.P. e I.G.P. e magari fatti in Agriturismo e qui che arriviamo alla qualità ed a quanto ci propinano. Ai finanziamenti di vario genere ... e al tracollo del nostro latte. Già perchè siamo in un mercato globale dove un latte di provenienza estone a febbraio, che ha fatto il giro del mondo ha ribassato il prezzo del latte a tutti... un latte pagato da un caseificio a 0,45 ... non ci crede nessuno. Poi sentiamo che questo latte arriva in area mozzarella di bufala (vedi servizio di striscia...), o nelle Puglie ... come in prov. di Cremona ... i controlli DEVONO essere certi e controllati non come la tracciabilità nella carne come afferma giustamente Ricky. L'etichettatura potrebbe risolvere i problemi ... non lo so, ma un po' di chiarezza fooorse aiuterebbe. Il latte d'importazione comunque continuerebbe ad esserci ... magari in modo più chiaro e foooorse non nei formaggi che amiamo siano ancora fatti con il latte della Lola ... poverina ....
_________________ Un Vincente è un sognatore che non si è arreso !
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28/06/2009, 20:49 |
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paolo
Iscritto il: 13/10/2008, 20:03 Messaggi: 1016 Località: dove mi pare
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Credo che per risolvere il tutto sia fondamentale tracciare il comparto in modo totale, e che vengano fatti i controlli sempre e in modo continuo, i controlli però devono essere fatti da personale non concupiscibile per ovvi conflitti di interesse. Ancora vincolare le GDO ad acquistare i prodotti locali (latte carne ecc), qui bisognerebbe mettere dei picchetti inamovibili arrivando anche alla chiusura del centro. Mcdonald in molte nazioni Europee deve acquistare prodotti nazionali per contratto... in Italia forse si e forse no. Tanti consumatori sminuiscono l'importanza che hanno nei confronti del mercato, molti guardano a certe cose (garanzie, paese d'origine, qualità ecc, forse bisogna ricordare a tutti noi che il cattivo cibo uccide e il cibo purtroppo o buono o cattivo bisogna acquistarlo giornalmente) solo quando spendono cifre alte, sono pochi che oggi guardano l'etichetta e questo perchè TANTI troppi hanno interesse, il miglior consumatore per il bayer è il consumatore non in grado di leggere l'etichetta.
Io bevo latte Italiano sicuro me lo mungo cosi risolvo il problema alla fonte/mammella.
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29/06/2009, 0:50 |
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Robyvan
Sez. Bovini
Iscritto il: 03/06/2009, 20:51 Messaggi: 2300
Formazione: Laurea
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Gent.mi colleghi non credo che coercire sia la manovra giusta. Mentre ritengo fondamentale la tracciabilità ma sopratutto il super controllo della tracciabilità. Su coloro che la fanno potrebbe essere interessante fare una commissione includendo allevatori locali, non associazioni sindacali o altro, ma allevatori, che ciclicamente coprano questa carica di controllo. Oltre ovviamente il controllo delle fatture in entrata. Tutta la merce in entrata dall'estero ha necessità di una denuncia presso un organo competente sia per i controlli veterinari che per quelli fiscali... quindi in pura teoria tracciabile. E ovviamente è fondamentale l'informazione ... già informare i consumatori sulle qualità organolettiche dei prodotti Italiani ed i vantaggi della loro freschezza e l' importanza che ha il controllo esercitato dai nostri veterinari e la nostra responsabilità e professionalità nel produrli. Insomma noi ci mettiamo la faccia, il nome e l'indirizzo ... credo che questo "potrebbe" aiutare a fare un po' di chiarezza.
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29/06/2009, 6:59 |
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gp56
Iscritto il: 05/06/2009, 7:11 Messaggi: 45 Località: Termoli
Formazione: formazione universitaria
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In effetti, come temevo, rilevo molta confusione in alcune vostre argomentazioni ma nel contempo noto con piacere che qualcosa si muove in direzione del mio pensiero. In un altro momento proverò a spiegare la mia tesi; adesso cerchiamo di ragionare a mente fredda e con animo sereno: Innanzitutto va precisato che in termini comparativi viene messo a confronto un latte avente (al consumo) le stesse caratteristiche e pertanto mi riferisco a latte fresco prodotto ai confini di casa nostra (Austria) e non certo ad un prodotto UHT proveniente da paesi lontani (parlo di un latte che ha gusto e sapore). La mia ignoranza ritiene che il miglior latte sia quello prodotto da animali al pascolo e sempre per ignoranza ritengo che per le vacche allevate in Austria sia più facile trovare delle buone condizioni di pascolo o se vogliamo l'utilizzo di foraggio fresco. In secondo luogo, ammesso e non concesso, che ci siano controlli certi e che possa essere certificato un latte di sicura provenienza nazionale pensate forse che questo, come per magia, aumenti il valore del vostro latte ? assolutamente no, il valore in termini qualitativi rimane tale mentre la questione dell'enorme divario tra prezzo alla stalla e prezzo al consumo, molto probabilmente, rimarrebbe irrisolta. Ancora un'altra precisazione: Quando in autunno venne riconosciuto, da parte della Commissione Europea, l'aumento della produzione del latte per 600.000 tonnellate, alcuni Studi di settore (Centro Studi di Fieragricola) pronosticarono che ci sarebbe stata una riduzione del prezzo alla stalla da € 0,39 a € 0,33 (puntualmente avvenuta). Dico questo per significare che il latte di provenienza Estone c'entra ben poco con la dinamica dei prezzi; a tal proposito qualcuno sa spiegarmi perché, mentre in Francia (- 0,2%), Germania (- 7,6%), Spagna (- 1,6%) scende il prezzo di latte e formaggi al consumo, solo in Italia (+ 2,8%) aumenta ?. Attendo risposta, saluti Gianni.
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29/06/2009, 9:15 |
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paolo
Iscritto il: 13/10/2008, 20:03 Messaggi: 1016 Località: dove mi pare
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Gp56 per una volta voglio lasciare la parte economica per non rimettere in ballo pensieri esposti da me e altri utenti e cioè le cosi dette responsabilità, non ne parlo per non rifare la caccia alle streghe finendo con i discorsi da bar, evitiamolo. A mio avviso è importante tracciare il comparto per un senso di giustizia nei confronti di milioni di consumatori che ad oggi non hanno il libero arbitro nella scelta. Questo è il passaggio cruciale, ogni persona che spende dei soldi deve poter scegliere LIBERAMENTE latte ecc... italiano o estero.
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29/06/2009, 13:08 |
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gp56
Iscritto il: 05/06/2009, 7:11 Messaggi: 45 Località: Termoli
Formazione: formazione universitaria
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paolo ha scritto: Gp56 per una volta voglio lasciare la parte economica per non rimettere in ballo pensieri esposti da me e altri utenti e cioè le cosi dette responsabilità, non ne parlo per non rifare la caccia alle streghe finendo con i discorsi da bar, evitiamolo. A mio avviso è importante tracciare il comparto per un senso di giustizia nei confronti di milioni di consumatori che ad oggi non hanno il libero arbitro nella scelta. Questo è il passaggio cruciale, ogni persona che spende dei soldi deve poter scegliere LIBERAMENTE latte ecc... italiano o estero. Ben venga la tracciabilità, ben venga l'etichettatura, ben venga tutto ciò che vuoi; ma alla fine all'allevatore cosa rimane ? questa, secondo me, è la domanda principe a cui dare risposta. Ciao, Gianni.
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29/06/2009, 13:31 |
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