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Robyvan
Sez. Bovini
Iscritto il: 03/06/2009, 20:51 Messaggi: 2300
Formazione: Laurea
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Il problema della conservazione dei foraggi, tra cui l'insilato è certamente uno dei tanti problemi che abbiamo in azienda. Ma non dobbiamo, a mio avviso, demonizzare un foraggio tanto utile ed economico, come l'insilato per una sua "eventuale" mal conservazione. Il problema va affrontato non ELIMINANDO il prodotto, ma conservandolo ed eventualmente dosandone il consumo dimensionando le trincee. Cosa fareste se lasciassimo il fieno all'aria aperta e non nei fienili ? e se li raccogliessimo umidi ? e se una volta aperta una rotoballa la lasciassimo all'acqua ... a questo punto visto che svilupperebbero anche loro muffe e tossine eviteremmo di dare alle nostre vacche anche il fieno ? oppure più coerentemente facciamo le cose come devono essere fatte e dimensioniamo fienili e consumi e trattiamo in modo opportuno il nostro foraggio. Se il silomais non ha subito una corretta fermentazione, ed ha sviluppato acidi negativi, il problema non è nell'insilato ma nella sua conservazione. Come l'eventuale sviluppo di muffe e affini in un fieno mal conservato. O in qualsiasi altro alimento. Sulla gestione dell'asciutta, fase a me molto cara, è per me importante fare delle considerazioni sull'utilizzo o meno dell'insilato. Nessuno obbliga di fatto a consumare insilato in quella fase se non vi sono i presupposti. Come spesso ho scritto noi alimentaristi DOBBIAMO cercare di far combinare il massimo del benessere animale alle sue naturali performances al minor costo per l'allevatore e ovviamente asservendo il tutto alla sua comodità. Tutte le operazioni NON comode alla fine non vengono fatte ... o vengono fatte in modo discontinuo e quindi non danno alcun beneficio, anzi il più delle volte inficiano gli sforzi di tutti. Sulle problematiche poi relative al parto e non solo, credo sia decisamente "restrittivo" addossare le responsabilità ad un alimento. Credo che se le miscelazioni dei vari alimenti vengono fatte in modo opportuno, si possono certamente "limitare" molte problematiche nella gestione delle nostre bovine. Alla prossima ...
_________________ Un Vincente è un sognatore che non si è arreso !
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05/03/2011, 15:49 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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correlavo la lunghezza della carriera , non solo ad una alimentazione piu o meno corretta, ma anche al fatto che l'apparato riproduttivo nel momento di maggior sforzo tende a volte a danneggiarsi direttamente correlato alla grandezza del vitello .
avessimo al possibilita di far nascere tutti vitelli al max di 30kg saremo fortunati, 2 volte.
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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05/03/2011, 17:38 |
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Robyvan
Sez. Bovini
Iscritto il: 03/06/2009, 20:51 Messaggi: 2300
Formazione: Laurea
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Certamente carissimo Grinto se il vitello pesa 80-90 Kg. è chiaro che ... "danneggia", e purtroppo "forse" il desiderio di avere vitelli da 30 Kg. ci ha spesso condotto ad usare riproduttori in FA con una facilità al parto molto elevata. Questo comporta anche un maggior restringimento della groppa. E quindi del "canale" di passaggio. Inoltre anche la ricerca della ... "conformazione" morfologica sempre più ... "muscolare" comporta di conseguenza un certo peso del vitello. Questo è un problema certamente e ... l'alimentazione un po' trascurata chiude la porta. Ed in questo scenario ci si sta muovendo. E quindi scusate il mio ritorno al precedente post, ma l' insilato di mais, (ovviamente ben conservato), cosa c'entra ? .
_________________ Un Vincente è un sognatore che non si è arreso !
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05/03/2011, 21:05 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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la scarsa propensione per chi ha razze da carne nelcico chiuso( vacca vitello x intenderci) e' dovuto alla limitato dosaggio nella razione , a volte sotto i 10kg , (in asciutta) per cui se ipotiziamo un consumo di 10 q.li in teoria dovremoa vere circa 100capi e non smepre le stalle sono di queste diemnsioni .
un altro punto a sfavore , e' il costo a uf, che se anche fosse basso sul prodotto tal quale , purtroppo in annate in cui il fieno costa poco , porta la scelta suq uest'ultimo.
caso diverso se vi sia anche l'ingrasso dei vitelli , ma anche in questi caso , a volte per rifinire emglio l'animale , ultimanete nelel aziende vedo che si tende a dare il pastone di spiga mediemanete 3kg in fase dis vezzamento vitello ,e 1kg o nulal in asciutta , per non avere troppe trincee aperte e per avere un consumo di insilato tale da averlo sempre fresco. un punto a favore dell'insilato di masi e' comunque la produzone di uf x ettaro davvero imponente , ma aime' leggermente costoso.. come un po dit empo fa dicevamo (mmm cremona 2009?) forse la frontiera del decennio che e' appena ll'inizio e' quella ditrovare una lternativa valida , poco costoa in termini di fattori di produzione ,e possibile poco "assettata " di acqua
poi son per le cose semplici.. che poi alal lunga si clomplicano sempre da sole
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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05/03/2011, 21:24 |
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Robyvan
Sez. Bovini
Iscritto il: 03/06/2009, 20:51 Messaggi: 2300
Formazione: Laurea
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Scusa Grinto ma ... se dimensioniamo la trincea più piccola ? il peso specifico del mais è "circa" 650-750 Kg/mc basta dimensionare una trincia più piccola no ?
_________________ Un Vincente è un sognatore che non si è arreso !
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05/03/2011, 21:39 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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in efetti si ma quando hai un cosumo di farina di mais di soli 150/200kg al giorno ( comprensivo di ingrasso piu vacche) con l'alimentzione tradizionale , passare a un unifeed con inslato ( che esso sia integrale ,o pastoni) potrebbe avere senso??
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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05/03/2011, 21:42 |
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Robyvan
Sez. Bovini
Iscritto il: 03/06/2009, 20:51 Messaggi: 2300
Formazione: Laurea
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Carissimo Grinto, come ho scritto in qualche post precedente, la "decisione" di fare insilato oppure pastone oppure granella è dipendente dal tipo di dimensione d' allevamento che un allevatore ha. Se uno ha pochi animali è per logica più attratto dalla granella. Contrariamente se un allevatore ha più animali "potrebbe" essere attratto dal pastone o dal silomais. Inoltre c'è anche da fare una grande considerazione sulla razza che alleva, perchè se alleva GRANDI consumatori di sostanza secca tipo Frisone, Charolaise, Blonde e Limousine l'uso di insilati o di pastone rappresenterà una certa fonte di risparmio, se alleva medi e piccoli consumatori tipo Piemontese e BBB la sua decisione sarà più orientata su farine o al limite pastone. Come appunto scritto prima la decisione va indirizzata verso le necessità ed ogni allevatore ha una sua personale necessità. Prova ad immaginare le combinazioni, se ha terra o se non ne ha, se l'ha vicina o lontana, se ha acqua o no se ... è il bello del mio lavoro cercare di trovare questi accomodamenti sentendo gli allevatori ...
_________________ Un Vincente è un sognatore che non si è arreso !
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06/03/2011, 10:04 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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il problema cui sopra e' che il razionamento e' solo uno dei 2 pilastri dell'azienda agricola cerealicola -zootecnica . il secondo e' la rotazione ( oltre che lìorganizzazione della manodopera)
senza scendere troppo nei dettagli , oggi come oggi , o hai acqua corrente da fontanile d apoter irrigare x scorrimento , o mettersi a pompare con motrori da camion da 90/100metri di profondita oltre che frdddissima , a volte e' controproducente , per cui i secondi raccolti ( entro fine maggio li vedrei piu come produzione di fibra lunga affienata.
mantendendo al paoduzione di energia in questo caso mais ( anche orzoin alcuni casi) relegato al primo raccolto sopratutto in seccana o irrigato a pioggia, menttre vedrei molto bene l'erba medica( sia x latte , che x vacca da latte)
quello chemi spingerebbe a usare piu foraggi aziendali , e' che sono rpoduzioni , in cui il ricorso al contoterzismo e' basso/nullo , per cui anche se e' vero che la manodopera ha un costo , e' anhe vero che se mi appoggio a un contorezista , l'eventauale opraio in azienda ce l'avei comunque da pagare..
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06/03/2011, 15:00 |
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Robyvan
Sez. Bovini
Iscritto il: 03/06/2009, 20:51 Messaggi: 2300
Formazione: Laurea
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Torniamo a discutere quindi su una "eventuale" convenienza di una coltivazione rispetto ad un altra. Questo a me sta benissimo. Come ho scritto prima, il problema non è insilato si o insilato no, sta nelle esigenze dell'allevatore se ha o meno convenienza nel cotivarlo e poi nell' usarlo. Questo credo sia fondamentale. Per questo motivo ho scritto in precedenza che è importante inter-agire con l'allevatore per comprendere al massimo le sue esigenze/necessità. Il costo di coltivazione del mail è circa 1.800,00 €uro ad ettaro (prima dei recenti aumenti del petrolio), e la sua resa ? dai 40.000 Kg ai 65.000 Kg. c'è una bella ripartizione dei costi non trovate ? Su questo dobbiamo ragionare ...
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10/03/2011, 17:33 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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si questo e' vero che il mais e' un grandissimo produttore , ma vorrei far notare una cosa , che s eun mais produce "solo" 400q.li ettaro di insilato porti a casa 135q.li di ss son 13 euro al quintale .
che non e' poi un prezzo cosi basso...
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10/03/2011, 21:44 |
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