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Sez. Bovini
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Sinceramente caro Gigi0 non comprendo a fondo il senso del tuo post. Che il comparto lattiero/caseario abbia dei momenti decisamente bassi è una costante di moltissimi post e di altrettanti argomenti. Sulla concorrenza tra noi allevatori/produttori di latte non mi risulti ci sia. Anzi !!!! mai come in questi momenti ho notato una certa "solidarietà" . La concorrenza c'è tra le varie aziende per accapparrarsi il latte e questo non fa certo il "nostro" male. Ad oggi le grandi aziende che ritirano il latte e lo caseificano in formaggi freschi hanno chiuso un prezzo di poco sopra i 0,39 €uro/litro per i primi tre mesi e oltre 0,40 per i prossimi mesi. Questo implica il fatto che anche "loro" sanno che il prezzo è DESTINATO a crescere. Mantre per altre cooperative che fanno Grana Padano il prezzo è già da mesi oltre i 0,42 €uro/litro. Per il Parmigiano Reggiano è tutta un'altra storia. Certo va considerato che usciamo da due anni di prezzi bassissimi, un anno fa ce lo pagavano 0,28 €uro/litro e "recuperare" il perso caso mai si potesse ... è sempre in salitissima. Sicuramente il prezzo del mais è decisamente più alto... mediamente 0,10 €/cent in più al Kg. e questo comporta un aggravio sul costo della razione, la soja più o meno è in linea forse più cara di 0,05 €/cent al Kg. (anche se per tutto l'anno scorso quasi tutti noi produttori avevamo dei contratti ad un prezzo differente dalla borsa), la paglia è aumentata di 0,08 €/cent al Kg. il fieno praticamente invariato e il fieno di medica costa addirittura meno. Quindi facendo i conti della serva rispetto dall'anno scorso i prezzi delle razioni sono aumentati al massimo di 1 €uro. Su una media di 30 litri di latte però introititiamo mediamente 1,5 €uro in più a vacca... ne spediamo 1 in più per alimentarle ci restano sempre 50 €uro/cent a vacca in più. Certo sono conti della serva, fatti in modo semplicistico, ma in questo momento particolare "credo" che sia più che legittimo essere ottimista. Quindi davvero non capisco il tuo pessimismo...

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15/02/2011, 20:49
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Ciao Robyvan !
Essenzialmente il mio non era un termine di paragone tra le realtà vissute negli anni precedenti e quelle con cui attualmente ci ritroviamo indaffarati. Volevo soltanto precisare che il mercato del latte non è affatto facile, e mai come adesso (anche se sicuramente, come accennato da te, ha visto periodi peggiori), se non si opera su grande scala i guadagni sono difficoltosi proprio perchè le produzioni con una certa ristrettezza quantitativa non permettono di giostrare al meglio il prezzo di vendita a chi per esso. I piccoli aumenti a cui hai asserito, facendo opportuni riferimenti economici, influiscono per buona parte sul prezzo unitario del latte. E' vero che in ogni caso non c'è che da aspettarsi prezzi molto più soddisfacenti rispetto a quelli degli anni scorsi, però c'è anche da dire che tutto ciò è stato voluto dai produttori; non è il caso di parlare di "solidarietà" (sempre se non si rientra in un contesto cooperativo) tra aziende che cercano di evadere più latte possibile al più basso prezzo possibile, senza riflettere su quello che è il mercato globale del bene.
Il mio non è pessimismo, è che effettivamente quì nei dintorni le aziende che producono latte lo fanno principalmente per passione (che è indubbiamente la prima e l'ultima cosa per sentirsi pienamente soddisfatti della propria posizione lavorativa) e non perchè convenga più di tanto. Vuoi per tradizione, vuoi perchè c'è chi non sà fare altro, vuoi perchè c'è chi è realmente convinto di poter raggiungere traguardi importanti, ma gli allevamenti da latte che oggigiorno riescono a stare in piedi senza accedere ad un'organizzazione cooperativa sono veramente poche. Ovviamente io mi rifaccio a quella che è la visione del mio territorio, e quindi è evidente che ognuno abbia un tipo di rappresentazione della realtà in base a quelle che sono le circostanze in cui appunto vive.


15/02/2011, 21:27
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Certamente ... "credo" che nessun campo Agro/zootecnico sia facile. Certamente una "gestione" professionale del lavoro è sicuramente una password per non perdere. Sui guadagni ... aspettimo che prima o poi possano tornare, per farci recuperare quanto perso in questi anni. Adesso c'è un po' di orizzonte sereno, sia per il latte che per la carne, anche se gli aumenti della materia prima falcidiano l'eventuale guadagno. Sembra che qualcuno "abbia deciso" quando possiamo guadagnare. Quando stiamo tirando le cuoia ... alza il piede dalla gomma e fa passare un po' d'aria tanto per non farci asfissiare.
Quindi in questo "contesto" chi ha una sua produzione alimentare interna, guadagna qualcosa di più rispetto a chi acquista a libero mercato. Ma questo è così da sempre. Certamente un investimento "imponente" in questa direzione va "valutato", (anche "se" chi può oggi allarga il proprio numero di animali da mungere), per un piccolo investimento, anche se non eccessivamente remunerativo, il momento "potrebbe" essere favorevole. Sulla solidarietà ho usato la frase ... "...una certa solidarietà" e la ... "fretta" di firmare alcuni accordi lo dimostra. Ma rispetto ad altri momenti, e con gli accordi del latte lontani ... una certa solidarietà si nota. C'è anche da ricordare che alcuni "trattati" sono stati sottoscritti più da politici travestiti, e male, da allevatori, più che da allevatori veri. Ed in questo, alcune cooperative gestite da allevatori, hanno detto la loro. Anche se si trattava di cooperative di produzione di Grana Padano e Parmigiano Reggiano il cui prodotto tira da matti sul mercato.

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18/02/2011, 17:45
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Al momento il comprensorio del Parmigiano reggiano è un'isola felice,anche se più o meno lo è sempre stato.
Anche se le latterie sociali la fanno da padrone, ho scelto di vendere il latte, ma di fatto è stata una scelta obbligata.
E' vero che si realizza qualcosa in meno ma il pagamento del latte avviene ogni mese. E per che inizia da zero non è possibile aspettare 18 - 20 mesi prima di ricevere il primo assegno.
Attualmente è un momento d'oro per questo formaggio ed è giusto non perdere l'occasione.
Le persone che avviano un allevamento da latte sono molto poche e non è giusto disincentivarle con del pessismismo.
Visto che anche lui si trova nella mia stessa zona io dico che il momento è giusto per partire. Prezzo del latte alto, quote a prezzi bassi. E' chiaro che non può essere tutto perfetto e roseo ma non è neanche tutto quel dramma.
Per cui ripeto a Superricci di buttarsi e provarci. Se parte con un'aziendina in affitto nel caso non vada bene si può anche "tornare indietro" senza ritrovarsi in mutui esagerati da pagare.
Poi ci sono tecnici nei diversi comparti in grado di dare consigli per fare bene, anche questo forum credo sia un ottimo aiuto,
insomma se c'è una vera passione e voglia di fare è già un buon punto e oggi nel comprensorio del Parmigiano reggiano ci sono concrete possibilità di fare profitto per vivere bene con un'azienda da latte


25/02/2011, 19:38
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Certamente non posso che condividere il post di Daniele. Sono stato mercoledi nella zona del Re dei formaggi ed ho dialogato con un po' di allevvatori che mi hanno dato i vari prezzi delle loro Cooperative. I prezzi vanno da 0,68 a 0,75. Considerando che comunque i costi alimentari per comporre una razione da Parmigiano-Reggiano sono decisamente più elevati e le produzioni un po' più basse, rimane ... "comunque" un buon prezzo. ;)

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26/02/2011, 21:51
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Robyvan ha scritto:
Considerando che comunque i costi alimentari per comporre una razione da Parmigiano-Reggiano sono decisamente più elevati e le produzioni un po' più basse, rimane ... "comunque" un buon prezzo. ;)

consideriamo anche che,(da notizie riportate da allevatori di vacche che si sono trasferiti) la durata delle vacche è mediamente più lunga e ci sono meno difficoltà sanitarie nella loro gestione,fatto dovuto al mancato "lento avvelenamento" del fegato causato dagli insilati,usati a volte in maniera massiccia e poco oculata in altri comprensori.
questo (minore rimonta-minori spese veterinarie-maggior ricavo dalla vendita di vitelli incroci)dovrebbe quasi pareggiare i conti.


27/02/2011, 14:31
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be ricky75 sul fatto chi non usa l'insilato ha mediamente uan carriera piu lunga della vacca , si vede sopratutto nella vacca nutrice da carne

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27/02/2011, 15:58
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Carissimo Ricky quanto da te affermato non è proprio ... precisissimo, almeno su grande scala. Certamente "potrebbe" essere una realtà di "qualche" allevamento. Le maggiori patologie legate ad animali alimentati SENZA insilato, sono abbastanza comuni ad alimentazioni CON insilato. Le patologie con maggiori incidenze, sono legate alle ACIDOSI, alle CHETOSI. In entrambe le alimentazioni abbiamo problematiche legate alle patologie del piede (laminiti e flemmoni), ed all'infertilità. Perchè se la mancanza di insilato "potrebbe" evitare un lento avvelenamento, è altrettanto vero che se non usiamo insilato di mais, (di fatto un mix di amido e fibre), dobbiamo aumentare la granella di mais per avere la medesima energia. In una razione con silomais 20-24 Kg. vengono aggiunti circa 4-5 Kg. di farina di mais. Senza insilato le farine di mais ed orzo salgono sino a 8-9 Kg. Inoltre la mancanza di silomais peggiora la miscelata unifeed permettendo una maggiore demiscelazione della razione da parte delle bovine e quindi oltre alla non conforme alimentazione per le bovine, in modo maggiore per le manze e per le vacche fresche, si ha per questo un incremento delle patologie anzi menzionate. Certamente NON potremo mai e poi mai paragonare l'insilato di mais all'erba fresca, (magari montana), e certamente non possiamo asserire che l'insilato di mais o di graminacee o di medica sia ... tutta salute, ma nemmeno demonizzarli e additarli come le cause di tutti i mali. Ritengo FONDAMENTALE che questi alimenti siano ben fatti, ben conservati e certamente CONTROLLATI SCRUPOLOSAMENTE nella loro somministrazione. Questo per me è di primaria importanza e non vale certamente solo per gli insilati.

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02/03/2011, 23:25
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Carissimo Grinto sulla ... longevità delle vacche-nutrici "credo" che possa essere importantissimo anche il fatto che la vacca nutrice non fa altro nella sua vita che ... fare la mamma. Senza grossi problemi di produzione lattea o carnea od entrambe. Rimane il fatto che la vacca nutrice deve alimentarsi in modo più ... "concentrato" solo per il periodo in cui viene ingravidata. Quindi circa 90-100 giorni. Una volta gravida e trascorsi i primi giorni in cui il vitello è ... "pretenzioso" in latte il resto è puro mantimento.
Inoltre molte aziende che hanno vacche nutrici le alimentano con insilato di mais, (visto il costo), e foraggio. Ed anche loro hanno una vita ritengo pressochè uguale alle altre. Credo sia importante nella longevità di un animale la sua tutela da parte dell'allevatore, l'ambiente dove vive, le varie malattie che possono colpirla e non ultime le "richieste" produttive a cui la sottoponiamo, più che la presenza o meno dell'insilato.

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02/03/2011, 23:38
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il problema insilato evidenzato da me e ricky75 , nasce anche dal fatto come hanno evidenziato molti agronomi , dalle fermentazioni butirriche sul fronte di taglio , e cioe come mlti evidenziano avere un rinnovo di almeno 20cm al giorno d'estate .

un altro problema che nasce inseguito all'uso dell'insilato e di conseguenza del consumo minmo (cosa che nel fieno non c'e') e' l'avere un eccesso di energia e nelle vacche in asciutta( escluso steaming up finale) che con il riscaldamento del fronte di taglio non va molto a genio.

con questo concordo con te che le vacche nutrici trovano il loro abitat naturale , in quelle zone marginali , dove il pascolo e i prati la fanno da pardone , e dove con 3kg di concentrato (e i fieni a basso costo di produzione) hanno la loro vita .
sul fatto che le vacche da cane siano meno stressate, ce da dire che molte volte vengono riformate , in seguito a tagli cesarei o a parti particolaremete impegnativi , con danni alla cercive , cosa che su frisona , e simmenthal , non si vedono cosi frequentemnte.
e non sempre sono derivanti da errori alimentari dell'llevatore ,

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03/03/2011, 8:33
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