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Articolo Francese sulla filiera Italiana 
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Sez. Bovini
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l'ho trovato interessante...
http://www.terragricoles-de-bretagne.co ... D2SUO.html" target="_blank

TRADOTTO IN ITALIANO: (alla meno-peggio)

Studenti e allevatori alla scoperta della filiera Italiana

Aziende di 10.000 capi per ingrassare i vitelloni, vacche che non conoscono i prati… :
Dal 17 al 22 Ottobre, una decina di allevatori e una ventina di studenti del BTS di Nivot hanno scoperto la filiera carne bovina in Italia settentrionale. Impressioni di viaggio.

Allevamenti riproduzione-ingrasso in Piemonte, soprattutto ingrasso in Lombardia ed Emilia Romagna, gruppi di produttori, macelli, centro di ricerche, facoltà agraria di Milano…: in meno di una settimana allevatori e studenti Bretoni hanno scoperto una buona parte della filiera carne bovina in Italia settentrionale, con i suoi punti di forza, fra cui figurano il clima e il mais, una vera pianta miracolosa, con un rendimento di 25-27 t/ha di insilato e 18 t/ha di granella umida.
Ma anche con i suoi vincoli, un’urbanizzazione in espansione e scarsezza di terra che costa da 30.000 a 100.000 ma anche 180.000 €/ha ed è molto frammentata, questo spiega perché non viene utilizzato il pascolo!
“Per il momento l’ambiente e il benessere degli animali non destano molte preoccupazioni”, affermano gli allevatori, pensando a delle fosse per liquame senza muri ne teloni in cui era impossibile pompare o alla densità di animali per m2 in alcune stalle da ingrasso.

Animali corti e larghi

Per una buona parte animali Francesi, gli allevamenti da ingrasso del nord Italia non hanno mancato di impressionare i Bretoni, uno in particolare che raggiunge i 10.000 capi!
Il Presidente di un’associazione di produttori ci ha spiegato che loro cercano animali ben conformati, degli animali corti e larghi quando, da noi, gli schemi di selezione mirano ad animali il più possibile lunghi, indica Raymond Barrè, consigliere carne bovina alla camera dell’agricoltura.

Prodotti contro stagione

Anche se, per il momento, i broutards francesi non sono messi in discussione, la diminuzione della capacità di ingrassamento dell’Italia (1,2 milioni di capi dieci anni fa, 750.000 nel 2009) deve farci pensare.
Per essere ancora presenti domani, dobbiamo lavorare sulla genetica. Ma anche sulle questioni sanitarie, con una migliore tracciabilità sui trattamenti prima dello svezzamento, mette in guardia Raymond Barrè. E a produrre contro stagione: gli Italiani tendono sempre più a non commercializzare gli animali in estate, quando la minore domanda incide sui prezzi. Il consigliere evoca anche la possibilità di un pre-ingrassamento di un centinaio di giorni in Francia.

Abbiamo visto delle produzioni di nicchia con il bue Piemontese di Natale di 4 anni e mezzo e delle produzioni industriali, quale opzione sceglierà l’Italia domani? Il calo dei prezzi della carne non incoraggia gli allevatori a guardare verso la coltivazione del riso, della vite o dell’arboricoltura?
E domani? L’urbanizzazione non andrà ad ostacolare le produzioni agricole? Tutte queste domande, domani, andranno a pesare sul mercato dei broutards Francesi!

[gli studenti si uniscono agli allevatori.
Se ogni anno, gli studenti del BTS produzioni animali di Nivot sono abituati a viaggi all’estero per studiare, è la prima volta che si sono uniti ad un gruppo di allevatori. Un’esperienza molto positiva che ha permesso di porre domande più precise durante le visite, ci ha permesso di capire meglio, di avere una visione più approfondita della filiera Italiana. E la ciliegina sulla torta, la corrente è subito passata fra giovani e meno giovani.]

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L’unico modo per non far conoscere agli altri i propri limiti, è di non oltrepassarli mai.


20/03/2011, 14:17
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E' un analisi corretta del nostro Paese, terra molto frazionata, pascoli inesistenti,e molte stelle allevamento bovini.

Dato che noi Italiani siamo i primi importatori dei broutard ci studiano anche per fare un prodotto adatto a noi,

infatti vogliono migliorare la genetica perchè da noi oramai contano le forme, i bovini devono essere perfetti e culard.


20/03/2011, 14:59
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Sez. Bufali
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I vitelli ,come dice un mio amico mantovano espertissimo davvero nonchè importatore da decenni, devono essere larghi, corti e bassi!!!


20/03/2011, 15:02
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Sez. Bovini
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Anche io credo che le cose scritte non siano dissimili dalla realtà, anche "se" in un ottica prevalentemente commerciale made in France. Certamente la carenza di un bene immenso e primario come la terra ha fatto scattare la molla dell'adattamento alla situazione. Additare come "soluzione alternativa" il "Bue di Natale" è sicuramente iper-fantasiosa e sulle decioni genetiche intraprese ... anche li più che "confrontare" non si può fare, poichè anch'esse sono pura ESPRESSIONE dell'adattamento a delle necessità.
Ma la cosa che mi fa GRIDARE DAL NERVOSO E' "FILIERA INTALIANA" ? Ma non disciamo delle scempiaggini. NON è ASSOLUTAMENTE una FILIERA. La filiera è tutta un'altra cosa. Come ho scritto in un altro TOPIC non abusiamo di questa preziosa parola. Come può essere una filiera "se" importiamo senza controllo da parte della filiera gli animali ? e NON parlo del solo controllo sanitario. Che garanzia possiamo dare alla fine di questa "cosa" che poi è una "parzialissima" filiera.Quindi NON una FILERA. NON dico che non si debbano importare gli animali, ma dobbiamo CONTROLLARE tutto, quindi DOVREMMO convenzionarci con una Coop Francese (ad esempio) e CONTROLLARE dalle "nutrici" ai primi giorni di nascita del vitello. Che garanzia daremmo ai nostri consumatori ?
" da quando li abbiamo importati tre-quattro mesi fa siamo certi della qualità dell'allevamento, dell'alimentazione e della macellazione sino al trasporto in macelleria" e prima ? "... vengono dall'estero e non sappiamo" bella ... filiera. Per cortesia ... usiamo le parole GIUSTE. E per cortesia stiamo ATTENTI a non prestare troppa attenzione a chi in 5 giorni (dal 17 al 22 Ottobre), ha la pretesa di "capire" una metodologia di allevamento in un paese che ha nella tipicizzazione locale la sua forza. Aziende poi visitate con l' università ... :roll: spesso ad anni luce dalla realtà quotidiana. Infatti hanno visto un allevamento di 10.000 capi che non è cosa che si trova ad ogni incrocio e che quindi è per me esterno al tessuto primario dell' allevamento, sia come risultati che soprattutto nelle problematiche. E tutto questo in ... cinque giorni. COMPLIMENTI !!! dall' Italia poi sono tornati ad Hogwarts direttamente ?

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Un Vincente è un sognatore che non si è arreso !


25/03/2011, 10:48
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concordo pienamente con Robyvan!


30/03/2011, 16:04
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http://www.gexplorer.net/notizie/2011/03/parmalatscalata-lactalis-la-procura-di-milano-apre-uninchiesta/


secondo voi come finira?

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Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.


31/03/2011, 16:55
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Sez. Bovini
Sez. Bovini

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Carissimo Grinto ho già espresso il mio pensiero nel Post "Parmalat", mi permetto anche di "spostare" il tuo link nell'altra discussione ...
Alla prossima ...

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31/03/2011, 20:32
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