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Alimentazione razionata o a volontà? 
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carissimo Grinto
effettivamente è un domandone a cui non so rispondere con precisione.
Sicuramente la presenza di ammoniaca è sintomo di un eccesso proteico o di una carenza energetica.
Infatti la demolizione della proteine attraverso la decarbossilazione e la deaminazione produce ammine o chetoacidi e ammoniaca, in ambedue i casi ciò succede per una carenza di energia.
Infatti i cheto-acidi entrano nel metabolismo glucidico, mentre l'ammoniaca viene trasformata a livello epatico in urea in quanto meno tossica e successivamente espulsa con le urine.
Inoltre il valore biologico delle proteine migliora l'efficenza epatica riducendo i processi di transaminazione e conseguentemente la presenza di ammoniaca.
In tutta sostanza è sempre la qualità degli alimenti e il giusto rapporto tra proteine ed energia che determina la produzione di questi sottoprodotti del metabolismo proteico.
In merito a quanto hai affermato sulla emissione di ammoniaca nell'ambiente della tua stalla, non mi meraviglio.
Nel 2000, proprio con Robyvan, ho visitato nel periodo invernale circa 80 aziende distribuite in tutto il terrritorio olandese; ebbene nonostante la presenza costante di un alimento particolarmente ricco di proteine solubili come l'insilato di loietto e con le bovine stabulate su grigliato non ho avvertito in nessun allevamento il disturbo della presenza di emissioni di ammoniaca.
E' vero che le temperature riducevano la pressione di vapore sul liquame sottostante le bovine, ma sicuramente le diete impiegate soddisfavano ampiamente le esigenze energetiche.
Spero che in questo intervento mi venga in aiuto anche Roby.
Adesso mi prendo un caffe, perche ne ho veramentre bisogno.
Piacevole digressione :D :D

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12/12/2010, 17:37
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io non la competenza adatta , per entrare nello specifico , parto da quello che mi hanno insegnato sia a scuola che nella pratica di tutti i gg

io ho una buona esperienza pratica su erba medica, alimento che qui sulle fattrici da carne usiamo verde , per cui salta all'occhio soprattutto in maggio , la presenza di ammoniaca quando si eccede.

tornando all'altro argomento , secondo me , un eccesso di ammoniaca nelle orine , sarebbe anche dovuto a delle intossicazioni da DON ( scarti di essicazione), negli alimenti

presumo che ti sia capitato spesso , che in caso di insilati non perfettamente conservati , uno avverta oltre che un odore butirrico nelle orine , anche un tasso di ammoniaca nell'aria

spesso ho visto che i vasi (amati da robyvan) santoni dei razzionamenti , tendono a buttarla sul dosaggio da farmacista , del razionamento , mentre pochi si preoccupano , o se quando lo fanno lo fanno x un preciso scopo di lucro, sul benessere sopratutto di fegato , reni e prewstomaci in genere.

tornando al discorso , do ragione ad aldo quando dice , che in taluni casi , non e' male razionare ( in difetto) alcuni animali , lasciando a libitum il fieno /paglia , e' un po come salire una collian con un rimorchio carico , scali fionche ce la fai...

se hai un 100 cv scali di piu , se hai un 250cv farai piu in fretta..

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12/12/2010, 18:49
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arborea ha scritto:
carissimo Grinto
effettivamente è un domandone a cui non so rispondere con precisione.
Sicuramente la presenza di ammoniaca è sintomo di un eccesso proteico o di una carenza energetica.
Infatti la demolizione della proteine attraverso la decarbossilazione e la deaminazione produce ammine o chetoacidi e ammoniaca, in ambedue i casi ciò succede per una carenza di energia.
Infatti i cheto-acidi entrano nel metabolismo glucidico, mentre l'ammoniaca viene trasformata a livello epatico in urea in quanto meno tossica e successivamente espulsa con le urine.
Inoltre il valore biologico delle proteine migliora l'efficenza epatica riducendo i processi di transaminazione e conseguentemente la presenza di ammoniaca.
In tutta sostanza è sempre la qualità degli alimenti e il giusto rapporto tra proteine ed energia che determina la produzione di questi sottoprodotti del metabolismo proteico.
In merito a quanto hai affermato sulla emissione di ammoniaca nell'ambiente della tua stalla, non mi meraviglio.
Nel 2000, proprio con Robyvan, ho visitato nel periodo invernale circa 80 aziende distribuite in tutto il terrritorio olandese; ebbene nonostante la presenza costante di un alimento particolarmente ricco di proteine solubili come l'insilato di loietto e con le bovine stabulate su grigliato non ho avvertito in nessun allevamento il disturbo della presenza di emissioni di ammoniaca.
E' vero che le temperature riducevano la pressione di vapore sul liquame sottostante le bovine, ma sicuramente le diete impiegate soddisfavano ampiamente le esigenze energetiche.
Spero che in questo intervento mi venga in aiuto anche Roby.
Adesso mi prendo un caffe, perche ne ho veramentre bisogno.
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Ciao Arborea
ma se volessi valutare l'efficienza digestiva dei miei animali, analizzando feci e /o urine, dovrei vedere la quantita di urea presente? quali sarebbero i valori ottimali per vitelli in accrescimento/ingrasso?
Grazie assa' :)


15/12/2010, 22:21
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ilmagone ha scritto:

ho stimato che nella mia azienda, un bovino, dallo svezzamento al finissaggio, consumi non meno di 3000kg di concentrati in circa 16 mesi.

ma,in 16 mesi mi sembrano tanti,sono più di 6 kg al giorno.
allora se intendi dalla nascita, i primi 6-7 mesi sai cosa possono mangiare,se invece fai un ciclo di ingrasso della durata di 16 mesi c'è qualcosa che non va.
in merito al tuo messaggio,non so se effettivamente spendo meno o di più,però alimentando a volontà le femmine avrebbero la tendenza a finirsi molto prima,mentre io le tengo "lunghe" e gli faccio prima fare un bel telaio,per poi finirle in un paio di mesi a volontà.
in questa maniera,ho delle vitelle che hanno qualche mese in più alla macellazione (diciamo 18-22 mesi),e così una carne più sostanziosa e poi ho dei pesi in carcassa da 330 a 380-390 kg.
chiaramente bisogna anche scegliere gli animali,se uno vuole le "bamboline",corte e ben formate,difficilmente faranno quei pesi;
io preferisco magari delle vitelle meno sborde ma già lunghe da piccole.


15/12/2010, 23:52
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mpm e' fuori media 30q.li x bovino di mangime.. in 16 mesi , non saranno 30 , ma 25 q.li tutti

nei primi mesi mangiano quasi 1,4 kg x q.le di pv fino a 300kg poi calano un po

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16/12/2010, 8:40
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il mio grinto sara' sui duecento kg ma razionando il mangime ne mangia 3.3 al gg in due pasti, se dovessi metterlo a volonta ne mangerebbe una cifra.


16/12/2010, 8:56
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fore un po i primi gg , poi si stabilizzera , perche uando l'animale sa che il amngime ce ne a volonta ne mangera solo qaundo ha un po di fame ,e stara sazio piu a lungo , arrivera sui 3,5kg per poi aumentareman mano che aumenta di dimensioni ma nn supererea mai i 7kg

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16/12/2010, 9:04
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grinto macellandolo a 16 mesi può mangiarne anche 8-10 kg al gg di media, pero penso dipenda anche dalla composizione del mangime e dalla genetica dell'animale...

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L’unico modo per non far conoscere agli altri i propri limiti, è di non oltrepassarli mai.


16/12/2010, 14:35
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dei charolle incrociati con i montbeilard probabilemnte si..

ma se prendi dei garronesi o dei piemontesi quandoa rrivano a 600/650 si chiudono un po di stomaco..

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16/12/2010, 17:01
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carissimo "il magone",
scusa il ritardo per le risposte ai tuoi quesiti, ma ho avuto serie difficoltà in azienda e non ho potuto dedicare neanche un minuto a questa eccezzionale opportunità di condividere e accrescere le proprie competenze.
In merito al quesito relativo all'efficenza deigestiva possono essere presi in considerazione due diversi aspetti: il primo relativo all'efficenza del rumine ed il secondo in subordine ma comunque intimamente legato alle proporzioni dei diversi nutrienti, relativo all'efficenza di questi e pertanto della escrezione di metaboliti di scarto del metabilismo proteico ( NH3+, urea etc).
Il primo criterio di valutazione della regolare attività ruminale o anche di conferma di aspetti negativi delle performance produttive risulta essere la valutazione oggettiva delle feci con l'ausilio del "digestometro".
Questo strumento, che altro non è che un crivello a due livelli, permette di separare con il dilavamento la frazione solida del defecato, e quindi di poter valutare l'efficenza del rumine attraverso l'osservazione delle due diverse frazioni separate.
Possiamo valutare la consistenza e la tessitura delle feci, la quantità dei residui fibrosi e dei grani dei cereali (cariossidi indigerite e farine troppo grossolane), residui tissutali di sfaldamento del tratto finale dell'apparato intestinale, melena (sangue digerito).
L'osservazione di questi aspetti congiuntamente ad una analisi "particle size" della razione permette di valutare la dieta e l'equilibrio fra le frazioni fibrose e i concentrati.
Per quanto riguarda l'escrezione dei metaboliti azotati,dal 50% all' 80% dell' N ingerito, occorre considerare che attraverso le feci vengono espulsi: azoto organico (metabolico e fecale, endogeno e microbico, ed alimentare, mentre nelle urine viene escreta l'urea.
La determinazione della concentrazione può essere fatta impiegando appositi rilevatori a stick da immergersi nelle urine o delle sospensioni acquose di feci.
La quantità delle escrezioni azotate ha una variazione intraspecifica e interspecifica.
Nel vitello da latte circa il 50% dell'azoto ingerito viene espulso attraverso le feci e l'urina, nelle vacche si arriva al 70% e nei vitelloni al 80% come risulta da una ricerca condotta nel Veneto (fonte Xiccato et altri 2005).
La variabilità risulta correlata statisticamente al sistema alimentare e alla concentrazione proteica della dieta, infatti, nei sistemi Unifeed si tende ad avere una minore efficenza dell'azoto ingerito con un aumento delle perdite, mentre nei sistemi alimentari caratterizzati dalla proposta separata degli alimenti, si osserva una riduzione delle perdite di azoto attraverso le feci (Frank et altri 2002- Doumand e Joundreville 2007-Chase et altri 2009)
Ebbene si!! il sistema unifeed per quanto economico ed ottimizzante del delicato complesso ruminale (ph ruminale,costanza quali-quantitativa degli infusori) manifesta alcune falle.
Pertando, come già ripetuto in altri post, l'efficenza del nutriente proteico deve essere valutata attentamente attraverso la giusta stima del suo apporto (analisi dell'alimento e dell'unifeed), e per quanto riguarda il quesito specifico attraverso la determinazione delle concentrazioni di urea nelle urine o nel latte.
I parametri di riferimento max possono essere quelli accennati per le diverse categorie, chiaramente occorre effettuare il bilancio input e output dell'N.

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16/12/2010, 19:29
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