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alimentazione bovini da carne e da latte 
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ciao grinto adesso i puristi mi linceranno
io qualche anno fa ho trinciato il doppio mais di quello che mi serviva, per non dover trebbiare solo poche pertiche. siccome poi ne uso poco e d'estate scaldava, l'ho richiuso,riaperto l'autunno e dopo averne buttato via un pò suldavanti l'ho usato tutto l'inverno


09/08/2009, 21:51
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ma qui i margari che vanno all'alpeggio ( io lo chiamerei almeglio ...)chiudono gli insilati a maggio , e all'autunno ne buttano via un fronte di un metro e poi ricomincianoa settembre..

per quello che chiedevo..

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Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.


10/08/2009, 8:21
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con il mais a 15-16 mesi ci arrivi tutti gli anni, se consideri che lo fai in agosto e lo finisci a novembre dicembre.
in realtà credo che arrivare a 20 mesi non sia un problema, sempre in condizioni ottimali di prodotto e copertura....
comunque potresti fare insilato su terreni che temono il secco con un mais precoce, è pronto all'uso in fine settembre-ottobre e vai fino a maggio quando cominci col fresco...
semplice ed economico, sempre nei limiti del possibile....
D'inverno non ci sono grossi problemi con l'insilato, la regola per farlo bene è avere un trattore che pesti continuamente, tutto il giorno, possibilmente farlo e finirlo in giornata.
Se riesco lo copro e ci metto i pesi attorno entro sera, e il giorno dopo tutti i 1200 sacchi sopra.
Il mio silomais così fatto risulta più appetibile del mangime, anche per i vitelli di pochi giorni.
Se è possibile è meglio evitare chiusure e riaperture della trincea, qualcuno lo fa per mettere sopra le polpe surpressate, un buon prodotto se costa poco.
io ne mettevo un bel metro, metro e mezzo sopra l'insilato di mais nella trincea, fa da peso e teme poco le piccole infiltrazioni di aria.
ora la raccolta delle bietole inizia tardi e non mi portano le polpe prima di ottobre, troppo tardi, la mia tricea è sigillata da due mesi almeno....
ciao

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10/08/2009, 13:49
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Caro Ricky non c'è da stupirsi di quanto hai fatto, e riguardo ai puristi ... se qualcosa che fai alla fine è andato bene, è tutto comunque in discussione ... no ? ;) Il problema dell'apertura delle tricee è solo legata al problema dell'arieggiamento, che di fatto fa ripartire le fermentazioni. Per quel motivo correttamente Dondavi consiglia di farlo e chiuderlo in giornata. Le fermentazioni di fatto consumano energia ed ossigeno, quindi una volta ri-chiuso e terminata la fermentazione, quindi l'ossigeno incamerato, il prodotto ritorna ad essere come l'hai insilato. Per moltissimi motivi, sia economici che qualitativi, sarebbe opportuno consumare le scorte entro un massimo di 15-18 mesi. Ma ho sentito di allevatori che hanno consumato silomais dopo moltissimo tempo senza enormi problemi. Sarebbe comunque certamente meglio evitare . Sul paragone silomais/mangime commerciale beh ... sapete tutti come la penso. Complimenti Dondavi. ;)

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10/08/2009, 22:13
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cosa mi dite di bello (o di brutto) delle buccette di pomodoro?
se avete dei dati vi ringrazio se me li fornite.
un collega mi diceva che vuole metterle sopra il silomais, uno strato di 60-70cm.
mi sembra siano interessanti come proteina, sbaglio?
ciao

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11/08/2009, 0:18
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Sulle buccette di pomodoro ho qualche esperienza indiretta, nel senso che le ha utilizzatate qualche amico/collega. C'era anche un collega/amlimentarista che le promuoveva come alimento per le bovine. Sul cappello del silomais sono state fatte parecchie esperienze, dal marcomele, (dove si reperisce il prodotto), addirittura in Israele molti anni fa ho visto mettere la parte limosa del liquame. Sulle buccette di pomodoro utilizzate in tal senso posso solo dire state molto ma molto attenti ai chiodi. Già perchè parecchi chiodi o residui di altra natura vanno spesso a finire li dentro. Sulla proteina ... ho spesso espresso il mio parere che non è importante "solo" il volume, ma la qualità della stessa.

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11/08/2009, 8:58
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purtroppo non ho potuto studiare alimentazione bovina, mi dispiace parecchio, una idea mia però me la sono fatta, teorica, ma ce l'ho.
secondo me è importante sia la quantità che la qualità, nel senso che se è vero che la soya contiene degli aminoacidi che le altre fonti proteiche non contengono, è anche vero che costa un occhio, di conseguanza forse la cosa migliore è ridurre l'apporto di fe di soya, sostituendo parte di proteina con altre forme proteiche, foraggio o concentrato che sia.
sbaglio?

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11/08/2009, 9:34
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Caro Dondavi, mi permetto di ricordarti che, anche, se non hai avuto "la fortuna" distudiare alimentazione animale ... sei sempre in tempo a farlo, e credimi è un'ottima arma di difesa contro chi vuole costantemente prenderci per il .... ho sentito più cose corrette, e sopratutto sagge e logiche, da parte di allevatori che con la buona volontà, chiedendo e leggendo e sopratutto con la loro esperienza diretta, che dalla bocca di saccenti santoni ... quindi caro collega, coraggio, come diceva una vecchissima trasmissione "non è mai troppo tardi". Passo a darti una risposta "cercando" di essere chiaro. La proteina come noi la leggiamo sui cartellini è determinata dall'azoto x 6,25. Quindi tutto ciò che ha azoto è considerato per i cartellini "proteina". Per assurdo l 'urea con cui concimiamo i campi è proteina e quindi "potrebbe" essere contata come tale. Fortunatamente, la legislazione ha messo dei freni a questo, obbligando i fornitori di mangime a specificare quanto azoto non proteico mettono nel mangime,(superiore all' 1%), chiedendo di specificare chiaramente, anche quanto di quell'azoto compone la proteina dichiarata. Per il resto delle vere proteine, c'è la componente delle stesse. Fortunatamente, per noi bovinisti, le nostre fantastiche creature riescono a "costruire" gli aminoacidi che noi non gli forniamo, cosa che i non fanno. Quindi la componente della proteina non è poi così determinante come ad esempio nei suini. Per contro però cioè da considerarla comunque, poiché determinati aminoacidi "potrebbero" risultare deficitari, rendendo così inusufruibili anche gli altri. Un ultima cosa, che è comunque fondamentale da considerare, è certamente il tempo in cui qusti elementi "fermentano" nel rumine. E questo e concorre nella corretta formulazione della dieta, che credetemi, se fatta con scrupolo e coscienza non è sommare e dividere e controllare il costo finale... Posso comunque invitarvi a fare una conto, puramente economico. Prendete il costo del prodotto in questione, e dividetelo per il suo componente proteico, ad esempio la soja fe costa € 0,353 al kg, lo divido per 440 (grammi di proteina per kg.) ed otterrò € 0,00080227 che è il costo per ogni singolo grammo di proteina, è il famoso costo per punto proteico. Se quindi dovrò paragonare due prodotti differenti soja fe e girasole fe lo farò “controllando” la reale differenza “puramente economica” tra gli stessi. Appurato questo … entra in gioco l’alimentarista con le sue alchimistiche e cinematiche composizioni … come sempre sono a vostra completa disposizione con il grande piacere di esserlo … alla prossima

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11/08/2009, 12:17
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Grazie roby, sei un grande


12/08/2009, 22:11
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Grazie a tutti voi cari colleghi è davvero un piacere esservi d'aiuto, e professionalmente parlando, è molto piacevole sapere di essere d'aiuto, il vostro apprezzamento per alcuni miei interventi mi riempie di buonumore e di soddisfazione professionale, quindi davvero grazie a voi ...

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13/08/2009, 15:17
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