Robyvan ha scritto:Ciao Giacomo, grazie per i complimenti che sono certamente graditi da tutto il forum, tra noi c'è molta molta passione ma è grazie a voi che il forum è interessante e piacevole. Quindi a questo punto il grazie lo faccio a te ... per partecipare e per dare a me ed agli altri la possibilità di essere d'aiuto e di confrontarci, permettendo così di crescere.
Fatta questa mielosa premessa ...
ti dico che negli intenti la rotazione del mais con il Ladino è buona ma ahimè impraticabile, in quanto sia il mais che il Ladino hanno il loro sviluppo in estate quindi non sono ... rotabili.
. Per abbassare il livello della soja, potrebbe essere un'idea la medica, ma ahimè è una pianta che ha rotazioni quinquennali, oppure con una certa dose di rischio ipotizzare una rotazione invernale con la Fava che potresti raccogliere a giugno e con un extra lavoro di preparazione del terreno ed un mais a maturazione precoce, potresti raccoglierlo tra la fine settembre ed i primi di ottobre. Ma è un grande rischio soprattutto se vivi nel nord Italia.Inoltre c'è da fare parecchi conti, non so quanto costi coltivare le fave ... ma so che coltivare il mais è molto caro e se non fai un buon raccolto il gioco non vale la candela. Alla fine potrebbe essere meglio rivolgersi al mercato e comperare "altri" proteici meno cari per limitare il costo riducendo la quantità della soja, anche se spesso non è così conveniente. Una rotazione tra Loiessa fieno e Mais è comunque la più praticata e probabilmente la più ... economica.
Fammi sapere per qualsiasi cosa ... a tua disposizione
Gentilissimo,
provo a spiegarti meglio così che tu possa discutere ogni mia eventuale considerazione a-scientifica o irrazionale. In primis ti chiederei di spiegarmi la differenza tra i due autoalimentatori che dicevi perché, vedi, non tutto all’università viene spiegato. Rispetto all’azienda, che non è una fantasia ma un progetto che realmente sta andando in porto, penso che in una realtà di montagna, nel cui bilancio sono previsti altri input (suini, mele, confetture, farina per polenta e, in un secondo futuro, una realtà ricettiva ove far gustare tutto ciò), debba far fronte alla necessità di essere il più possibile indipendente dall’esterno e il più possibile capace di sfruttare in toto quanto ho. L’uscita sul ladino è mal detta: non intendevo una rotazione così ma bensì intendevo la possibilità (avendo terreni o potendone acquistare o affittare di altri a poco prezzo) di coltivare contemporaneamente mais, curare i prati-pascoli, seminare e falciare una leguminosa (il ladino è un esempio). In azienda è previsto un fienile a celle per fienagione a due tempi caricato con l’autocaricante un po’ sul modello Alto Adige, zona in cui son stato in visita di più aziende. LA mia idea, che ti chiedo eventualmente di contraddire, è quella di fornire alle vacche fieno di stabile, il pascolo razionato, un fieno di leguminosa, ed una modesta integrazione di granella di mais e integratore vitaminico ben bilanciato. Nell’ottica di un’azienda che punta ad essere ben gestibile e razionale e ben dimensionata rispetto alle risorse presenti, vorrei capire se è evitabile vedere due o tre volte all’anno il camion del mangimificio inerpicarsi per la valle e riempirmi il silo di farina di soia o quant’altro. Se quanto prevedo mi porta a non fare 20 lt/capo (come ho visto fare in Trentino secondo un’alimentazione come quella che mi hai proposto) ma 12, o 13 o 14 lt, io potrei anche pensarci. Mi occorre sapere quanto potrei fare con quanto ho pensato. Per il mais: seminerei una mais da polenta autoctono che produce, senza troppi fabbisogni, 35-40 q.li/ha. E se ne seminassi anche per far granella e darla alle vacche? Lì la terra costa poco e sono in molti che la affitterebbero. Non sono un integralista e non ho niente contro le diete calibrate al grammo, ma credo che forse nel mio contesto non sia la chiave giusta. Cosa ne pensi?
Ti ringrazio moltissimo