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alimentazione bovina 
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io utilizzo il sistema a catena contnua,
si tratta del ssitema utilizzato nei maiali e fnge tramite dei dischetti di plasticafusi nelle maglie delal catena , che scorre dentro dei tubi da sotto il silos a monte delle calate che fungono da riserva di 5 6 kg x ogni postazione..

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23/04/2010, 20:12
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Robyvan ha scritto:
Wow interventone ! Complimenti ... allora scusa per la mia errata interpretazione della rotazione. Per il resto ... andiamo con ordine sull'auto sufficienza aziendale è certamente un ottima cosa ed un traguardo a cui puntare tutti siano dislocate le aziende in monte o al piano. Condivido in pieno. ;) . Sugli auto-alimentatori cerco di spiegarmi meglio, dalla postazione sino al silos dove è stoccato il mangime c' è un tubo ed al suo interno una vite senza fine (coclea o molla) che serve a trasportare il mangime dal silos dentro al tubo sino alla postazione dell'autoalimentatore. Or bene se questa molla o coclea non permette data la sua forma o la sua rotazione di trasportare il mangime in farina sei obbligato ad acquistare il mangime in pellet che invece certamente è più facilmente trasportabile vista la sua forma fisica. Un altro sistema è detto a "Calata" non è molto dissimile dal precedente ma scarica il mangime farina o pellet sin nella posta dove l'animale mangia. Questi più moderni certamente portano anche il mangime in farina. Sulle possibilità colturali devi secondo me chiedere agli agricoltori locali cosa meglio cresce ed in che periodo devi seminare e raccogliere non conosco la realtà della tua zona che mi sembra di intendere essere in montagna e nemmeno troppo in basso. Per quanto mi scrivi ed interpreto credo che tu debba sfruttare al massimo il pascolo durante il periodo estivo. Ti consiglierei un prato polifita stabile da sfalciare in primavera e lasciare poi pascolare in estate. Il fieno raccolto le sfamerà in inverno e contribuirà a farlo anche in estate poco prima di uscire la mattina e la sera al loro rientro in cascina. La produzione è una conseguenza ... faranno certamente un ottima figura. Sulla semina del mais per farne farina per le bovine ottima idea, abbina come ti ho scritto anche fave o favino ed un po' di crusca ed avrai un ottimo mangime aziendale "controllato". Per condire il tutto curerei molto l'aspetto del tampone ( bicarbonato-Carbonato ecc) un po' meno le vitamine durante il periodo estivo, con tutta l'erba che mangeranno credo siano una spesa superflua. Mentre in inverno ... le metterei. ed infine "provo a spiegarti meglio così che tu possa discutere ogni mia eventuale considerazione a-scientifica o irrazionale" come più e più volte detto NON ESISTONO DOMANDE STUPIDE MA ESISTONO PURTROPPO TROPPE RISPOSTE STUPIDE ! Chiedi senza alcuna vergogna la mia speranza sarà solo quella di essere all'altezza della tua domanda ... e di non vergognarmi io per la risposta data. ;) A presto e sempre a disposizione !


Ciao Robyvan,
premesso che mi fa strano chiamar qualcuno così, immagino tu ti chiami Roberto, anche mio papà sia chiamava così, va beh. Incipit: grazie. D'ora in poi ritienilo sottinteso perchè è quello che domina in me, una profonda gratitudine. Allora: per l'autoalimentatore è chiaro, ed ho capito essere un aspetto tecnico che, al momento della realizzazione della stalla, si farà. Chiederti dei terreni e del regime alimentare è per capire, visto che sono in una fase di trattative, quanta terra occorre oltre all'esistente. Calcola che ora ci sono 12 ha di prato-pascolo e, come paesaggio, immagina proprio la montagna, con i prati permanenti, i boschi di faggio e di abete, terreni spesso (ma non sempre) ripidi, montagne che arrivano sino a 2500 metri. Ora, in linea d'aria siamo a 30 km dalla pianura, nella fascia prealpina, indi non immaginarti i 900 metri dell'alto Adige, ma quelli di un posto dove la sera fa fresco ma di giorno, in estate, capita vi siano trenta gradi. Agli agricoltori non posso chieder nulla in merito a quanto ti ho chiesto, nel senso che di coltivazioni non ce ne sono. Quello è un posto dove ci sono (o c'erano) stallette con 10-15 vacche e tre suini, dove d'estate si mettevano insieme i capi e si portavano (e qualcuno ancora lo fa) in alpeggio. Di coltivazioni non ce ne sono, se non dietro il collinotto che ho davanti a casa dove c'è un paese in cui si coltiva quel mais autoctono. La gente aveva gli orti, coltivava forse delle patate e, in anni duri, qualche pertica di frumento (ad esempio nel posto in cui sono c'è un forno che avrà un secolo, e questo dice del fatto che il pane lo si faceva, in più ci son dei punti fra i terreni dove si intravedono dei muri di contegno, come a creare dei pianori nei punti migliori e, l'attuale proprietario, ci ha detto che servivano per coltivare del grano). Il modello insomma è quello della montagna, con vacche, prati e pascolo, niente più. Per la parte proteica della razione ti chiedo di esprimerti meglio sull’idea di una foraggera leguminosa. Nella zona attorno al paese, dove ci sono zone piane, pensavo infatti a rompere gli attuali prati permanenti (avranno forse decine e decine d’anni di vita) e coltivare un trifoglio. La fava o il favino qui non sanno neanche cosa siano e l’amministrazione (già si è espressa al riguardo) è molto sensibile a custodire l’attuale “paesaggio” agricolo, e devo tener conto anche di questo. Quanto fieno di leguminosa dovrei prevedere, e quindi quanta terra? Ha senso secondo te foraggiare le vacche in due battute, una col fieno da prato stabile ed una col fieno da leguminosa? Può servire? In più come tu dici da primavera all’autunno per metà della giornate le Grigie sarebbero ovviamente al pascolo. Poi, mi sarei aspettato critiche sul mais: non so se hai capito, ma io intendevo dare lo stesso mais da polenta (è un mais rosso, vitreo, tipo farina di Storo, non so se la conosci) alle vacche. Questo perché ha poche esigenze (in termini di acqua trattamenti) e, nei confronti della comunità locale, potrei giustificare la semina del mais con la sua identità autoctona, e non è effettivamente una falsità. Per dirti, immaginando: dare 1,5 Kg/giorno di granella di quel mais cosa porta? Tieni conto, pensando ad una resa dell’80% dopo l’essiccamento, avrei 28 q.li di granella da 1 ha, indi pensando 1,5 kg/giorno/capo, avrei bisogno di 30 kg al giorno di granella per 20 vacche in mungitura, e quindi 10950 kg/anno, e quindi circa 4 ha di mais. Cosa ne pensi? Ricapitolando: 4 ha di mais di quel tipo, più quanti ettari per fare del foraggio da leguminosa? Quindi, con 1,5 kg di granella di mais, il fieno da permanente, il fieno da leguminosa, l’eventuale crusca da acquistare dall’esterno, il pascolo ben gestito, cosa potrei fare? Cosa ne pensi? Insomma, con questo sistema ipotizzo che, oltre agli attuali 12 ha, dovrei cercare in zona lavorabile circa una decina di altri ettari, può essere?
Perdona la lunghezza, ma ho cercato di dirti con precisione tutto quanto ho in testa, così da esserti il più d’aiuto possibile nel dire la tua. Ti ringrazio.
Giacomo


24/04/2010, 15:11
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... eccomi qua. Mi chiamo Roberto molto piacere e puoi tranquillamente chiamarmi così se preferisci. Allora il tuo è un grande intervento e ... molto vasto. Comincio dal fondo, è vero non ho criticato l'utilizzo della farina di mais che hai denominato "Polenta". Ho equivocato con il termine, spesso nel Veneto la terminologia "Mais da Polenta" per indicare la farina di mais macinata finemente. La "farina da polenta" da te descritta NON va assolutamnte bene per l'alimentazione delle tue Grige. La parte vitrea non è esattamente digeribile. La vacca digerisce decisamente meglio la parte farinosa, quindi un altro tipo di mais, meglio "sarebbe" quello bianco. Il mio consiglio di chiedere agli agricoltori locali era per farti indicare le migliori essenze foraggere per quell' habitat. Puoi comprendere che nonostante il mio impegno e la mia buona volontà difficilmente potrei consigliarti una o più essenze foraggere per quel tipo di pascolo e per quel tipo di legislazione. Ipotizzo un miscuglio di varie essenze... ma nulla più. Cancella pure l' idea fava o favino ... e cerca di analizzare il prodotto ultra decennale che c'è ... potrebbe essere attualissimo. Magari la dove la cotica erbosa è rada puoi riseminare dei trifogli alessandrino, violetto, subterraneo ... ce ne sono tantissimi. Ma opterei, personalmente, per un lavoro poliennale più che un lavoro da ripetere annualmente. Sulla quantità di terra necessaria io ipotizzerei un 5.000 metri/quadri a capo per il pascolo e per il primo sfalcio di fieno. Per il resto se fai il conto che una bovina mangia circa 6 di Kg. di fieno al giorno mediamente lungo l'anno (estate/inverno) includendo anche l'asciutta (quindi circa 2500 Kg/anno). Come mangime ne consuma mediamente 2800 Kg. l'anno, le percentuali che lo potrebbero comporre mi sembra di avertele consigliate prima.
Buon allevamento Giacomo e ... chiedi pure senza problema siamo tutti qui per condividere le nostre idee ed esperienze.

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24/04/2010, 16:53
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e' un po che ho un idea che mi frulla x la testa , come dice il giacobazzi noi uomini abbaimo 2 neuroni , di cui uno stasempre nascosto..., soprattuoo in previsione di una revisione del sistema di razionamento sulle fattrici..

non per strvolgerte le carte in tavola, ma a questo punto perche nn lasiare il mais vitero da polenta, per il suo uso naturale , e non puntare sul sorgo da granella, che di suo ha una % di proteina leggemente piu alta? e opratutto non si incorrerebbe in uan alimentazione GM?

e optare per sostituire l'orzo con una pari quantita di triticale , e optare se nel terreno ci fosse una discreta quantita di calcio , su un bel medicaio? magari intergrato con dei piselli tostati (per aumentarne la digeribilita'?)

se mancasse un po di energia qualcosa da dargli x integrare si trova..

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24/04/2010, 18:58
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Gentilissimo Grinto, da un po' di tempo ci sono delle ... "valutazioni" del tuo pensiero, soprattutto per la più bassa quantità di acqua che necessita al Sorgo in confronto al più noto mais . Dapprima la quantità di fattori antinutrizionali e disapettibilizzanti limitava l'uso del Sorgo, oggi esistono cultivar ormai "quasi" esenti da queste limitazioni. Certo il mais vitreo sarebbe comunque da NON usare. Se il paragone lo facciamo tra mais vitreo e sorgo beh ... non c'è storia ! Ma se usiamo un mais "normale" beh la differenza c'è e non è poca.

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02/05/2010, 20:45
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grazie roby per le valutazioni sempre utili.

la mia valutazion piu che dalla scelta del mias vitreo /sorgo da granella(nel caso di alimentazione asciutta) o del mais ibrido commerciale (sia come insilato oppure pastoneoppure farina ) e la scelta di spostare le colture da orzo a triticale da granella e /o medica

sono sulla disponibilita di acqua di irrifgazione, cosa che ho dovuto sempre mettere in conto per il fatto che lavoro in seccagna, e anche perche ho saputo che nelle zone vicine a varese e' vietato irrigare i campi e il rpobelma si sta allargando a macchia d'olio..

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03/05/2010, 7:58
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Grinto è sempre un piacere apprendere nuove vie lo sai ... sulle colture vernine l'esperienza è certamente positiva, l'insilato di graminacee come orzo - frumento - segale - triticale ha da anni sostenuto un suo logico impiego laddove la siccità o l'indiponibilità della stessa ha limitato altre colture. Sul Sorgo tieni presente che "dovrebbero" servire circa 2.000 -2.300 metri cubi d'acqua per ettaro, mentre per il mais ne servono circa 4.000-4.500 (bibbliografia 3.500-3.800). Vedi tu ... siamo alla metà. E non basta il Sorgo è resistente alla diabrotica. Poi non so se li ha fatto o meno disastri.
Alla prossima

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03/05/2010, 16:11
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qui fanno poiu disastri i colombi torraioli , le tortore , gli sciami di passaracei , corvidi di tutte le specie( dal cinerino , alla gazza, alla cornacchia), per cui sorgo da granella, soya girasole , e pisello proteico sono off limits.
per cui mi ritrovo anche se sarebbe meglio il sorgo da granella, ad usare i classe 300 /400in collina e andare a fare tra i 85 i i 95quintali ad ettaro..

oltre tutto il problema e' trovare un centro che ritiri il sogo , perche meno di 1500 2000 quintlai nn vogliono modificare gli impianti

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03/05/2010, 18:58
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Carissimo Grinto, certamente se si può seminare il mais ... non ci sono proprio paragoni. Comunque io intendevo il Sorgo come insilato ... non come granella. Anche perchè la granella di Sorgo è davvero ... pochina. Il problema dell'insilato vernino è sempre quello che se "attendiamo" la spiga ... "perdiamo" la parte foraggera che diventa paglia e diventa difficile l'insilatura. Se invece lo consideriamo foraggio ... l'amido lo perdiamo praticamente tutto ! Quindi ipotizzando una consociazione di orzo o triticale in coltura vernina e sorgo insilato in coltura estiva ... ci mancherebbe comunque dell'amido da recuperare come granella di mais, poichè entrambe le produzioni agricole ne sarebbero deficitarie.

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03/05/2010, 20:52
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quoto tutto , giustissimo

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03/05/2010, 21:06
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