Ciao a tutti,

possiedo un vasto terreno agricolo (con annessa abitazione rurale) collegato alla via pubblica con una stradina molto stretta e non ampliabile. Fortunatamente il mio buon vicino dispone di un'ampia e comoda strada da lui costruita sul suo terreno alcuni anni fa ed è disposto a condividerla con me. Più precisamente mi ha offerto una servitù di passaggio pedonale/carrabile a un prezzo assai ragionevole oppure la comproprietà (ognuno avrebbe il 50%) ad un prezzo decisamente più alto.

Tra le due opzioni, mi sto orientando verso la comproprietà.

Vorrei infatti risolvere il problema in maniera definitiva e con una servitù di passaggio potrei avere in futuro problemi in caso di innovazioni o divisioni apportate al mio terreno. Il codice civile (art. 1067, c. 1 e 1071, c. 1) stabilisce, infatti, che in questi casi non deve esserci un aggravamento del peso imposto al fondo servente. Di conseguenza, se ad esempio il terreno agricolo diventasse in futuro edificabile e volessi costruirci sopra un palazzo, dovrei necessariamente rinegoziare la servitù, perché questa innovazione si tradurrebbe inevitabilmente in un passaggio più intenso.

La comunione, invece, se ho capito bene, mi garantirebbe un utilizzo della strada pieno e indisturbato in eterno, qualsiasi cosa io realizzi sul terreno.

Secondo voi è corretto il mio ragionamento? Ci sono altri fattori da considerare nella scelta tra le due opzioni? E' consigliabile farsi assistere da un legale o da un tecnico (geometra, ingegnere, ecc.)?

Grazie

Anch'io opterei per la comproprietà.

Colla comproprietà...devi acquistare per atto pubblico (notaio), far trascrivere l'atto in conservatoria ecc ecc
colla servitù devi acquistare per atto pubblico (notaio), far trascrivere l'atto in conservatoria e poi, ogni tanto, devi questionare sul mantenimento ecc ecc