Per quanto agronomo (settore sviluppo) mi trovo perso in una questione di prelazione. Sto per vendere una proprieta ex agraria composta da un casale (abitazione ad accatastamento urbano) e circa 4,000 mq di terra circostante, il tutto articolato in tre particelle. Ne sono proprietario da 18 anni, non sono imprenditore agricolo, e gia prima del mio acquisto non era in uso agrario. Il confinante (unico a 360 gradi) e' coltivatore diretto. Sulla particella di casale suppongo che non abbia diritto di prelazione, ma sulle altre due?
...il tuo problema qual'è??? ..se tu vuoi x e lui lo paga vendilo al vicino ...Pecunia non olet ...se trovi chi ti da x più y e lui non è disposto a pagare il di più vendi all'altro che ti da il surplus ...se poi ci sono altre situazioni... devi chiarire meglio ... ciao
caro amico ed utente del forum, da anni i notai consigliano ai propri clienti che intendano alienare immobili, aventi destinazione agricola, di notiziare della proposta di vendita i confinanti. L'atto deve il più possibile concreto ed analitico.
scusate se forse non mi sono spiegato bene. Le domande erano effettivamente due
1) una proprieta non ad uso agricolo, ora accatastata urbana e frazionata dal terreno circostante da 18 anni e' sempre soggetta a prelazione di confinante?
3) l'aia della casa e' di 4,000 mq divisa in tre particelle, di cui una con il casale. Il confinante puo esercitare prelazione su una sola delle particelle anche se la proposta di vendita e' in blocco?
gentile utente del forum. mi dispiace ma in questo forum si possono solo ottenere delucidazioni generiche e mai (ripeto mai) pareri utilizzabili per risolvere personali ed esclusive questioni. In questo caso, occorre rivolgersi al proprio consulente di fiducia