Buongiorno a tutti, vorrei riportarvi un episodio per quanto accaduto nella mia provincia e chiedo se anche a voi sembra essere una pratica regolamentare.
Una zia possiede un terreno utilizzato a scopo fienagione. Lo stesso terreno viene irrigato con le lance da un consorzio di zona. Siccome ormai non ha più interesse nel lavorarlo ha chiesto di poter rimuovere le attrezzature e sospendere così il pagamento.
Le è stato detto che non è possibili e che dovrà pagarlo a vita e dopo di lei chi erediterà il terreno a meno che non venga cambiata la destinazione d'uso ad abitativo e si costruisca un casa o un fabbricato.
Vi sembra una pratia corretta? E' possibile che sia veramente così?
Vi ringrazio.
Ovviamente poi passerò di persona per capire meglio
Buongiorno, per tentare di dare una risposta sarebbe utile conoscere la provincia e il comune dove ricade il terreno e il consorzio interessato, in ogni caso è opportuno procedere con una richiesta scritta di interruzione del servizio inviata con raccomandata A/R. La richiesta deve essere fatta dal diretto interessato, contenere i suoi dati anagrafici e l'identificazione catastale del terreno. Consiglio di rivolgersi ad una associazione di categoria del posto che sicuramente potrà dare precise indicazioni e eventuale patrocinio in caso di contestazioni o contenzioso. Questi casi, in tutta Italia, sono ricorrenti nei rapporti con i consorzi e le associazioni sono preparate ad affrontare la questione.
Essendo nel campo delle ipotesi do questa possibile interpretazione , nel mio territorio funziona così, essendo l'irrigazione gestita da organo consortile e le opere sono globali a tutto il territorio anche i costi di gestione rimangono a carico dei terreni indipendentemente dall'uso La tariffazione avviene sotto 3 voci 1)quota fissa pagata per ettaro o frazione per l'irrigazione,quota variabile in funzione dell'effettivo uso, scarico e scolo delle acque piovane sempre per ettaro