11/09/2017, 11:00
Jo3 ha scritto:Salve a tutti,
DA alcuni anni coltivo un'appezzamento di terreno di mia propietà.
In una frazione di tale appezzamento (circa 4000 mq), 10 anni fa ho piantumato alcune specie di castagno di pregio (nuovo impianto)
Attualmente il castagneto è cresciuto e sta fornendo i propri "frutti".
Sinora ho sempre condotto la vendita di castagne come "vendita occasionale tra privati", essendo quantità ricavate, modeste.
Vorrei però comprendere meglio la possibilità di aprire partita iva agricola (sia come coltivatore diretto, sia come IAP), e i vantaggi che comporta tale scelta.
Gradirei inoltre sapere, visto l'investimento (in tempo e fatica), se iscrivendomi come coltivatore diretto, io possa partecipare al bando 11 (Misura Biologica)
http://www.psr.regione.lombardia.it/wps ... ra-11-2017" target="_blank
Possono presentare domanda gli imprenditori agricoli che risultano essere “agricoltore in attività"
12/10/2017, 20:27
12/10/2017, 20:46
Jo3 ha scritto:Gigi75 ha scritto:Ciao per avere il titolo di iap o di coltivatore diretto devi avere le seguenti caratteristiche
Imprenditore Agricolo Professionale (figura dell'imprenditore vero e proprio, che potrebbe non lavorare in prima persona il terreno)
1-Essere in possesso di partita iva di tipo agricolo
2-Quello che coltivi sui terreni che costituiscono il tuo fascicolo aziendale devono cubare un monte ore minimo di 900 ore/lavoro annue per le zone NON svantaggiate, mentre 450 ore/lavoro annue per le zone svantaggiate (solitamente sono le zone montane). Per calcolare il monte ore devi usare le tabelle ULA regionali dove per ogni cultivar vengono specificate un minimo ed un massimo di ore/annue assegnabili.
3-Il 51% del reddito da lavoro deve provenire dall'attività agricola
Una volta presentata la domanda per diventare IAP si hanno due anni per soddisfare i punti 2 e 3. Al termine dei due anni, verrà eseguita la verifica. In questo periodo di due anni si è IAP "sotto condizione", cioè si hanno gli stessi diritti dello IAP definitivo ma condizionati alla verifica finale. Cioè se alla verifica non soddisfi i requisiti ti richiedono indietro le agevolazioni che avevi avuto.
Lo IAP versa i contributi INPS come attività agricola in quanto attività prevalente
Coltivatore Diretto (colui che lavora in prima persona)
1-Essere in possesso di partita iva di tipo agricolo
2-Quello che coltivi sui terreni che costituiscono il tuo fascicolo aziendale devono cubare un monte ore di circa 700 ore/lavoro annue (104 giornate/lavoro annue) per le zone NON svantaggiate, mentre circa 350 ore/lavoro annue per le zone svantaggiate (solitamente sono le zone montane). Per calcolare il monte ore devi usare le tabelle ULA regionali dove per ogni cultivar vengono specificate un minimo ed un massimo di ore/annue assegnabili.
3-Il 51% del reddito da lavoro deve provenire dall'attività agricola
A differenza dallo IAP, quando viene fatta la domanda per diventare Coltivatore Diretto, la verifica viene effettuata immediatamente, non si hanno due anni di tempo per soddisfare le richieste.
Il coltivatore diretto versa i contributi INPS come attività agricola in quanto attività prevalente ed in più versa l'INAIL
E il semplice imprenditore Agricolo (art.2135 c.c. ) ?
13/10/2017, 7:55
Jo3 ha scritto:studiozenobi ha scritto:
Essere in possesso di partita iva di tipo agricolo, iscrizione alla cciaa e INPS
Se l'attività agricola non è prevalente, e il mio volume d'affari e' inferiore a 7000 euro, è giusto che io sia in regime di esonero e non debba fare alcuna operazione con l'INPS?
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