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Buonuscita ed area artigianale 
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Iscritto il: 28/08/2010, 17:20
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Siccome ne ho sentite di tutti i colori, vorrei sapere da voi cosa ne pensate.
Vi è un appezzamento di terreno agricolo di circa 15000 m.q..
Ora una parte di esso, 3500 m.q., sono stati trasformati in area artigianale.
L'attuale affittuario, ha diritto di avere su questi 3500 m.q. una buonuscita, qualora una ditta artigianale volesse acquistare dal proprietario?
Se si, vi è una normativa ben definita per valutare la buonuscita?
Chi deve farsi carico di pagare l'eventuale bunuscita, il proprietario o l'acquirente?
Anticipatamente ringrazio chi volesse aiutarmi.


28/08/2010, 17:28
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Dipende dalla durata residua del contratto.
Marco

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28/08/2010, 18:47
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Ok, ma non c'è qualche legge?


28/08/2010, 20:02
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La legge che regola i contratti d'affitto dei fondi rustici dovrebbe essere ancora la n. 203 del 1982.
Dovrebbe esserci un articolo che riguarda la risoluzione del contratto.
Marco

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28/08/2010, 20:11
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supercap ha scritto:
Siccome ne ho sentite di tutti i colori, vorrei sapere da voi cosa ne pensate.
Vi è un appezzamento di terreno agricolo di circa 15000 m.q..
Ora una parte di esso, 3500 m.q., sono stati trasformati in area artigianale.
L'attuale affittuario, ha diritto di avere su questi 3500 m.q. una buonuscita, qualora una ditta artigianale volesse acquistare dal proprietario?
Se si, vi è una normativa ben definita per valutare la buonuscita?
Chi deve farsi carico di pagare l'eventuale bunuscita, il proprietario o l'acquirente?
Anticipatamente ringrazio chi volesse aiutarmi.

Il messaggio non è totalmente chiaro sia su chi siano i soggetti del rapporto contrattuale ed inoltre quale sia il regime urbanistico del mutamento di destinazione. La questione, a grandi linee, dovrebbe essere risolta secondo la disciplina codicistica e quindi, miglioramenti ecc ecc. Un'altra cosa, ma la restante parte del terreno, è ancora sfruttabile oppure no?

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avv. Ivano Cimatti


31/08/2010, 15:20
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I soggetti, sono un coltivatore (affittuario), un ente ecclesiastico (proprietario) ed un'impresa artigiana (acquirente).
La variazione di destinazione d'uso è avvenuta con variante parziale al piano regolatore.
Non vi è stato alcun miglioramento su quel terreno, questo è certo.
La restante parte del terreno è assolutamente sfruttabile essendo un lotto lunghissimo (circa 380 mt) e poco largo (mediamente 35-40 mt).
Da questo lotto ne viene sottratta la parte terminale, dove tra l'altro, vi è un palo dell'alta tensione e alcuni rivoli d'acqua, mal tenuti.
Tra le altre cose, l'accesso alla restante parte di terreno non viene mutato.
Spero di essere stato chiaro.
Grazie.


31/08/2010, 20:41
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Sez. Aspetti Legali in Agricoltura
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Iscritto il: 22/05/2008, 15:13
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supercap ha scritto:
I soggetti, sono un coltivatore (affittuario), un ente ecclesiastico (proprietario) ed un'impresa artigiana (acquirente).
La variazione di destinazione d'uso è avvenuta con variante parziale al piano regolatore.
Non vi è stato alcun miglioramento su quel terreno, questo è certo.
La restante parte del terreno è assolutamente sfruttabile essendo un lotto lunghissimo (circa 380 mt) e poco largo (mediamente 35-40 mt).
Da questo lotto ne viene sottratta la parte terminale, dove tra l'altro, vi è un palo dell'alta tensione e alcuni rivoli d'acqua, mal tenuti.
Tra le altre cose, l'accesso alla restante parte di terreno non viene mutato.
Spero di essere stato chiaro.
Grazie.

Permango dell'idea, come chiarito nella parte generale del forum, che, nei casi come il suo, sia preferibile rivolgersi ad un consulente di fiducia. In via essenziale, Le confermo che, senza conoscere le carte ovvero la situazione e quindi senza alcuna presunzione di esaustività, la normatica regolante la vicenda sia quella comune del codice civile in tema di miglioramenti, salvo sussista, nel caso di specie, un contratto agrario.
In bocca al lupo

_________________
avv. Ivano Cimatti


31/08/2010, 22:32
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