ASINO, CIUCCIO, CECCO... REGIONE CHA VAI ASINO CHE TROVI

ciao mario
"magarra" è bulgaro. Lo so per certo visto che per un periodo un ragazzo bulgaro veniva ad aiutarmi proprio nel lavoro con gli asini.
A rileggerci
ciao

In fondo Romania e Bulgaria confinano per centinai di chilometri e data la componente nomade altissima che non sta mai ferma, molti termini sono sovrapposti, aspettiamo altri nomi, saluti, Mario

ciao
ok qualche risposta sul modo di chiamare gli asini è arrivata, ma sul basto e gli altri argomenti proposti nessuno ha qualcosa da scivere?
su da questo tipo di discussione emergono sempre informazioni e curiosità molto utili.
A rileggerci
Ciao

In Abruzzo si dice come in Puglia, il ciuccio in dialetto lu ciucc!
In Molise si dice o'ciuciariel! C'è anche un modo di dire che mio nonno usa con me, quando lui parla dialetto e io non lo capisco, rispondendogli tutt'altro! che è : I t'ric HAR e tu capisc YSH! tradotto letteralmente, Io ti dico vai e tu ti fermi, perché har e ysh sono 2 comandi che si danno agli asini, Har= Vai! e YSH= fermati!
C'è anche una simpatica canzoncina dove il protagonista è lu ciuciariel che è Zi Nicola, non ho idea di dove sia originaria, visto che si conosce sia in Abruzzo e in Molise utilizzando termini di entrambi le regioni! L'ho vista su you tube e l'hanno assai modificata dall'originale cambiando e aggiungendo parole, il ritornello di quella che mi canta mio nonno fa così:
E pè cantà c'è vuleva Zi Nicola!
Iò! Iò! Iò!
Lu ciuciariel cà capa bella! n'ze stanca de raglia!
Chi o tir pe la cora! Chi o tir pe la caveza!
Mamma mia che cuntentezza! n'ze stanca de raglia!!

ciao ciao

Ciao
Ferri ottimo è esattamente quello che volevo sucitare.
Attraverso questi interventi possiamo mostrare, a chi purtroppo vive una realtà troppo lontana da quella rurale, quanto, fino a pochissimo tempo fa, gli animali da reddito ed in particolare l'asino, che era "l'utilitaria" del tempo e quindi alla portata di gran parte della popolazione, fossero parte integrante della vita quotidiana e della famiglia un po come l'automobile oggi. E questo si rifletteva in tutti gli aspetti della cultura popolare, oggi gli artisti pop compongono sculture con pezzi di macchine, fino a qualche decennio fa componevano canzoncine e filastrocche come quella che ha citato ferri, che avevano come protagonista lu ciucc (l'asino).
L'aspetto culturale degli animali, che oggi classifichiamo "da reddito", è quello più importante da divulgare visto che sono stati per millenni, fino a 35/40 anni fa in certe zone d'Italia, ed ancora oggi lo sono in vaste aree del mondo, il fondamento della vita economica e sociale.
Quindi, prego fatevi avanti con interventi da tutte le parti d'Italia.

Mi raccomando ogni volta che utilizzate qui un termina dialettate fatelo seguire dalla traduzione .

A rileggerci
Ciao

Scusate
E pè cantà c'è vuleva Zi Nicola!
Iò! Iò! Iò!
Lu ciuciariel cà capa bella! n'ze stanca de raglia!
Chi o tir pe la cora! Chi o tir pe la caveza!
Mamma mia che cuntentezza! n'ze stanca de raglia!!
traduzione:
Per cantare ci voleva zio Nicola!
L'asino cocciuto! non si stanca di ragliare!
Chi lo tira per la coda! chi lo tira per la cavezza!
mamma mia che felicità! non si stanca di ragliare!!
Questo simpatico mulo è Barone, che ogni giorno alle 2 in punto risale il paesello di mio nonno con il suo carico!
ciao ciao

Allegati

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Barone!.JPG (137.65 KiB) Osservato 3145 volte

A Roma e zone limitrofe: Miccio/a=Asino/a ; 'mmasto=basto; Iaccoli=lacci per legare sopra il basto.
Aah= sprona l'asino leeh=ferma l'asino.
Mi raccontano che già alle quattro del mattino gli asini uscivano dalle stalle (allora quasi sempre sotto le case) con i contadini che andavano a lavorare le vigne e la terra. Il caratteristico rumore degli zoccoli sui selci del corso e le imprecazioni dei contadini che li spronavano erano la sveglia per il paese.Oggi asino e' un termine per molti "ignoranti" della campagna dispregiativo, ma allora chi possedeva quegli animali possedeva un tesoro.

ciao
verissimo armado il valore dell'equino di casa era inestimabile
non ricordo se l'ho già scritto ma in alcune parti della Puglia, della Campania, della Basilicara e del Molise l'asino il mulo o il cavallo erano custoditi in casa dietro il comò.
Mi racconta il mio vicino di casa, che lui fu assunto dall'enel per un censimento delle abitazioni negli anni '50, e da questo censimento risultò che molte abitazioni a pian terreno erano accatastare come "unico vano adibito ad abitazione e stalla"
A rileggerci
ciao

Pensa che il valore dell'asino o del somaro era tale da equipararlo a quello dell'onore delle propia moglie:
"Se me presti tu moje stanotte io domani te do lo somaro. Num me 'mporta si lo carichi a morte se me presti tu moje stanotte".

ciao
ferri sei sicura che quello in foto sia un mulo?
a me sembra un asino. Anche se però devo ammettere che non ho mai visto un bardotto adulto quindi...
facci sapere
a rileggerci
ciao