Vorrei imparare ad addestrare al basto i miei asinelli che per ora tengo allo stato brado. Sono abbastanza mansueti, tranne una. Vorrei iniziare proprio da lei che è la più robusta. Ha 5 anni. C'è' qualche esperto che mi può suggerire: libri, siti oppure scrivere qui dei consigli utili. Grazie Nicola
[color=#400000][/color ]ben detto... ma qualche lettura non fa male. Il lavoro non e' dissimile da quello col cavallo ,ci vuole piu' pasienza,ma non perche' l'asino non capisce ,ma perche' piu' guadingo e timorono.
ciao l'asino a differenza del cavallo come prima difesa non utilizza la fuga ma l'immobilità. Partendo da questo concetto si può sviluppare il lavoro di adestramento dell'asino. Secondo la mia esperienza per prima cosa l'asino, ma anche il cavallo ed il mulo, vanno per prima cosa ben incapezzati, cioè l'animale deve imparare a stare legato. Poi ad essere condotto alla mano, camminando, fermandosi e stando fermo a seconda di quello che gli viene chiesto. Da questo punto ad abituarlo al basto è un passo; bisognerà solo abituarlo a tenere il basto sulla schiena e poi si potrà con molta gradualità iniziare a caricarlo.
1) incapezzatura: procuratevi una buona capezza calzatela in modo opportuno sull'animale ed agganciate una corda all'anelletto che si trova sotto il mento del soggetto. La corda dovrà essere sufficientemente lunga da poter essere facilmente calpestata dai piendi anteriori. Per evitare incidenti dovuti all'attorcigliamento della corda intorno agli arti o allo steccato, rami ecc... potete infilare la corda in un tubo di gomma facendo un nodo all'estremità grande quanto basta per evitare che il tubo si sfili. Lasciate l'asino libero in un recinto, noterete che mentre camminerà e mangerà spesso calpesterà la corda provocando una traszione sul montante della capezza. Questo esercizio va ripetuto per una settimana per qualche ora al giorno. Poi quando l'animale non sarà più spaventato dalla trazione sulla capezza potrete iniziare a legarlo mentre gli date da mangiare così che associ il fatto di stare legato ad un evento positivo. ...CONTINUA...
2) conduzione alla mano: l'asino, come già detto, tende ad adoperare l'immobilità al posto della fuga come prima difesa. Ciò accade anche quando si inizia a farlo lavorare, quindi dopo la fase di inpezzatura quando si inizierà a condurlo alla mano l'animale reagira alla nostra trazione con un netto rifiuto impuntandosi. A questo punto si dovrà procedere con molta pazienza e calma, posizionandosi di fianco all'asino sul lato sinistro all'altezza della testa, impognando la corda con la mano destra, l'avanzo della corda con la sinistra e sempre con la sinistra una bacchetta lunga a sufficienza per poter toccare sul posteriore l'animale senza girarsi, quindi dovrà essere lunga quanto la macchetta di una frusta lunga. Sarebbe opportuno durante i primi tentativi di questo esercizio sosizionarsi paralleli ad uno steccato o ad un muro di modo che si crei un percoro obbligato fra il muro ed il conduttore. Ora con molta calma e coordinazione bisognerà contemporaneamente toccare delicatamente ma con decisione l'asino con la bacchetta sul posteriore timanendo con le spalle dritte e senza ruotare il tronco, emetere un suono vocale che diventerà il comando per la partenza ed iniziare a camminare. All'inizio l'animale tenderà a girarvi intorno, per impediro dovrete tenere un passo sufficiente ad evitare che l'asino vi sorpassi, in questa fase la presenza di uno steccato lungo il fianco destro del soggetto sarà di grande aiuto. Toccate l'asino sul posteriore con la bacchetta ed emettete con la bocca il suono che avete deciso di utilizzare come comando per la partenza appena vi rendete conto che sta pensando di fermarsi. Quando riuscirete a fare qualche decina di metri in modo soddisfacente sarebbe consigliabile gratificare l'animale con un premio tipo una manciata di avena o una carota o dei pezzetti di mela. ...CONTINUA...
Grazie oryu sei troppo buono questi metodi sono un'insieme di esperienze insegnamenti da parte di gente più esperta e lunghe riflessioni maturate osservando una certa quantità di asini e cavalli, sai il detto "l'occhio del padrone ingrassa il cavallo" non è un adagio figurativo ma la pura realtà. Chi ha degli animali deve dedicare un po di tempo ogni girono a guardarli, facendolo si capiscono meglio e si scopre in anticipo anche il più piccolo problema. E poi guardare i propri animali e il primo e più intenso godimento che vi si può trarre. cercherò di continuare a scrivere tutto fino al lavoro con il basto spero serva a qualcuno. a rileggerci ciao
...CONTINUA... Dopo aver insegnato all'asino a partire bisongerà riuscire a controllarlo e sopratutto a fermarsi a comando. Bisogna innanzitutto tener presente che un giovane asino o comunque un soggetto all'inizio dela sua istruzione ovviamente non è tanto disposto ad obbeidere e quindi farà grosso modo tutto il contrario di quello che noi vorremmo facesse. Nella stragrande maggioranza dei casi per controllare direzione e velocità dell'asino condotto alla mano non basta la longhina e la semplice capezza ma bisogna ricorrere a strumenti un po più "forti" come un'imboccatura (filetto ad anelli) o ad un barbozzale di catenella o di corda spesso realizzato passando la longhina o la catenella della stessa longhina sotto il muso del soggetto passandola negli anelli latera della capezza. L'ausilio che preferisco è il barbozzale di corda che non procura ne dolore ne ferite all'animale. Da un po di tempo utilizzo un barbozzale messo a punto da me che si applica facilmente a qualunque capezza ed anche al filetto e permette oltre che di condurre l'animale alla mano anche di farlo girare nel tondino in entrmabe le direzioni. Il mio barbozzale si compone di un anello di metallo a cui si legano entrambe le estremità di una cordicella non molto spessa e si aggancia agli anelli laterali della capezza per mezzo di due piccoli moschettoni, poi all'anello si aggancerà il moschettone della longhina. Ricapitolando: abbiamo abituato per una decina di giorni il nostro asino alla capezza, poi gli abbiamo applicato l'imboccatura o il barbozzale e lo abbiamo posizionato con il fianco destro parallelo ad un muro o ad uno steccato mentre posti alla sua sinistra reggiamo la longhina con la mano destra e con la mano sisnistra teniamo iniseme all'avanzo della corda una bacchetta lunga abbastanza da poter toccare la parte posteriore della groppa senza fare torsioni con il busto; toccando il posteriore dell'anmale con la bacchetta ed emettendo un suono con la bocca abiamo insegnato all'asino a partire a comando. Ora dobbiamo riuscire a modulare la velocità dell'asino a nostro piacimento, per farlo dobbiamo insegnargli a fermarsi a comando, quindi lo faremo partire come abbiamo fatto precedentemente e dopo qualche passo lo faremo fermare agendo con la mano destra sulla longhina seccamente emettendo un suono con la bocca diverso rispetto a quello utilizzato per farlo aprtire. Il verso che emetteremo per la partenza e quello per l'arresto devono essere insegnati all'animale di modo che con il tempo solo sentendo uno dei due suoini l'animale dovrà camminare o partire immediatamente, questo è necessario per poter collaborare con il soggetto in piena sicurezza, tradizionalemente in Puglia si utilizza la vocale "A" pronunciata in mod secco per la partenza e la vocale "I" pronunciata come un suono allungato ("IIIIIIII") per lo stop. La trazione sulla longhina per far fermare l'animale dovrà essere secca ma non violenta ed esercitata senza strattoni fino a quando non si femerà. ...CONTINUA...
Ciao a tutti. Sono asinaro da qualche anno ma dal mese di Giugno lo sono effettivamente poichè ho acquistato una bellissima putridda (da noi in Sicilia la puledrina viene chiamata così) incrocio Ragusano-Ferrante di 9 mesi di età. Da parecchio seguo le vostre interessanti e utili discussioni e apprezzo molto le dritte del nostro moderatore "Asineria". Anche io sono alle prese con l'addestramento e volevo sapere se era possibile vedere qualche immagine o disegno del barbozzale realizzato da "Asineria". Premetto che sono un allevatore amatoriale che spesso chiede consiglio a chi mi ha venduto l'asinella, ma avere dritte da altri torna sempre utile.