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Ue, solo 15 stati dicono stop a pesticidi-killer api 
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Il bello è che l'Italia ha votato contro :o
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/istituzioni/2013/04/29/Ue-stop-pesticidi-solo-15-stati-dicono-_8630686.html


29/04/2013, 23:24
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Anche la Francia ha prorogato.... ma a loro piace il miele colorato... :mrgreen:

Sempre peggio caro mio.... :cry:

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29/04/2013, 23:31
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Sarà contenta la coldiretti ora


30/04/2013, 2:08
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Io non ho parole...


30/04/2013, 23:41
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Una ricerca attuata dal governo statunitense dichiara che vi sono vari fattori che influenzano il declino della popolazione di api, escludendo come l’unica causa siano i pesticidi. Riportiamo un articolo del Guardian.

Un rapporto del governo USA indica che sono vari i fattori che agiscono sulla scomparsa di colonie di api in America, la ricerca sembra contrapporsi all’Europa che invece individua nei pesticidi la causa primaria del problema.
Il rapporto del Ministero dell’ agricoltura e dell’Agenzia per la protezione ambientale, vede come cause primarie del declino delle colonie di api dal 2006: acari, virus, batteri, cattiva nutrizione, altre ai pesticidi.
I ricercatori hanno detto che non è abbastanza chiaro se una varietà particolare di pesticidi sia la causa principale del declino delle colonie di api.
Le Organizzazioni ambientaliste hanno risposto dichiarando la ricerca un occasione mancata per rispondere rapidamente alla situazione che ha decimato la popolazione delle api del paese.
L’Unione Europea sta votando per un divieto di due anni su un tipo di pesticidi, i neonicitinoidi, che sono stati associati al declino delle colonie di api. Il rapporto del governo degli Stati Uniti, al contrario, dichiara che molteplici sono le cause della mortalità delle api. “Il declino della salute delle api è un problema complesso, causato da un combinazione di fattori di stress”, ha detto Bob Perciasepe, amministratore di EPA.
Ma il rapporto identifica come fattore principale della mortalità delle api un parassita, il Varroa, noto come “l’insetto più dannoso per le api”. I ricercatori hanno messo i pesticidi all’ ultimo posto dell’ elenco delle cause principali della moria di api, dicendo che ancora non è chiaro se i pesticidi siano un fattore determinante nel declino delle api.
“In base alle attuali ricerche non è chiaro se l’esposizione ai pesticidi sia un fattore importante associato al degrado della salute delle api in generale o se riguardi specificamente la produzione di miele o la fornitura dei servizi di impollinazione”, si legge nel report.
“E’ tuttavia chiaro che in alcuni casi le colonie di api da miele possono essere danneggiati seriamente dall’ esposizione al alte dosi di insetticidi quando questi composti sono utilizzati su colture o su fiori nelle aree adiacenti alle colture che attraggano le api.”
Il rapporto, basato su una conferenza scientifica che si è tenuta lo scorso ottobre, conclude dichiarando che c’è bisogno di ricerche ulteriori per determinare gli effetti dell’esposizione ai pesticidi.
Gli attivisti non sono soddisfatti e hanno dichiarato che il rapporto aveva perso l’occasione per costruire un caso per un’azione contro i pesticidi che stati associati con il declino delle colonie di api. “Abbiamo ora cosi tante ricerche sui neonicotinoidi che specificano i problemi che danno alle api e agli altri insetti”, ha dichiarato Scott Hoffman Black, direttore della Società Xerces, che si occupa della conservazione degli invertebrati. “va bene presentare tutte le problematiche che influenzano le api ma secondo me, si è persa l’occasione di dichiarare apertamente gli effetti davvero negativi che i neonicotinoidi hanno sulle api.”
In due nuove studi pubblicati lo scorso marzo si legge che una varietà di pesticidi sembra disturbare profondamente il senso di orientamento delle api, rendendo difficile per loro trovare la via di ritorno per l’alveare. Quindi le colonie, prive di polline, producono meno api regine, e di conseguenza tendono a sparire. Jennifer Sass, ricercatrice presso il Natural Resources Defense Council, ha detto che è d’accordo con le principali conclusioni del rapporto governativo cioè che vi sono molteplici cause al forte calo delle popolazione di api.
Ma ha anche dichiarato che un divieto ai pesticidi – cosi come quello della Ue – potrebbe permettere alle popolazioni di api di recupera, mentre gli scienziati cercano altri rimedi. “Le api sono in una situazione critica e di conseguenza lo è anche l’agricoltura, quindi occorre fare gli interventi che si possono fare ora”, ha detto. “Se già si sa che i neonicotinoidi sono parte del problema allora bisogna liberarsene.”
La varietà di pesticidi noti come neonicotinoidi sono arrivati sul mercato nel 1990 come uno degli antiparassitari meno tossici per gli umani. Sino ad oggi sono utilizzati ampiamente in circa 100 milioni di ettari di colture.
Un decennio dopo, però, gli apicoltori hanno iniziato a comunicare casi di misteriosi declini delle api e nelle popolazioni di bombi.
Fonte: The Guardian, traduzione AIOL

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20/05/2013, 12:38
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Non entriamo in naftalina.
Le comunità di api ultraprotette come dice da oltreoceano Mad portano all'estinzione dell'ape, con ciò non è che bisogna sottoporre le nostre api a successive e sempre più micidiali dosi di insetticidi in modo che quelle che si salvano risultino resistenti ai pesticidi.
Questo garantisce l'apicoltore? O le fabbriche di pesticidi...che possono produrre questi ultimi che, tanto alle api essendo resistenti, male non fa. Un conto è la resistenza al naturale, vedi varroa nosema e peste (io non brucerei manco con quella, ma tantè), un conto è la resistenza artificiosa ai pesticidi, che è quello che si otterrà a sentire sti esperti.
Io preferisco un ape avvelenata morta che avvelenata viva e miele sano senza veleni.

Ciauz Armando


24/05/2013, 12:34
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Gli agrofarmaci, specialmente quando sono usati da incompetenti, causano danni catastrofici all' apicoltura ma sicuramente non sono l' unico problema.
Un altro problema e’ il restringimento della base genetica delle varie sottospecie la quale e’ causata dalla scomparsa dei miglioratori genetici nonche’ dall’ incompetenza di quelli rimasti (tipico e’ il caso dell’ ape sicula) a cui si aggiunge la scomparsa delle popolazioni selvatiche. Questo problema, messo a fuoco decenni fa dagli apicoltori eretici indipendenti, comincia a baluginare nelle menti della ricerca ufficiale con il CRA di Bologna che (giugno 2012) annuncia Urbi et Orbi un’ idea di progetto per organizzare flussi di geni tra la ligustica italiana e la ligustica californiana. Questo approccio e’ gia’ in vigore per l’ Apis mellifera caucasica (la “russa”) la cui associazione amatoriale statunitense ha in vigore un elaborato schema di incroci a blocchi isolati rotanti.
Il problema finale sono gli apicoltori incompetenti. Una volta ogni apicoltore imparava il mestiere a bottega durante lunghi anni di apprendistato. Oggi qualunque asino compera online tutto l’ ambaradan, se tutto va bene segue un corso di fine settimana (magari insegnato da un altro asino), e comincia ad allevare Morte e Pestilenza. Infatti in alcuni Paesi si comincia a ventilare l’ ipotesi che, per detenere api ed alveari, occorra munirsi di un patentino.
Si continua a parlare di varroa ma si ignorano ostinatamente le decine di patologie che ormai sono presenti negli alveari. Molte sono connesse in un modo o nell’ altro alla varroa ma sono parassitosi e patologie virali e batteriche indipendenti. E guai!!! se i servizi veterinari vogliono metterci becco: i veterinarii “figli di t…” devono farsi i “c… loro!” (le citazioni originali le potete cercare nel forum).
Se questi problemi non verranno messi a fuoco, accettati e risolti, per quanto sgradevoli siano, le api ed I bombi continueranno a scomparire
Maddmax

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24/05/2013, 16:21
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Notizia di ieri:
Bruxelles, 24 mag. - (Adnkronos) - La Commissione europea ha approvato oggi la messa al bando di tre pesticidi appartenenti alla famiglia dei neonicotinoidi (clotianidin, imidacloprid e tiametoxam) identificati come dannosi per la popolazione delle api in Europa. La restrizione entrerà in vigore a partire dal primo dicembre prossimo e sarà riesaminata al più tardi entro due anni.

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-457_it.htm

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http://www.agraria.org/apicoltura.htm - Atlante di Apicoltura

Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello... (Chuck Palahniuk)


25/05/2013, 19:09
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A dire il vero hanno parlato di limitazione nel loro uso, per esempio su melo in post fioritura lo posso usare

Comunque ho una domanda: le api che passano in una nube di clorpirifos stanno bene poi? E se si appoggiano su foglie dopo un passaggio con deltametrina?

Due esempi casuali


26/05/2013, 4:26
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Maddmax1 ha scritto:
Questo approccio e’ gia’ in vigore per l’ Apis mellifera caucasica (la “russa”) la cui associazione amatoriale statunitense ha in vigore un elaborato schema di incroci a blocchi isolati rotanti.


Sarebbe interessante se anche in Italia questo concetto http://www.russianbreeder.org/ venisse recepito per le varie sottospecie e messo in atto da apicoltori indipendenti ed intraprendenti senza aspettare che le organizzazioni "ufficiali" si svegliassero dal coma mentale causato dal concetto socialista di "posto fisso".
Maddmax

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26/05/2013, 16:13
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