L'iniziativa non manca, però uccidere una regina senza averci fatto almeno altre 10 regine (per essere sicuro che il suo patrimonio non vada perso), penso sia una perdita di "chance" per la fatidica ricerca dell'ape giusta.
Sarà una mia pippa mentale, ma vedendo un pò di genetica, non è detto che la regina figlia abbia tutto il patrimonio della madre. L'unica cosa che passa per intero da una famiglia all'altra è il corredo genetico del fuco (ossia della regina).
Parleremo anche difficile, ma questo discorso potrebbe tornare utile tra un pò di anni. Magari basterebbero un centinaio di portasciami per cominciare un pò di esperimenti... anche perchè non credo che tutti arriverebbero alla primavera successiva.
Cento portasciami non sono noccioline, ecco perchè si potrebbe usare un sistema palliativo di 100-200 mininuclei (F2, 1) ligustica x quellochecipare, 2) F1 x ligustica) -a questo punto già 75% ligustica- che vengono lasciati a se stessi finchè la stagione lo permette prima di prendere le regine sopravvissute e darle alle famiglie forti. In questo senso più la stagione è lunga, più la selezione palliativa si avvicina a quella vera. Le minifamiglie che sopravvivono alla mezza estate dovrebbero avere un assetto genetico potenzialmente valido. Inoltre in realtà i caratteri non vengono "persi" come ho detto per riportarmi alla terminologiia scorretta di alcuni articoli riportati ma "segregano", ovvero si riassortiscono. La selezione massale aggira il problema di tenere tutte le progenie come in una raccolta di quartine di francobolli: quello che non piace se ne deve andare fuori dalle scatole. E' possibile fare l' errore di scartare per errore un ceppo che SEMBRA scarso (ma in realtà è buono) ma questo fa parte del processo. Si cerca di fare meno errori possibile. Maddmax
madmax quali risultati hai ottenuto nel tuo apiario con questo tipo di selezione? qual'e' l'obiettivo che ti ponevi e ti prefiggi? se uno degli obiettivi che hanno guidato ricercatori e allevatori specializzati e' stata la ricerca di un un'ibrido produttivo e resistente alla varroa come mai non ci sono riusciti vista la semplicita' della tecnica che proponi (presupponendo che la conoscano)? e quali le possibilita' di successo o di illusione di un produttore di miele?
Innanzitutti vorrei fare un premessa che ripeta quello che ho detto e ripetuto ma che non credo sia ben chiaro. "Ibrido" si riferisce a meteriali non geneticamente omogenei. Quando un ceppo è "puro" oltre il 95%, viene considerato "puro" anche secondo gli standard scientifici più stringenti e rigorosi. La purezza al 100% è una sega mentale - praticamente inottenibile- che non viene richiesta nemmeno per studi super-specializzati da pubblicare sulle riviste scientifiche più prestigiose. Detto questo, quello che mi prefiggevo, e che ho ottenuto, sono api che mi danno il piacere di fare quello che mi piace (allevare api per hobby) a 1500 metri di altitudine, senza preoccuparmi troppo della varroa, della peste americana, di perdere le regine 5 volte in un anno ... ... e di tutte le altre menate che assillano la maggior parte degli apicoltori. Maddmax
Dai madd, va bene farla semplice ma ligustica x "quellochemipare" è un pò troppo... Un lettore sprovveduto e fantasioso potrebbe mettersi in testa di usare la buckfast,la carnica, la siciliana che non sono più resistenti alla varroa di quanto non lo sia la ligustica.
Maddmax1 ha scritto:...che vengono lasciati a se stessi finchè la stagione lo permette ... In questo senso più la stagione è lunga, più la selezione palliativa si avvicina a quella vera. Le minifamiglie che sopravvivono alla mezza estate dovrebbero avere un assetto genetico potenzialmente valido.
Che sarebbe, poi, più o meno quello che faccio io da due anni, da quando non faccio più trattamenti in estate, senza aver incrociato la ligustica con qualcos'altro.