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Quali rapporti con l'ASL 
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Speriamo che questo filmato sia di monito per rafforzare l’associazionismo apistico e il rapporto associazioni-istituzioni-ricercatori. Ognuno dovrebbe esser consapevole che non può perseguire da solo l’obiettivo finale di conservazione di una razza, ma dovrà cercare un terreno d’intesa che possa portare una comune strategia di lavoro.
La domanda che mi faccio è se il "Nomadismo" non è una pratica da limitare, voi cosa ne pensate?
saluti
Raffa

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"siamo troppo abituati allo straordinario" Pensa ... se le stelle apparissero una sola notte ogni mille anni! (Emerson)


22/01/2014, 15:08
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Il nomadismo è ciò che rende l'apicoltura redditizia anche per chi pratica su terreni non vocati.
Eliminarla penso sia da folli.

Piuttosto bisognerebbe avere un sistema "garante" sul tipo di nomadismo che si fa...
Gli apiari infetti o curati con antibiotici non dovrebbero esistere.


22/01/2014, 17:20
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Infatti! io ho scritto "limitare" non "eliminare"
E' proprio la parte dell'apicoltore americano nomade che mi ha infastidito e posto il dubbio che anche in Lunigiana mi possa d'improvviso ritrovare a meno di 3 km un apicoltore del genere. l'ASL farà dei controlli di posizionamento sul territorio prima di dare l'autorizzazione?
Che informazione avete sulla regolamentazione del nomadismo?
Grazie
Raffa

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23/01/2014, 11:21
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Ti preoccupi per poco.
I controlli dipendono da regione a regione.
Il film mette a confronto l'apicoltura del consumismo con l'apicoltura della passione.
Poi fa cenni su come sarebbe il mondo senza api in cina. E un altro cenno sulle api più resistenti ma meno "addomesticabili" che potrebbero "salvare" il mondo.
Sono estremizzazioni...

Nel nomadismo non servono 3 km ma solo 100-150 m.
Quindi fai un pò te...

Non so di cosa ti preoccupi... alla fin fine non tutti gli apicoltori sono portatori di malattie... specialmente in italia dove gli antibiotivi dovrebbero essere vietati.


23/01/2014, 18:37
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Ma l'unico preoccupato ... che io mi preoccupi ... mi sembri tu! :lol: :lol: :lol:
ciao

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26/01/2014, 9:29
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Scusa! non volevo prenderti " per i ciap"
IL mio post più che altro voleva aprire il discorso sulle eventuali verifiche/rapporti veterinari ASL e loro presenza sul territorio.
La domanda era: Che informazione avete sulla regolamentazione del nomadismo? Anche se poi è una regolamentazione regionale!
Saluti
Raffa

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26/01/2014, 9:41
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Art. 13 - Interventi tecnico sanitari (Reg. Regione Toscana)
1. Le Unità Sanitarie Locali, tramite i Servizi Veterinari, attuano gli interventi sanitari a tutela dell'apicoltura nonché della salute pubblica relativamente ai prodotti edibili derivati; diffondono le norme tecniche di profilassi contro le malattie; promuovono sistematici accertamenti sanitari sugli impianti apistici e specifiche ricerche di settore.


Per pura informazione, posso chiedervi quali/come sono i vostri rapporti con i Veterinari della vostra ASL.
Ed nelle eventuali visite, quali sono i controlli o le attività che verificano ...
Grazie un saluto
Raffa

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26/01/2014, 10:06
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La regolamentazione cambia da regione a regione... come tutte le cose in Italia.


26/01/2014, 10:13
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Ho capito!!! ed e stato già detto ... ma quali sono le tue info (distanze) sul nomadismo? non certo quelle che hai scritto!!!
Parliamo di apiari con arnie superiori alle 50 unità.
http://www.federapi.biz/index.php?option=com_content&task=view&id=938&Itemid=107
saluti
Raffa

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26/01/2014, 10:29
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Non so che tipo di ricerche fai su internet...
E non so se hai letto la legge nazionale...
L'ASL pugliese si attiene a questa norma.

ART. 7.
(Risorse nettarifere).

1. Il nettare, la melata, il polline e il propoli sono risorse di un ciclo naturale di interesse pubblico.

2. Ai fini di un adeguato sfruttamento delle risorse nettarifere lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano incentivano la conduzione zootecnica delle api e la pratica economico-produttiva del nomadismo, sulla base dei seguenti princípi:
a) preventivo accertamento che gli apiari, stanziali o nomadi, rispettino le norme del regolamento di polizia veterinaria, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320, e successive modificazioni;
b) conservazione dei diritti acquisiti dai soggetti di cui all'articolo 3 che impostano abitualmente l'attività produttiva con postazioni nomadi o stanziali.

3. Gli enti pubblici agevolano la dislocazione degli alveari nei fondi di loro proprietà o ad altro titolo detenuti.

4. Ai fini di cui al presente articolo e unicamente per finalità produttive e per esigenze di ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse nettarifere, le regioni possono determinare la distanza di rispetto tra apiari, composti da almeno cinquanta alveari, in un raggio massimo di 200 metri.


26/01/2014, 13:53
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