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Pacchetti di semi per le api 
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Sez. Olivo
Sez. Olivo

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pantagruele ha scritto:
Tornando sul discorso "mutamenti climatici" suggerirei piante che forniscono un apporto anche con scarsa piovosità e alte temperature: trifoglio nano, melissa, mentuccia stoppione, le prime che mi vengono in mente


L'EVODIA credo possa essere un'opportunità. L’Evodia, infatti, teme i ristagni d’acqua e, nella condizione opposta, tollera male anche la siccità prolungata, soprattutto in giovane età.

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Flavio Pettinicchi

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21/04/2020, 22:25
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Ciao a tutti.
Ritorno dopo tanto tempo su questo argomento perchè il mio interesse in merito è aumentato e, soprattutto, i risultati e le novità sono significativi.
Per prima cosa, per quanto riguarda le semine dello scorso inverno, i risultati sono lusinghieri. Alcune erbe sono germogliate bene o benino e altre no. Complessivamente direi risultati accettabili.
Per le prossime semine mi sono però orientato verso altre metodologie.
Per primo ho cercato nelle mie zone erbe con fioriture significative sia per l'epoca, la capacità di fare macchie fiorite di una discreta o notevole estensione e con una rilevante attrattività per le api.
Con mia sorpresa e incredulità devo dire che le erbe selvatiche con queste caratteristiche sono veramente un discreto numero e inoltre producono una rilevante quantità di semi la cui raccolta presenta delle difficoltà che con un po' di pratica si superano facilmente. Complessivamente ho raccolto circa 3 kg di semi e tenendo conto che la maggior parte di queste piante produce dei semi piccoli o piccolissimi (meno di un millimetro di diametro) direi che la quantità in termini di numero di semi è veramente notevole.
Per la maggior parte di queste erbe ho recuperato anche il nome consultando il sito della associazione amatoriale di botanica Acta Plantarum https://www.actaplantarum.org/index.php" target="_blank" ( vedere la sezione Galleria-Indice per categorie).
Le erbe principali sono: Malva; 4 Centauree fra cui sicuramente la Nobilis, la Jacea e la Nigrescencis; Sambucus ebulus; Lythrum Salicaria; Vincetoxicum hirundinaria; Vedovine selvatica e maggiore; Salvia pratensis.
Inoltre anche altre tre erbe di cui non ho trovato ancora il nome e che non sono presenti nel sito citato.
Queste erbe hanno dei periodi più o meno lunghi di fioritura a partire da inizio giugno fino a ottobre inoltrato e, se considerate tutte insieme, senza nessuna interruzione di continuità e con abbondanti sovrapposizioni. La produzione di nettare è buona o ottima ed infatti attraggono tutte molte api e numerosi altri insetti pronubi. La maggior parte viene bene su terreni anche poveri e siccitosi. Solo la Salicaria vuole terreno umido e preferibilmente presenza costante di acqua come scoli o corsi d'acqua. Il Vincetoxicum invece viene anche in terreni non irrigati ma preferisce ambienti ombrosi e freschi. Le piante di questa specie che ho trovato in terreni esposti in continuazione al sole presentavano evidenti segni di stress idrico con compromissione della produzione di semi.
Alla prossima puntata.
Al.


22/10/2020, 22:25
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dimenticavo: solidago virgaurea, apprezzata dalle api


23/10/2020, 5:36
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Sez. Suini
Sez. Suini
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Formazione: laurea umanistica, esperienza in sala parto suini e fecondazione artificiale
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Ma ti interessano i semi solo di piante selvatiche o anche piante che potrebbero ben figurare in un orto o in un giardino?
Per esempio, nell' orto zucche e zucchini offrono fiori ricchissimi di pollini e liquidi zuccherini. Gli zucchini hanno un ciclo produttivo breve, mentre le zucche fioriscono fino a ottobre inoltrato, anche se con fiori man mano più piccoli.
In giardino, sono molto visitati dalle api i girasoli, le ipomee (che fioriscono tutta l'estate fino alle brinate), il philadelphus, la bignonia, il caprifoglio, la lavanda.
Eccetera... :)

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L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori.(Niels Bohr)
Più la caduta di un Impero è vicina, più le sue leggi sono folli. Cicerone


24/10/2020, 0:03
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Si o quasi esclusivamente.
Per diverse ragioni.
La principale è che nella mia zona, e in generale in tutte le aree intensamente coltivate, l'habitat per le api e per tutti gli insetti pronubi è estremamente compromesso il che causa un impoverimento di queste popolazioni che a sua volta provoca un impoverimento della flora che da questi insetti dipende per la propria moltiplicazione e propagazione. Per cui un risultato che si ottiene della semina di queste specie è atto a contrastare questi effetti. Secondariamente ma non per importanza c'è anche la necessità di avere superfici relativamente ampie con queste erbe per poter essere attrattive e produttive per una quantità di insetti notevole e quindi servono milioni di fiori non necessariamente grandi come quelli delle zucche. Oggettivamente ciò non è possibile con un orto o un giardino. Anche nelle zone agricole intensive queste superfici sono carenti ma a ben guardare potrebbero essere considerati diversi siti: Cigli stradali, appezzamenti abbandonati, parchi pubblici, aiuole e anche giardini privati. Il problema è che questo è un problema poco focalizzato dalle istituzioni e perfino dalle associazioni di apicoltori.
Tieni anche presente che le erbe selvatiche hanno un proprio meccanismo di propagazione per cui una volta seminate si moltiplicano da sole e ogni ulteriore semina fa da moltiplicatore della diffusione cosa che in un orto o giardino non può accadere.
Ora che arriva l'autunno mi accingo anche a raccogliere rami di alcuni alberi per fare delle talee la prossima primavera; alcune varietà di mandorli selvatici i primi a fiorire a fine inverno, dei prunus, della robinia, rosa canina, castagno sempre con la medesima destinazione delle erbe.


26/10/2020, 21:19
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Tra i primi a fiorire anche salici, noccioli e oppi


27/10/2020, 20:10
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Questi alberi sono precoci produttori di polline. Per quanto riguarda il nocciolo ho letto che viene visitato della api per raccogliere polline. Per gli altri due non ho indicazioni in merito.
Di noccioli nella mia zona ce ne sono in gran quantità perciò per le mie finalità questa specie non interessa. Il Salice un tempo era assai presente per la raccolta dei vimini per legare le viti. Ora si usa filo metallico e i salici sono spariti. Se sarà appurato che sono utili per e api farò talee anche di questi. Qualcuno ancora si trova per riprodurlo.


29/10/2020, 16:46
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Iscritto il: 25/04/2020, 6:15
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L'anno scorso ho notato che a marzo quando ancora la primavera non era scoppiata le api erano tutte addosso a due alberi presenti in un asilo nido vicino a dove abito:

- Acero silvestre (c'ho messo settimane per trovare qualcuno che fosse capace di dargli un nome)
- Melo cotogno



Il Cotogno fa fiori bellissimi per altro.

Devo dire che dopo soli due anni che ho iniziato il mio percorso con l'apicoltura la cosa che trovo più interessante sono le fioriture.


29/10/2020, 17:47
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Iscritto il: 21/04/2018, 14:53
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Pidarules ha scritto:
L'anno scorso ho notato che a marzo quando ancora la primavera non era scoppiata le api erano tutte addosso a due alberi presenti in un asilo nido vicino a dove abito:

- Acero silvestre (c'ho messo settimane per trovare qualcuno che fosse capace di dargli un nome)
- Melo cotogno



Il Cotogno fa fiori bellissimi per altro.

Devo dire che dopo soli due anni che ho iniziato il mio percorso con l'apicoltura la cosa che trovo più interessante sono le fioriture.


Direi Acero campestre.
https://www.floraitaliae.actaplantarum. ... .php?t=300
Pianta decisamente mellifera a quanto si desume dalla descrizione. Non ne ero a conoscenza. Terrò certamente presente se riesco a recuperare qualche esemplare.


29/10/2020, 22:01
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Un ulteriore suggerimento per chi fosse interessato. Un ottimo libretto che ho ricevuto oggi: "Coltivare piante mellifere"; autori G. Ricciardelli- F. intoppa.
Descrive un paio di centinaia di piante presenti in quasi tutta Italia e da' alcune indicazioni colturali.
Prezzo di copertina 20 € ma in rete si trova con piccoli sconti e spedizione modesta.
Anche le ragioni che hanno spinto gli autori alla sua pubblicazione collimano con le mie e spero con le vostre future.


29/10/2020, 22:57
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