|
Miglioramento genetico per la resistenza alla varroa
Autore |
Messaggio |
Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
|
I miei ibridi di ligustica-caucasica super cazzutissimi sopravvivono a 1500 metri sul livello del Water nel mezzo delle Montagne Rocciose stando sei mesi sotto la neve e ricevendo da 6-7 anni trattamenti con zucchero a velo ed un trattamento di ossalico sublimato all' ann.o E, se mi girano, uno di questi anni nemmeno quello. Non rimangono mai orfane, non ho mai visto uno scarafaggio ne' una camola, ne' un topo. Perdiamo 2-4 famiglie su 25/30 ogni inverno. Tutti gli anni abbiamo api da rilasciare per l' inselvatichimento. Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
|
21/07/2013, 22:54 |
|
|
|
|
humblebee
Iscritto il: 23/12/2011, 19:29 Messaggi: 528
|
Credo di avertelo già detto, ma ecco cosa penso della tua situazione. Durante il lungo blocco invernale azzeri quasi del tutto la popolazione di varroa col sublimato, dopodichè i 6 mesi successivi non sono sufficienti alla maledetta per raggiungere un numero cosi alto da far collassare la famiglia. Se smetti di trattare e le tue famiglie sopravvivono per più di 3 anni chiudo il becco, promesso!
PS il fatto che in climi che limitano il numero di cicli di covata annuali possa bastare un solo trattamento è fatto noto, almeno per me. Mi viene in mente il caso di un apicoltore calabrese, nella sua zona il clima è talmente arido che le api vanno in blocco naturale attorno ad agosto a causa della siccità. In queste condizioni il solo trattamento invernale gli consente di salvare la baracca.
|
21/07/2013, 23:00 |
|
|
Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
|
Si', insomma, secondo te avere le api sotto la neve 6 mesi all' anno con altra neve 2-4 volte nei mesi rimanenti (tutti i mesi tranne a luglio), nonche' un' estate calda e siccitosa rende l' apicoltura semplice ... ho capito bene? Vabbe'! Tot capita, tot sententiae ... Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
|
22/07/2013, 15:35 |
|
|
Obombo
Sez. Api
Iscritto il: 07/04/2010, 20:30 Messaggi: 3917 Località: Cisterna di Latina
|
humblebee ha scritto: Tanto per puntualizzare, non ho notizie del fatto che la varroa sia più aggressiva o le api più deboli, semplicemente la pima ha sviluppato resistenza verso alcuni principi attivi. Gli alveari muoiono, se non trattati, entro 2-3 anni esattamente come 20 anni fa. Che vent'anni fa gli alveari potevano sopravvivere per 2-3 anni senza trattamenti è vero e lo so per esperienza diretta. Che la stessa cosa sia possibile oggi è falso e anche questo lo so per esperienza diretta, e non solo. Anzi, oggigiorno una famiglia di api difficilmente può resistere senza trattamenti per un anno, figuriamoci per due o tre. La conclusione è che abbiamo selezionato delle api deboli, ed è anche logica. Se è vero che una piccola percentuale di api presentava una resistenza o tolleranza, che dir si voglia, alla varroa, azzerando la pressione selettiva mediante trattamenti a tappetto abbiamo offerto la stessa possibilità di moltiplicarsi a tutte le api, forti o deboli ce fossero, ed essendo quest'ultime in maggior numero è normale che abbiano prevalso.
_________________ http://www.agraria.org/apicoltura.htm - Atlante di Apicoltura
Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello... (Chuck Palahniuk)
|
28/07/2013, 20:51 |
|
|
humblebee
Iscritto il: 23/12/2011, 19:29 Messaggi: 528
|
Obombo, mi hai portato a riflettere un pò sulle mie varie esperienze apistiche 2013 ed effettivamente parecchie situazioni viste coincidono con quello che dici. Forse sono stato troppo avventato... Rimane il fatto che ora, a maggior ragione, non è possibile cessare i trattamenti. Se ci fosse un metodo di stima efficace della infestazione si potrebbero salvare le colonie più colpite trattandole ma cambiando poi immediatamente la regina per eliminare la sua genetica dal giro. Al momento il mio parere è che questo metodo non ci sia.
|
28/07/2013, 23:40 |
|
|
Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
|
Obombo ha scritto: ... La conclusione è che abbiamo selezionato delle api deboli, ed è anche logica. Se è vero che una piccola percentuale di api presentava una resistenza o tolleranza, che dir si voglia, alla varroa, azzerando la pressione selettiva mediante trattamenti a tappetto abbiamo offerto la stessa possibilità di moltiplicarsi a tutte le api, forti o deboli ce fossero, ed essendo quest'ultime in maggior numero è normale che abbiano prevalso. Ma allora io e te siamo d' accordo sul 99% di tutto?!?? Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
|
01/08/2013, 13:57 |
|
|
nicolsp
Iscritto il: 18/11/2010, 19:37 Messaggi: 2627 Località: la spezia
Formazione: diploma superiore
|
Ogni tanto mi si accendono nel cervello delle candele ed a quel punto incomincio a riflettere e ne vengono fuori una miriade di punti interrogativi e mi dico ma questa varroa è un virus ? è un batterio ? verso i quali le api possono diventare resistenti ? La risposta che mi do è quella che la varroa è un acaro , per cui mi dico : come possono le api diventare resistenti ad un parassita ? : essere capaci di ucciderle oppure avere in corpo sostanze che le rendono inappetibili all'acaro per cui questo cambia casa . Sarò pessimista , ma la selezione di cui si parla tanto per me è pura teoria , mancano i riscontri . ciao nicol
|
01/08/2013, 15:15 |
|
|
Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
|
Nicol, se rileggi tutto quello che e' stato scritto con un' attitudine positiva anziche' con la disperazione nel cuore, troverai che esistono una serie di meccanismi eto-fisiologici, in parte sottesi da caratteri genetici, ognuno dei quali diminuisce la sensibilita' alla varroa. Il comportamento igienico e' uno. Alcuni ceppi producono larve che non sono tanto "appetibili". L' accorciamento del ciclo di covata causato dalle celle piccole e' un altro. Di roba su cui lavorare ce n'e', eccome! Nessun fattore e' la bacchetta magica ma tutti insieme fanno la differenza. Una gestione piu' biologica che permette piu' propoli, piu' sciamature e nutre le api con il proprio miele anziche' con lo sciroppo fetecchioso che ai vecchi tempi andava bene ma ai tempi bui odierni indebolisce troppo le api Il problema e' che per 40 anni avete cercato di far sopravvivere le api deboli con la chimica anziche' fare SELEZIONE Esistono api selvatiche che sono sopravvissute al flagello quindi la selezione si puo' fare! Basta smettere di voler tenere tutti gil alveari marci ad ogni costo. Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
|
01/08/2013, 17:17 |
|
|
Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
|
A parte le scaramucce egotiche e le preferenze delle razze, qui c'e' un thread che spiega le basi generali del miglioramento genetico EMPIRICO api-f53/rudimenti-di-miglioramento-genetico-t33209.htmlMaddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
|
02/08/2013, 1:48 |
|
|
rosina
Iscritto il: 18/04/2012, 9:42 Messaggi: 160 Località: Carceri (PD)
|
Cita: http://www.forumdiagraria.org/api-f53/rudimenti-di-miglioramento-genetico-t33209.html Maddmax, gli amanti della natura dovrebbero essere così ....... Certo molti apicoltori vogliono diventare "imprenditori del miele" non pensando che così stanno forzando tutti quei meccanismi che da sempre ci governano. Qualcuno, qualche tempo pensò di agire cos'ì: ..... entrò nel tempio e ne scacciò tutti quelli che vendevano e compravano nel Tempio, rovesciò i tavoli dei cambiamonete e i seggi dei venditori di colombe, dicendo loro ....... . By!
|
02/08/2013, 8:33 |
|
|
Chi c’è in linea |
Visitano il forum: Nessuno e 12 ospiti |
|
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati
|
|
|