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Infestazione: tarme del legno?? 
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Iscritto il: 05/03/2010, 12:01
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Salve a tutti,
circa un mese fa (primi di febbraio), sono andato a fare visita alla mia arnia (l'unica che possiedo, visto che sono all'inzio della mia avventura da apicoltore), situata in provincia di Grosseto, ed ho avuto un'amara sorpresa: le api non c'erano più. Ispezionando l'interno ho trovato uno scenario apocalittico: l'arnia era stata invasa da larve, lunghe circa 1-2 cm con corpo bianco e testa rossa che l'avevano completamente occupata. Avevano nidificato lungo tutta la parete anteriore dell'arnia ed hanno intaccato (mangiandolo?) con dei solchi tutto il legno sia della struttura principale che dei telaini. Parlando con apicoltori locali mi è stato detto che si dovrebbe trattare di tarme del legno.

Nei giorni successivi alla scoperta, mi sono accorto che nelle ore centrali della giornata c'erano api che ronzavano intorno all'arnia abbandonata (10-15 circa), e quindi ho pensato che le mie api prima di essere sopraffatte dalle larve abbiano sciamato (nella macchia distante pochi metri) per mettersi in salvo dall'aggressione, e che siano tornate per recuperare un pò di miele che era rimasto nei telaini (mi sembra l'ipotesi più probabile, di sicuro saprete dirmi meglio voi).

Le foto che riporto le ho fatto poco tempo fa, le larve erano quasi completamente scomparse, tranne qualcuna che ho fotografato per mostrarvela.
Le domande che volevo farvi, vista la mia inesperienza, sono:
1) Si tratta di tarme del legno o di qualcos'altro? Da che cosa, in che modo si può essere generata una infestazione di tale dimensione, e come si può prevenirla (in 1 anno non ho mai avuto problemi con questa famiglia di api)??
2) Quale procedura e quali prodotti devo usare per "bonificare" l'arnia e poterla riutilizzare per un nuovo nucleo prima di questa imminente stagione apistica?

Vi ringrazio in anticipo!

Immagine
interno anteriore dell'arnia: ben visibili i "nidi" delle larve e i solchi bianchi che hanno fatto nel legno

Immagine
primo piano di una larva accanto ad un pollice (notare la testa rossa, carattere distintivo)

Immagine
telaino devastato e abbandonato


06/03/2010, 0:54
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ciao,
quelle sono tarme della cera. Si nutrono di cera, mentre le larve sono attaccate al legno e lo consumano.

In seguito a malattie le famiglie sciamano, ma, visto l'avanzato stato di infestazione la sciamatura risale a poche settimane fa. Di dove sei? Se era freddo le api sicuramente non si sono mosse dall'arnia!!!


06/03/2010, 14:06
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Emi ha scritto:
Salve a tutti,
Quale procedura e quali prodotti devo usare per "bonificare" l'arnia e poterla riutilizzare per un nuovo nucleo prima di questa imminente stagione apistica?


prova con il bacillus turingensis (B401) costicchia un po', ma una volta ingerito dalle larve produce una tossina che riesce a bucare il loro stomaco e passeranno a vita nuova


06/03/2010, 15:06
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miche75 ha scritto:
Emi ha scritto:
Salve a tutti,
Quale procedura e quali prodotti devo usare per "bonificare" l'arnia e poterla riutilizzare per un nuovo nucleo prima di questa imminente stagione apistica?


prova con il bacillus turingensis (B401) costicchia un po', ma una volta ingerito dalle larve produce una tossina che riesce a bucare il loro stomaco e passeranno a vita nuova



perdona la mia ignoranza, ma questo trattamento serve per contrastarle nel momento in cui mi accorgo che si stanno sviluppando e attaccano la famiglia (che quindi è lì presente) oppure per eliminare le tarme adesso che le api non ci sono più? e l'arnia è vuota? i favi invece li devo eliminare (li sciolgo, butto via la cera e riutilizzo il telaino)?

l'alveare è situato nel sud della toscana, in maremma, vicino ad orbetello a circa 50 metri s.l.m. e a 1-2 km in linea d'aria dal mare (quindi il clima è molto mite).

Per il futuro, quali sono i campanelli d'allarme che devo monitorare per scongiurare il ripetersi di queste infestazioni? Visitando l'alveare anche l'inverno?

grazie!!!


06/03/2010, 15:59
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Il trattamento va effettuato prima di riporre il materiale in magazzino. (ma sentiamo anche il parere degli altri)
Secondo me puoi farlo ora e aspettare che agisca il batterio sulle larve ancora presenti (ma prima accertati che non si sono le farfalle... il freddo le ammazza).
So che esiste questo prodotto, ma non l'ho mai usato. Leggi sulla scheda tecnica dopo quanto tempo puoi usare nuovamente il materiale.
Considera che questo batterio non dà alcun problema alle api, né all'uomo e non si ritrovano residui nel miele

Se le tarme hanno preso il sopravvento è perché si è indebolita la famiglia... magari perché è rimasta orfana!!! come è capitato a me l'anno scorso.


06/03/2010, 19:43
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Salve, descrivi tre fenomeni sostanzialmente indipendenti:
- la mancanza delle api
- le tarme della cera
- i tarli del legno.

Quella dei tarli nel legno dei telaini non l'avevo ancora sentita, ma le tarme della cera si nutrono di esuvie, distruggono la cera come effetto collaterale e non ho mai sentito o visto che tocchino il legno.
Le api le contrastano, appena le metti allo scoperto in un alveare popolato, passano pochi secondi prima che un paio di api le afferrino. Nel tuo caso sono una conseguenza, non la causa.
Il vero problema e' la scomparsa delle api.


06/03/2010, 21:46
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ciao, si tratta di tarme della cera, queste penetrano negli alveari e vi depositano per tutta la stagione favorevole le uova sui favi e sul fondo , dalle uova schiudono larve vermiformi bianco grigiastre , avide divoratrici della cera dei favi. Scavano gallerie alla base delle cellette e formano una sorte di ragnatela con le loro secrezioni sericee. caratteristici sono gli escrementi nerastri che si accumulano sul fondo e rimangono invischiati tra la setosità. Le tarme aggrediscono di preferenza i favi che hanno contenuto covata , specie se molto scuri ed anche quelli non presidiati dalle api, perchè laterali o posti fuori dall'alveare. Perchè vi sia lo sviluppo bisogna che la temperatura raggiunga il minimo di 15°C. Lo stadio di ninfa viene trascorso all'interno di bozzoli bianchi che le larve attaccano tenacemente al legno provocando in questo delle piccole escavazioni. In un alveare ben sviluppato e forte , con favi frequentemente rinnovati le tarme, anche se presenti , arrecano danni molto modesti . Ben diverso è il caso di alveari indeboliti da una qualsiasi causa , dove ben presto le tarme finiscono per avere il sopravento e conducono l'alveare rapidamente al disfacimento ed alla morte trasformandolo in un imponente focolaio d'infestazione , che, se non si interviene diventa fonte di contaminazione di alveari vicini . La prevansione si fà mantendo gli alveari popolosi , senza favi vuoti, evitando l'abbandono di alveari morti o morenti al loro destino e sopratutto evitando di lasciare pezzi di cera disseminati ovunque per l'apiario. se in occasione di una visita si notano gallerie in uno o più favi , bisogna intervenire asportando la parte attaccata,eliminando le larve , e inserendo se disponibile il favo in una famiglia numerosa che provvederà a ripulirlo e a ricostruire le celle raschiate per eliminare le larve (che hanno l'aspetto di bruchi. Marcello


06/03/2010, 23:21
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Quindi, se ho capito bene, sono avvenuti i seguenti fatti in successione:
1. la famiglia si è indebolita durante l'inverno (poche scorte, probabile orfanità...)
2. la temperatura è scesa sotto i 15 gradi (era gennaio)
3. le tarme hanno invaso l'arnia

Giunti a questo punto, cosa potrebbe essere successo alle mie apine?

E' possibile che le api, visto il proliferare delle tarme, consce della loro debolezza, abbiano abbandonato l'arnia per mettersi in salvo? (ho notato che, pochi giorni dopo la mia scoperta, trovavo sempre una decina di api che si muovevano sui telaini che avevo abbandonato, con un via vai continuo dalla macchia distante pochi metri: la mia ipotesi è stata che si siano messe in salvo nel bosco e siano tornate per recuperare un pò di miele....)

Oppure le api sono morte? (di fame, di freddo, di orfanità, non saprei...)
A tal proposito vi dico che non ho trovato cadaveri di api nè all'interno dell'arnia sulla retina, nè sul terreno antistante il predellino.

Ringrazio tutti per le risposte preziose che mi avete dato!!!

P.S: come faccio a verificare se ci sono delle gallerie durante i mesi invernali? io credevo (probabilmente sbagliandomi) che nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, viste le temperature basse, non si dovessero effettuare visite esplorando l'interno dell'alveare (altrimenti si rischierebbe il raffreddamento dello stesso con gravi problemi per le api).....


06/03/2010, 23:59
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Iscritto il: 11/11/2008, 0:26
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Località: Chiavari(Genova)
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Un alveare debole rischia di essere decimato perciò c'è la necessità di visitarlo in MARZO_APRILE ogni 8 giorni , per esaminare scrupolosamente tutta la covata opercolata ,asportando il verme , che pratica sotto gli opercoli della covata le sue gallerie , che si distinguono molto facilmente. Le tarme attaccano anche i favi immagazzinati sui quali provocano grossi danni . Finchè la temperatura rimane sotto i 15°C non ci sono pericoli. Di trattamenti preventivi per i favi in magazzino se ne era già parlato. Per eliminare molte di queste farfalle notturne è possibile disporre nell'apiario una latta abbastanza profonda o un fustino senza coperchio , con le pareti vischiose ( grasso per macchine, ecc) e una luce sul fondo . Le farfalle attirate dalla luce si invischieranno sulle pareti . Marcello


07/03/2010, 8:37
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Formazione: laurea in Economia & Commercio
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Le tarme della cera riescono anche a scavare il legno, creano dei solchi all'incirca delle loro dimensioni, dove vanno a fare il loro bozzolo.

_________________
Renzo

C'è un'ape che si posa
su un bottone di rosa.
Lo succhia e se ne va.
Tutto sommato la felicità
è una piccola cosa.

Trilussa


08/03/2010, 12:40
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