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Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

05/05/2015, 22:05

Grazie per le informazioni, tutte utilissime. Devo decidermi ad imparare bene l'inglese però, sono ancora ferma a: "the bee is on the table" :lol: :lol: :lol:

Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

18/11/2015, 0:23

Porto la mia esperienza.
Ora è il secondo inverno che affronta la famiglia di api che non ho mai tratto in nessun modo. In primavera ho preso due favi da questa e li ho messi in una cassettina da 10 fuchi e ora è una famiglia pure quella (con la regina che si son fatte da sole). Miele ne ho preso pochissimo per inciso.
La casetta della famiglia "originaria" e un arnia da 12, i cui favi (tagliati sul fondo) sono stati rialzati di un melario in modo da permettere l'accrescimento verso il basso e stimolare la produzione di cera, inoltre ci sono due normali melari sopra il nido. Tra i due melari sopra e la casetta (melario più nido) c'è un altra apertura, più piccola, che le api prediligono.

Ho aperto pochissime volte: una ho tagliato la covata di fuchi, che si era sviluppata sulla parte appena costruita dei favi, un altra ho rubato un paio di favi di covata e altre volte ho controllato solo che la regina sia sempre la stessa.



Ipotesi (tenendo come punto focale che la sanità e la naturalità dell'arnia aiuta nel processo di lotta alla varroa)

Dimensioni:
Importanza mantenere le dimensioni, perchè le api si "tarano" su queste. Con spazi abbondanti hanno la possibilita di usare parti differenti e "ristrutturare" la cera. Per inciso a un incontro ho sentito che la peste americana , che è una malattia che colpisce lo stomaco, può essere contrastata spingendo le api a produrre cera.

Temperatura:
Importante aprire l'arnia il meno possibile perchè la temperatura dell'alveare e quella ideale per la varroa sono leggermente differenti, aprendolo si abbassa e si favorisce la varroa.

Miele:
Lasciare sempre abbondante scorta di miele, permette alle api di non essere sempre "tirate a manetta" e hanno piu tempo per dedicarsi alla toilette.



Non aprirle non significa non guardarle, ma osservarle da fuori il piu possibile.... come consiglia il libro: Osservando la porticina di volo dell`arnia (Storch E.)

Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

18/11/2015, 10:16

sono perfettamente d'accordo sul fatto di aprire meno possibile e di dare spazio per far costruire la cera (togliendo i favi vecchi si aiuta l'igiene della famiglia). so che la varroa si riproduce a determinate temperature, non ho ben chiaro come invece possa influire l'apertura dell'arnia, tu intendi nella stagione calda? hai qualche lettura specifica in proposito da consigliarmi?
grazie ciao

Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

19/11/2015, 1:22

Il fatto di non aprire gli alveari non influisce in alcun modo lo sviluppo della varroa, anche se è vero che le api vengono stressate di meno. E' vero che la varroa resiste meno delle api alle temperature elevate ma stiamo parlando di 41-42°C, soglia impossibile da raggiungere all'interno di una colonia forte e sana che termoregola l'ambiente di modo che la covata non abbia a soffrire. Per lo stesso motivo, cioè la termoregolazione messa in atto dalle api, l'abbassamento di temperatura causato dall'apertura dell'alveare è di breve durata e non può favorire la varroa.
abe ha scritto:Dimensioni:
Importanza mantenere le dimensioni, perchè le api si "tarano" su queste. Con spazi abbondanti hanno la possibilita di usare parti differenti e "ristrutturare" la cera. Per inciso a un incontro ho sentito che la peste americana , che è una malattia che colpisce lo stomaco, può essere contrastata spingendo le api a produrre cera.

In genere gli apicoltori dicono che alle api piace stare strette, il che non è propriamente vero ma sta a significare che una famiglia tenuta stretta durante il periodo di fine inverno-primavera si sviluppa meglio. In natura alloggiano dove trovano ma bisognerebbe vedere come le dimensioni influiscono sulle performance delle famiglie selvatiche, cosa non facile.
Per quanto riguarda la peste americana, molto probabilmente il concetto era quello di rinnovare la cera in quanto vettore di malattie e non di far "sfogare" le api facendo loro costruire la cera per impedire che si ammalino, cosa che mi ricorda la teoria hippy secondo la quale bisognava lasciar crescere i capelli per impedire loro di soffocare il cervello :D
abe ha scritto:Temperatura:
Importante aprire l'arnia il meno possibile perchè la temperatura dell'alveare e quella ideale per la varroa sono leggermente differenti, aprendolo si abbassa e si favorisce la varroa.

La varroa è un parassita specifico dell'ape mellifera e in quanto tale perfettamente adattato al suo ospite e all'ambiente in cui vive. Difficile credere che il microclima dell'alveare possa risultargli dannoso.
abe ha scritto:Miele:
Lasciare sempre abbondante scorta di miele, permette alle api di non essere sempre "tirate a manetta" e hanno piu tempo per dedicarsi alla toilette.

Un'alimentazione ricca e varia, almeno per quanto riguarda il polline, è indispensabile per la buona salute delle api ma... in quanto alla toilette, non è che le api in mancanza di raccolto passano il tempo spulciandosi a vicenda, purtroppo, altrimenti avremo già risolto il problema varroa.
Insomma, se una famiglia resiste per più anni senza trattamenti, cosa che succede, anche se non molto frequentemente, le cause sono da ricercare altrove.

Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

19/11/2015, 23:24

Lettura da consigliare.. l'ho messa nel post precedente, ossia quella si storch, è piacevole e semplice anche se è stata scritta prima dell'arrivo della varroa, ma mantiene la sua validità.

Temperatura: Non Mi riferivo a temperature critiche per la varroa, ma di temperature ottimali, e questa temperatura ottimale, della varroa, è leggermente piu bassa, quindi quando si apre l'arnia la T scende e ci mettera un po a recuparare. In questo lasso è piu favorevole alla varroa. (varroa 32° / Api 33°-36°)

DImensioni: La dimensione, se lo spazio è eccessivo, (sempre credenza che le api sappiano meglio di noi di cosa abbiano bisogno) per lo svernamento la scelgono loro, propolizzando creano al loro "area di svernamento".

Miele: Un carenza di scorte stimola presumibilmente a lavorare piu e sicuro le rende piu nervose, rispetto a momenti di abbondanza. Questo non vuol dire che non lavorano piu (siamo seri), ma sono piu tranquille e probabilmente l'igene dell alveare ne risente in maniera positiva.

Una causa sola non c'è forse, ma probabilmente concause che influiscono in maniera positiva e credo che alcune sono da ricercare anche tra queste.
Parere mio ma ne son convinto.

Un paio di appunti in più: Sull arnia di riferimento le formiche tendono a fare il nido.

Saluti

Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

20/11/2015, 1:11

Abe, grazie per il consiglio ma... ho comprato il libricino qualche anno fa, forse spinto dal fatto che in quanto a letteratura apistica in Italia c'è ben poco su cui spendere i soldi, gli ho dato un'occhiata e l'ho messo in biblioteca.

Vediamo di chiarire questa cosa della temperatura. Il ciclo riproduttivo della varroa all'interno di una cella dura sui dieci giorni. In questo lasso di tempo, nel periodo della massima attività in apiario, una famiglia verrà visitata mediamente due volte (ma forse è un po' esagerato), con il conseguente abbassamento della temperatura per... una mezz'oretta? Basta questo per favorire la varroa? E nel caso l'alveare non venisse aperto, quindi non ci sarebbe un abbassamento di temperatura per un periodo di tempo uguale a 0,2-0,4% del totale, la varroa ne risentirebbe tanto da subire una riduzione del tasso di riproduzione? Considerando sempre che l'acaro, grazie al suo peculiare sistema di riproduzione è altamente adattabile, con tutto quello che ne consegue.

Per quanto riguarda le dimensioni, le api non propolizzano per modificarle, non ne avrebbero propoli a sufficienza. In un ambiente naturale si limitano ad aprire e chiudere passaggi tra i favi (cosa difficile con le arnie razionali) ma senza modificare i volumi, mentre la propoli viene usata per ridurre le dimensioni dell'entrata.

A questo punto presumo di non aver capito bene cosa intendi per "abbondanti sorte di miele", "tirate a manetta" e "più tempo per dedicarsi alla toilette". Dovresti spiegare meglio cosa intendi.

Sicuramente ci sono più fattori che influiscono la resistenza alla varroa ma sinceramente non sono molto convinto che tra questi ci siano quelli citati da te. Un po' ne abbiamo discusso in altri thread che troverai nel forum.

Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

20/11/2015, 23:15

A proposito dei libri: per non aver letto il libro di Alois Wallner, gli americani si sono messi in testa di aver scoperto loro il "fattore killer":
http://www.onearth.org/earthwire/backyard-honeybee-breeders-fighting-varroa-mites

Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

09/05/2017, 16:00

https://www.ted.com/talks/anand_varma_a ... anguage=en

si parla della resistenza alla varroa e della ricerca in questa direzione, seppur in estrema sintesi..

Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

19/05/2017, 11:38

Mi aggancio al topic perché vorrei unire 2 necessità.
Da una parte provare il sistema telaino trappola per asportare covata da fuco come metodo tampone di lotta alla varroa, dall’altra parte ho la necessità di dare spazio ad una famiglia ora su 9 telaini che è molto molto popolosa.
L’inserimento telaini trappola contro la varroa può aiutare per tutte e due le necessità? O per dare spazio poco fa rispetto a un telaio da nido?
Grazie ciao.

Re: Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa

20/05/2017, 13:35

Il telaino trappola va bene per dare spazio, anche perché mantiene le ceraiole e le nutrici sempre in attività ma visto il periodo forse conviene mettere anche il melario.
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