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Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa 
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Sez. Api
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Io avrei alcune cose da dire sull'argomento ma essendo pigro per natura, scrivere mi costa fatica... mi servirebbe una segretaria :D
@ Asterixxx, dai tuoi scritti è nato un equivoco, non trattare significa... non trattare, quindi niente timolo in estate, anche se non funziona più come una volta e niente succo di limone: per quanto sia blando l'effetto, sembra che qualcosa faccia e allora potrebbe esser quel 1% in più che fa la differenza tra la morte e la sopravvivenza.

@ Dixie, visto che la varroa in fase foretica rappresenta circa il 20% (percentuale variabile a seconda del momento) la sciamatura assicura la sopravvivenze dello sciame, quindi, della specie, non della famiglia madre. Le api del progetto Gotland, intese come popolazione, sono sopravvissute nella fase iniziale proprio grazie alla sciamatura.
Le api in natura possono resistere per più anni, e di questo ne ho le prove, come possono anche soccombere subito, il che succede abbastanza spesso ed è logico, visto che si tratta generalmente di sciami sfuggiti agli apicoltori, con regine di allevamento.
Oltre al grooming e ancora più importante, c'è il comportamento igienico, quello che permette alle api di individuare e disopercolare la covata infestata. Esistono negli states le api VSH selezionate per resistere alla varroa e si tratta di ligustiche, non ibride o bastarde, con buona pace di Maddmax.
Per quanto riguarda le malattie della varroa, non ci sperare troppo: visto il loro meccanismo di riproduzione, è inevitabile l'autoselezione di popolazioni resistenti alle malattie e anche ai trattamenti.

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http://www.agraria.org/apicoltura.htm - Atlante di Apicoltura

Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello... (Chuck Palahniuk)


28/04/2015, 23:32
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Tornando ai trattamenti, quando iniziai ad allevare le api, nel lontano 1990, essendo giovane ed utopista, per tre anni di seguito non feci alcun trattamento eppure le api sopravvissero. Nel frattempo, trattando a dismisura, spesso con le peggio schifezze, abbiamo selezionato un'ape poco resistente alla varroa mentre l'acaro è diventato molto più aggressivo.
Partendo da questa mia esperienza ho deciso di tentare un metodo di selezione che fosse una via di mezzo tra quello di Kefuss e quelli più macchinosi che evitano la perdita delle api (tipo Walner), quindi sono quattro anni che non faccio più trattamenti in estate, limitandomi al solo trattamento invernale. Al momento posso dire che le mie api sono mediamente tolleranti alla varroa, le perdite si aggirano intorno al 10-20% e probabilmente la propensione alla sciamatura è aumentata. In compenso, le famiglie a fine inverno sono molto più deboli rispetto a quando facevo il trattamento tampone in estate mentre per quanto riguarda il raccolto, i risultati sono eterogenei. Sto lavorando con api raccolte in giro, perché le famiglie con regine da allevamento difficilmente arrivano all'invernamento.
Ovviamente, sconsiglio caldamente questa strada a chi non ha ben chiaro in mente i rischi a cui si va in contro. Esortazione alquanto inutile, me ne rendo conto, perché, chi ignora i rischi non sa di ignorarli :roll: . Bé, ci vuole poco per ritrovarsi senza api, quindi... fatte i trattamenti... ma con misura, non trattate tutte le volte che vi si presenta l'occasione.

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28/04/2015, 23:51
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Obombo ha scritto:
Io avrei alcune cose da dire sull'argomento ma essendo pigro per natura, scrivere mi costa fatica... mi servirebbe una segretaria :D
@ Asterixxx, dai tuoi scritti è nato un equivoco, non trattare significa... non trattare, quindi niente timolo in estate, anche se non funziona più come una volta e niente succo di limone: per quanto sia blando l'effetto, sembra che qualcosa faccia e allora potrebbe esser quel 1% in più che fa la differenza tra la morte e la sopravvivenza.

Si è vero il timolo, il succo di limone sono dei trattamenti e ci metterei dentro anche alcune buone pratiche meccaniche dell'apicoltore nel rimuovere i favi vecchi e parte della covata da fuco... in effetti non ho abbandonato a se stesse le mie api anche se ho in previsione di provare senza timolo (visto che ormai dovrebbe aver perso la sua efficacia).
credo che terrò lo sciroppo perché comunque vale come alimentazione stimolante e come mezzo per indurle alla pulizia (dalla primavera ogni 35-40 giorni gli faccio il bagnetto).

Obombo ha scritto:
@ Dixie, visto che la varroa in fase foretica rappresenta circa il 20% (percentuale variabile a seconda del momento) la sciamatura assicura la sopravvivenze dello sciame, quindi, della specie, non della famiglia madre. Le api del progetto Gotland, intese come popolazione, sono sopravvissute nella fase iniziale proprio grazie alla sciamatura.
Le api in natura possono resistere per più anni, e di questo ne ho le prove, come possono anche soccombere subito, il che succede abbastanza spesso ed è logico, visto che si tratta generalmente di sciami sfuggiti agli apicoltori, con regine di allevamento.
Oltre al grooming e ancora più importante, c'è il comportamento igienico, quello che permette alle api di individuare e disopercolare la covata infestata. Esistono negli states le api VSH selezionate per resistere alla varroa e si tratta di ligustiche, non ibride o bastarde, con buona pace di Maddmax.
Per quanto riguarda le malattie della varroa, non ci sperare troppo: visto il loro meccanismo di riproduzione, è inevitabile l'autoselezione di popolazioni resistenti alle malattie e anche ai trattamenti.


quoto in pieno


29/04/2015, 13:02
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Sono tre anni che lo ripeto: TUTTI gli apicoltori che vogliono avere api diventeranno eretici. Qualcuno ci arriva prima ... qualcuno ci arriva dopo. E' solo questione di tempo. :) :D :lol:
Maddmax

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29/04/2015, 14:10
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che dire, lo spero per le nostre api ligustiche o meno :D


29/04/2015, 14:27
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Che dire sono eretico?
Vorrei proprio capire come si dovrebbe esserlo se non lo si è.
Chi o cosa stabilisce questa classificazione.
Comunque il fatto di partire da diciamo 10 alveari e tra riunioni, morte o inefficacia di regine e perdite arrivare a due evitando i trattamenti per riuscirci, può essere un contributo per avere tale alloro?
Insomma quale dovrebbe essere la via per lo scopo? Un qualche vademecum?
Prevedo e provvedo che poche linee di api assolutamente poco ibridate e molto ma molto ligustiche con poche variazioni nel DNA possano <-"arrangiarsi da sole"->.
Domanda: il vademecum è ...._ devono vivere solo e da sole quelle che si arrangiano?...eeh!?
Dalle risposte sono esclusi i professionisti.
Buona acacia a tutti Armando


30/04/2015, 22:48
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E’ eretico chi pensa che:
1) Lo sciroppo sia un alimento di nerda (come dimostrato anche dalla ricerca scientifica degli ultimi 3-4 anni)
2) Le api docili-docili siano troppo deboli per sopravvivere nello scenario attuale in cui patogeni e parassiti vengono movimentati alla velocita’ del suono attraverso il globo
3) L’ allevamento puo’ essere fatto in purezza ma non puo’ essere fatta in consanguineita’ (e la linea di demarcazione non ce l’ha nessuno in tutto il globo terracqueo)
4) Il propoli rompe le balle agli apicoltori ma per le api e’ un toccasana (come dimostrato anche dalla ricerca scientifica degli ultimi 3-4 anni)
5) Le api devono poter sciamare e non possono essere affollate a 60000 alla volta nelle Dadant da 10 favi come ai vecchi tempi quando la varroa non esisteva e non si doveva fare il blocco 1,2,3 volte all’anno.
6) La “ligustica” puo’ andare bene alle Cinque Terre e a Rimini (e forse anche a Posillipo): per altre condizioni pedoclimatiche ci sono razze molto migliori
7) Le regine che si comperano sono quasi tutte marce
8) Occorre fare selezione e non tenere tutti i materiali marci solo perche’ … sono nei proprii alveari e perche’ … poverine … bisogna salvarle a tutti i costi allevando Morte e Pestilenza da spargere agli alveari vicini.
9) Smettendo di somministrare farmaci e lasciando fare alla selezione naturale accettando le perdite si raggiunge un equilibrio ragionevole
10) Il costo del miele a 8 euro al kilo e’ un artificio che ha un enorme costo nascosto: ovvero quello di dover ricorrere a tecniche che aumentano il carico di patogeni e parassiti nella apicoltura globale.

Chi, invece, pensa che tutto quanto sopra siano belinate perche’ il Libro Della Rivelazione non ne parla e’ un apicoltore ortodosso.
Maddmax

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01/05/2015, 18:01
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Obombo ha scritto:
non trattare significa... non trattare, quindi niente timolo in estate, anche se non funziona più come una volta e niente succo di limone: per quanto sia blando l'effetto, sembra che qualcosa faccia e allora potrebbe esser quel 1% in più che fa la differenza tra la morte e la sopravvivenza.

Concordo. Da quanto scritto inizialmente da asterixxx avevo capito che non ci fosse alcun trattamento eccetto il succo di limone, che è comunque un "trattamento" , ma il cui uso esclusivo sarebbe stato per me comunque interessante da valutare.

Obombo ha scritto:
visto che la varroa in fase foretica rappresenta circa il 20% (percentuale variabile a seconda del momento) la sciamatura assicura la sopravvivenze dello sciame, quindi, della specie, non della famiglia madre. Le api del progetto Gotland, intese come popolazione, sono sopravvissute nella fase iniziale proprio grazie alla sciamatura.

Concordo ancora. Quello che mi interessa del progetto Gotland però non è la sopravvivenza dell' intera popolazione, che è sicuramente in larga parte dovuto alla sciamatura, ma la sopravvivenza di singole colonie di api che, a quanto mi pare di capire dalla frase dell'articolo "singole colonie di api di una popolazione più numerosa sono in grado di sopravvivere per sette anni anche senza trattamenti alla varroa" sembra accertata nell'ambito di quello studio. La sciamatura in questo senso pare essere un elemento importante della sopravvivenza delle api come specie ma non il fondamentale se si considera il punto di vista della singola colonia.

Obombo ha scritto:
Oltre al grooming e ancora più importante, c'è il comportamento igienico, quello che permette alle api di individuare e disopercolare la covata infestata. Esistono negli states le api VSH selezionate per resistere alla varroa e si tratta di ligustiche, non ibride o bastarde, con buona pace di Maddmax.

Per quanto concerne grooming e comportamento igienico so che in varie parti del mondo, ognuno a modo suo, sta cercando (o è riuscito) a selezionare api resistenti. Mi chiedevo se qualcuno qui, in questo forum, avesse mai osservato questo comportamento in famiglie abbandonate/selvatiche che son sopravvissute per più anni senza trattamenti o se viceversa, pur avendo osservato famiglie sopravvissute non ci fosse traccia di comportamento igienico e grooming (nel qual caso la cosa sarebbe ancora più interessante per me, in quanto sarebbero ancora più misteriose le cause della sopravvivenza).
A tale proposito comunque vi prego di segnalarmi qualsiasi articolo o documentazione sulle vhs e simili, vista la mia ancora enorme ignoranza in materia.

Obombo ha scritto:
Per quanto riguarda le malattie della varroa, non ci sperare troppo: visto il loro meccanismo di riproduzione, è inevitabile l'autoselezione di popolazioni resistenti alle malattie e anche ai trattamenti.

La mia non era certo una speranza, capisco benissimo che visti i meccanismi riproduttivi della varroa la selezione naturale nel caso degli acari proceda a ritmi sicuramente incontrollabili. Trovo solamente piuttosto bizzarro, o magari in alcuni casi un pò approssimativo, contare i morti per calcolare il numero dei vivi. Sopratutto perchè, ma qui son io che probabilmente ho poca fiducia nell'intelligenza umana, immagino che spesso l'errata interpretazione dei risultati della "conta" porti più ad un eccesso di trattamento che ad una sua diminuzione in frequenza e intensità (cosa che, mi pare di intuire, non aiuti certamente le api a mantenersi sane e vigorose).

Obombo ha scritto:
Tornando ai trattamenti, quando iniziai ad allevare le api, nel lontano 1990, essendo giovane ed utopista, per tre anni di seguito non feci alcun trattamento eppure le api sopravvissero. Nel frattempo, trattando a dismisura, spesso con le peggio schifezze, abbiamo selezionato un'ape poco resistente alla varroa mentre l'acaro è diventato molto più aggressivo.Partendo da questa mia esperienza ho deciso di tentare un metodo di selezione che fosse una via di mezzo tra quello di Kefuss e quelli più macchinosi che evitano la perdita delle api (tipo Walner), quindi sono quattro anni che non faccio più trattamenti in estate, limitandomi al solo trattamento invernale

Cosa successe dopo i tre anni? Morirono tutte o cambiasti strategia per altri motivi?
Non conosco il metodo Walner. Dove posso trovare dei riferimenti a tale metodo?

Obombo ha scritto:
Le api in natura possono resistere per più anni, e di questo ne ho le prove.

E facci un esempio di queste esperienze dai..questo chiedo, niente di più. Fatti, scrivetemi fatti. Nudi e crudi. Mi bastano cose tipo "avevo un barattolo di pelati da cinque chili vuoto e posso giurare, mi cadessero le orecchie se mi sbaglio, che ci hanno vissuto le api senza alcun aiuto per cinque anni"


Per quanto concerne l'ERESIA, se questa consiste nell'accettare l'ape in quanto tale, con le sue inclinazioni naturali a sciamare, a propolizzare, a mangiare il miele, a soccombere a peroni di farmaci, a ribellarsi quando viene snaturata della sua natura di ape, ben venga l'ERESIA. Il buon senso, questa cosa antica e dimenticata, è sempre il benvenuto (e anche qui però - permettetemi la citazione - la linea di demarcazione non ce l'ha nessuno in tutto il globo terracqueo ;) )

Dixie


02/05/2015, 23:52
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Dixie ha scritto:
A tale proposito comunque vi prego di segnalarmi qualsiasi articolo o documentazione sulle vhs e simili, vista la mia ancora enorme ignoranza in materia.
Con l'ultimo numero di L'Apis è uscito un dossier che tratta l'argomento e che verrà pubblicato prima o poi sul loro sito.
Dixie ha scritto:
Trovo solamente piuttosto bizzarro, o magari in alcuni casi un pò approssimativo, contare i morti per calcolare il numero dei vivi.
Purtroppo, non ci sono molti strumenti per stimare il livello di infestazione. Né la "conta dei morti" :D né il metodo dello zucchero a velo, né la conta delle cellette infestate offrono risultati molto precisi. Per conoscere con esattezza il numero delle varroe che infestano una famiglia... bisogna sterminarle.
Dixie ha scritto:
Cosa successe dopo i tre anni? Morirono tutte o cambiasti strategia per altri motivi?
La seconda che hai detto :)
Dixie ha scritto:
E facci un esempio di queste esperienze dai..questo chiedo, niente di più. Fatti, scrivetemi fatti.
Ci sono colonie insediate nello stesso posto da più anni e che nel periodo della sciamatura... producono sciami. Che mi cascassero le orecchie se non è cosi :lol: Con alcuni amici avevamo pensato di organizzare un programma di monitoraggio di queste famiglie ma per mancanza di tempo il progetto è stato abbandonato... bé, diciamo temporaneamente sospeso. Per quanto riguarda il barattolo di pelati :D , credo tu abbia avuto un esempio simile, anche se le api sono sopravvissute solo per quattro ani (ma sono morte, presumibilmente, per colpa dei pesticidi)

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04/05/2015, 21:37
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-Kirrane MJ, de Guzman LI, Holloway B, Frake AM, Rinderer TE, Whelan PM. Phenotypic and Genetic Analyses of the Varroa Sensitive Hygienic Trait in Russian Honey Bee (Hymenoptera: Apidae) Colonies. PLoS One. 2015 Apr 24;10(4):e0116672.

-Moritz, R.F. (2014) Selection for varroatosis resistance in honeybees. Parasitol Today 10, 236-8.

-De Guzman, L.I., Rinderer, T.E., Bigalk, M., Tubbs, H., Bernard, S.J. (2005) Russian honey bee (Hymenoptera: Apidae) colonies: Acarapis woodi (Acari: Tarsonemidae) infestations and overwintering survival. J Econ Entomol 98, 1796-801.

-Rinderer, T.E., Danka, R.G., Johnson, S., Bourgeois, A.L., Frake, A.M., Villa, J.D., De Guzman, L.I., Harri,s J.W. (2014) Functionality of Varroa-resistant honey bees (Hymenoptera: Apidae) when used for western U.S. honey production and almond pollination. J Econ Entomol 107, 523-30.

-Lattorff, H.M., Buchholz, J., Fries, I., Moritz, R.F. (2015) A selective sweep in a Varroa destructor resistant honeybee (Apis mellifera) population. Infect Genet Evol. 31, 169-176.

Sono tre anni che vi dico di incrociare la ligustica con la caucasica e di FARE SELEZIONE come abbiamo fatto noi 15 anni fa ...
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04/05/2015, 22:28
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