|
Il solito tormentone: Famiglie resistenti alla varroa
Autore |
Messaggio |
Dallas
Iscritto il: 22/10/2014, 19:21 Messaggi: 131 Località: Molise
|
asterixxx ha scritto: mi serve per farmi un idea se e quanto sono infestate le famiglie. nel cassettino ne trovo di morte ma essendo le reti di fondo propolizzate la conta non è mai affidabile. ho provato anche a mettere telaini da melario nel nido per dare spazio alla covata maschile ed eliminarla come da metodo campero e simili. ma in realtà non ho mai avuto infestazioni importanti e per questo ora mi limito a controllare nelle aree periferiche dove si concentrano i fuchi. ci sono dei video dove sforchettando le celle si vedono le larve invase da varroe a limiti allarmanti, se ne trovassi anch'io a tali livelli non esiterei a passare l'ossalico.. Scusa la mia ignoranza, ma a cosa serve sforchettare? Non si dovrebbe asportare proprio tutta la porzione di favo con la covata opercolata?
|
28/04/2015, 12:34 |
|
|
|
|
asterixxx
Iscritto il: 09/07/2012, 20:51 Messaggi: 296 Località: ROMA
|
si asporta la covata da fuco quando vuoi prevenire o limitare un infestazione. mi limito a sforchettare per monitorare lo stato della varroa. diciamo pure che non adotto un metodo scientifico se è questo che vuoi sapere.
|
28/04/2015, 12:55 |
|
|
Dallas
Iscritto il: 22/10/2014, 19:21 Messaggi: 131 Località: Molise
|
Ah ho capito, grazie.
|
28/04/2015, 13:05 |
|
|
Dixie
Iscritto il: 20/03/2015, 12:13 Messaggi: 10
|
Innanzitutto vi ringrazio per le informazioni che state condividendo, trovo davvero utilissimo il confronto. Ho comunque qualche punto da chiarire.
Sciamatura (vedi Dallas) Che le api cerchino di difendersi dall’infestazione sciamando lo posso anche capire (anche se non ho sotto mano studi o ricerche che attestino questo comportamento preciso nei confronti della varroa, se esistono e vorrete segnalarmeli ve ne sarò grata), faccio un po’ più fatica a credere che questa strategia funzioni nel lungo periodo. Ragionando in maniera rozza e immaginando un alveare con 100 api e 100 celle infestate ognuna da una varroa (quindi con 200 varroe totali), all’atto della sciamatura 50 api con 50 varroe volano via, ma 150 varroe rimangono nell’alveare (100 nelle celle e 50 nelle api), mantenendo un livello di infestazione di 1 ape : 1 varroa, quindi non capisco come possa percentualmente calare il livello di infestazione (soprattutto nella famiglia di origine poichè nella realtà le varroa nelle celle non sono sicuramente una ma si moltiplicano esponenzialmente). In questo senso l’esperimento di Gotland, che credo voi conosciate già, mi pare dimostri che la sciamatura non ha un ruolo fondamentale nel controllo dell’infestazione (anche se la varroa probabilmente incrementa il numero di sciamature) ma che sicuramente intervengono anche altri fattori non ben identificati.
Groming e possibilità di sopravvivenza senza trattamenti (vedi Asterixxx) Visto quanto detto da Asterixxx pare al momento accertato che alcune famiglie possano sopravvivere almeno 3 anni senza trattamenti. Sarebbe qui interessante sapere in che tipo di arnia vivono queste famiglie, se se ne conosce la provenienza (ovvero sono api bastarde, ma tanto bastarde che non abbiamo nemmeno un’idea di quale pseudo-razza possa averle generate o abbiamo ad esempio un’idea delle api e fuchi che circolano nella zona di prelievo dello sciame?), se ci sono accorgimenti particolari che lui adotta nell’allevamento (a parte il succo di limone che già dice di usare) e se ha mai notato fenomeni di groming tra api o nei confronti delle larve opercolate.
Per quanto concerne quanto detto da Silvano68, concordo sul fatto che molto spesso quelle che vengono definite colonie “permanenti” di api siano in realtà costituite da un avvicendarsi di sciami e proprio per questo chiedevo informazioni certe su famiglie che REALMENTE sono state osservate per più anni.
A Maddmax rispondo che si, concordo su tutta la linea a preferire api meno produttive e più sciamarole ma più resistenti, ad api che producono quintali di miele e poi muoiono perché un cane ha starnutito vicino all’arnia. Sul concetto di ape bastarda, come so che tu lo intendi (perché ho letto altri post, peraltro molto interessanti) al momento però non mi esprimo, perché non credo di avere ancora le competenze per poter formulare un’opinione seria.
Un’ulteriore osservazione vorrei farla sul metodo di “conta” delle varroe. Mi pare che contare le varroe vive (con metodo zucchero a velo, con sforchettamento fuchi ecc.) abbia più senso che contare quelle morte nel cassettino antivarroa. Per il semplice motivo che, ipotizzata una malattia delle varroe (perché le maledette non saranno mica immuni da tutto no?) che porta a farne cadere di più nel cassettino la conclusione che ne trae l’apicoltore non è che le maledette stanno soccombendo, ma che invece l’infestazione si sta facendo più ampia e quindi giù a trattamenti ancora più spinti. Mi sembra un po’ paradossale come concetto, ma forse mi sto perdendo qualcosa io. Illuminatemi.
Dixie
|
28/04/2015, 15:00 |
|
|
asterixxx
Iscritto il: 09/07/2012, 20:51 Messaggi: 296 Località: ROMA
|
io uso le dadant classiche da 10 telai (anche se il piu è a 9 con diaframma). oltre lo sciroppo calato direttamente nel nido, usare il timolo a fine estate e limitare la covata maschile in alcuni casi, non ho fatto altro da tre anni a questa parte . nel mio apiario ho ospitato sciami presi qua e la ma anche quelle famiglie che sembravano mansuete hanno finito per uniformarsi e diventare "assassine" all'inizio pensavo di cambiarle ora sono sempre piu convinto che vinceranno loro comunque... l'ape regina in media la tengo due anni ma anche piu, dipende da come parte o se provvedono loro stesse alla sostituzione. non conosco patologie (mi sto grattando fortemente) come nosema, covata calcificata o funghi o pesti varie. non ho mai avuto una famiglia collassata per la troppa varroa. non mi sembrano particolarmente afflitte dalla febbre sciamatoria e tutte le famiglie invernate (10) sono sopravvissute e partite benissimo. ora detto questo dico che con 10 famiglie non è possibile fare una statistica seria e per questo dico non seguitemi. sono piu che convinto che l'ossalico sia la scelta giusta per chi possiede tante arnie e in certe situazioni (ne ho ancora un barattolo pieno di almeno 5 anni, a proposito quanto dura? ). non saprei dirti che tipo di ape ho ma sicuramente non sono ne nere, ne piccole, ne mansuete... il mio modo di condurre? molti spunti li ho presi proprio qui sul forum e mi hanno aiutato a migliorare la pratica. credo che non ci sia una soluzione buona per tutti ma tutti possono trovare quella che fa per loro
|
28/04/2015, 16:57 |
|
|
Dallas
Iscritto il: 22/10/2014, 19:21 Messaggi: 131 Località: Molise
|
Dixie ha scritto: Che le api cerchino di difendersi dall’infestazione sciamando lo posso anche capire (anche se non ho sotto mano studi o ricerche che attestino questo comportamento preciso nei confronti della varroa, se esistono e vorrete segnalarmeli ve ne sarò grata), faccio un po’ più fatica a credere che questa strategia funzioni nel lungo periodo. Ragionando in maniera rozza e immaginando un alveare con 100 api e 100 celle infestate ognuna da una varroa (quindi con 200 varroe totali), all’atto della sciamatura 50 api con 50 varroe volano via, ma 150 varroe rimangono nell’alveare (100 nelle celle e 50 nelle api), mantenendo un livello di infestazione di 1 ape : 1 varroa, quindi non capisco come possa percentualmente calare il livello di infestazione (soprattutto nella famiglia di origine poichè nella realtà le varroa nelle celle non sono sicuramente una ma si moltiplicano esponenzialmente). In questo senso l’esperimento di Gotland, che credo voi conosciate già, mi pare dimostri che la sciamatura non ha un ruolo fondamentale nel controllo dell’infestazione (anche se la varroa probabilmente incrementa il numero di sciamature) ma che sicuramente intervengono anche altri fattori non ben identificati. scusami, ma come 100 api e 100 celle infestate ognuna da una varroa?? le api sciamano in primavera/estate, non in inverno, varroa in fase foretica ce n'è solo in blocco di covata, pertanto se sciamano la varroa la lasciano nella covata, non se la portano appresso durante il "trasloco".
|
28/04/2015, 21:42 |
|
|
Dixie
Iscritto il: 20/03/2015, 12:13 Messaggi: 10
|
A maggior ragione, se non ci sono varroe in fase foretica, la famiglia di origine risulta, a parità di api, più infestato dello sciame che si invola. Ovvero se ci sono 200 varroe e 200 api il rapporto sara' api:varroe=1:1. Andando via 50 api senza varroe, rimangono 200 varroe e 150 api, con un rapporto api:varroe=1.3. In conclusione la famiglia che resta, e che alleva la nuova regina, dovrebbe collassare prima.
Dixie
|
28/04/2015, 22:30 |
|
|
Dixie
Iscritto il: 20/03/2015, 12:13 Messaggi: 10
|
il rapporto api:varroe sarebbe 1:1.3 (ho scritto male nel post precedente)
|
28/04/2015, 22:31 |
|
|
Dallas
Iscritto il: 22/10/2014, 19:21 Messaggi: 131 Località: Molise
|
Appunto: questo (la sciamatura naturale) è il solo, l'unico, e forse anche il migliore modo in cui le api in sciami selvatici si difendono dall'infestazione da varroa; la parte di famiglia che rimane nel nido d'origine non è sempre la stessa.
(come faccia la parte di famiglia che rimane nel nido a sopravvivere è un altro paio di maniche)
|
28/04/2015, 22:58 |
|
|
Dixie
Iscritto il: 20/03/2015, 12:13 Messaggi: 10
|
La cosa che ritengo più interessante è proprio questa, ovvero come faccia a sopravvivere la famiglia di origine .
|
28/04/2015, 23:25 |
|
|
Chi c’è in linea |
Visitano il forum: Nessuno e 20 ospiti |
|
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati
|
|
|