17/12/2020, 19:59
Apino ha scritto:Pidarules ha scritto:Apino ha scritto:L' apicoltura da reddito (fatta con fogli cereri, ecc.) secondo il mio punto di vista, non é il futuro per gli apicoltori e nemmeno per le api.
in quanto?
In quanto... E' un mio punto di vista. Per non andare fuori tema, dovremmo aprire un nuovo argomento! Però vorrei solo accennare all'impoverimento genetico che ci regala il foglio cereo. Io non sono uno studioso, nè un ricercatore, sono solo un'apicoltore (nemmeno con molti anni d'esperienza alle spalle)... Un'osservazione banale che può fare anche chi non sà cosa sia un'alveare: ridurre la presenza di fuchi in un'alveare al 3 - 5% rispetto al 30 - 40% in condizioni naturali, porta vantaggi alla colonia?
17/12/2020, 23:58
Sebaseba ha scritto:Però vorrei solo accennare all'impoverimento genetico che ci regala il foglio cereo. Io non sono uno studioso, nè un ricercatore, sono solo un'apicoltore (nemmeno con molti anni d'esperienza alle spalle)... Un'osservazione banale che può fare anche chi non sà cosa sia un'alveare: ridurre la presenza di fuchi in un'alveare al 3 - 5% rispetto al 30 - 40% in condizioni naturali, porta vantaggi alla colonia?
18/12/2020, 1:19
18/12/2020, 1:45
Obombo ha scritto:Sebaseba ha scritto:Però vorrei solo accennare all'impoverimento genetico che ci regala il foglio cereo. Io non sono uno studioso, nè un ricercatore, sono solo un'apicoltore (nemmeno con molti anni d'esperienza alle spalle)... Un'osservazione banale che può fare anche chi non sà cosa sia un'alveare: ridurre la presenza di fuchi in un'alveare al 3 - 5% rispetto al 30 - 40% in condizioni naturali, porta vantaggi alla colonia?
Non vedo come la riduzione del numero di fuchi allevati possa portare a una diminuzione del pool genetico, se volevi dire questo a proposito dell'utilizzo di fogli cerei. Per quanto riguarda il 30-40% di fuchi, se questa percentuale è intesa come numero di fuchi allevati rispetto alla quantità totale di covata allevata in una colonia allo stato brado, allora i numeri sono sbagliati. Giusto una regina fucaiola può avere un risultato del genere.
Per quanto riguarda l'utilizzo di favi naturali in arnie razionali, non mi convince molto, come d'altronde mischiare artificiali e naturali. Le dimensioni dei telaini e lo spazio interno si adattano bene ai fogli cerei ma non ai favi naturali. A parte le dimensioni, in un alveare naturale le api costruiscono con un certo criterio, posizionando le cellette per operaie, fuchi e miele ai posti giusti, mentre in un'arnia razionale costruiranno in base allo spazio disponibile e al periodo, pertanto, in primavera ci saranno cellette per fuchi in ogni dove, inclusi i telaini da melario, se lasciati costruire a loro, dove tarderanno a depositare il miele, aspettando che la regina salga per depore.
18/12/2020, 8:31
Apino ha scritto:Sono d'accordo che le dimensioni dei telaini della DB sono forse troppo grandi
Obombo ha scritto:in primavera ci saranno cellette per fuchi in ogni dove, inclusi i telaini da melario, se lasciati costruire a loro, dove tarderanno a depositare il miele, aspettando che la regina salga per depore.
20/12/2020, 23:19
Apino ha scritto:Non vedi bene, perché la somma dei geni vengono "trasmessi" dalla somma degli esemplari. Sono i geni dei genitori che si sommano nei geni della prole. Se diminuisce il numero di esemplari é matematico che diminuisca il pool genetico.
Sebaseba ha scritto:Forse le mie apuzze sono "abituate" alle cornici del telaio, ma se non avessi precedentemente segnato i telai naturali con una bella "N", adesso la maggior parte non sarei in grado di riconoscerli.
21/12/2020, 8:56
Obombo ha scritto:Non so per quanto tempo e su quanti alveari tu abbia testato la costruzione senza foglio cereo
21/12/2020, 16:21
Obombo ha scritto:Mi pare che la variabilità genetica sia molto di più messa a rischio dalla selezione per linee, piuttosto che dal numero ridotto di fuchi. Che poi, nelle arnie razionali non è proprio così ridotto come si pensa.
Sicuramente é messa più a rischio per ridotto numero di linee, le quali sono però più a rischio con un minore numero di individui (famiglie) in natura...altrimenti queste considerazioni che facciamo non hanno senso, se non per una singola linea...
Il "pool" genetico é il risultato della "evoluzione". Quel poco che c'é da ricombinare pare così essere sufficiente. L'esempio dei tre alveari é ipotetico e sono d'accordo con l'ipotesi, ma in questo caso la visione mi sembra un pò limitata. Non é valido, in quanto può esserlo solo se due famiglie su tre sono con arnie a fogli cerei. Invertendo il caso ad una su tre, le percentuali a disposizione della ipotetica regina cambiano sostanzialmente... Se poi per "assurdo" avessimo un caso con solo tre famiglie con il 5% di fuchi, oppure uno con solo tre famiglie con il 40%, le casistica per la regina sarebbe la stessa.
La complessità creata nella trasmissione genetica é l'assicurazione dell'adattamento della specie a cambiamenti naturali (e spero qui siamo d'accordo), ma limitarla ai soli 15 - 20 fuchi che andranno ad accoppiarsi può limitare o addirittura bloccare l'evoluzione se quei 20 sono i migliori fra 500 invece che fra 15000. In questo caso il foglio cereo non limita solo la quantità di fuchi, ma la probabilità di successo per gli esemplari migliori: quindi ne limita la qualità del successo.
Lo sciame che conseguirà dall'ipotetica sciamatura andrà a vivere in un ambiente più o meno diverso, dove i nuovi esemplari (fuchi) dovranno adattarsi a condizioni non identiche a quelle dei loro precedenti "fratelli", con i quali entreranno in competizione per le successive regine: questo determina "l'evoluzione" (in breve).
...I cambiamenti sono sì dati da tempi enormemente lunghi, ma sono altrettanto enormi le probabilità di insuccesso di un singolo esemplare. Ci sarebbe oltretutto da tenere in considerazione "l'adattamento all'ambiente" (e quindi il sopravvivere) sviluppato dagli esemplari delle famiglie su favi costruiti su foglio cereo e quello sviluppato da quelle su favi naturali (...una cella di fuco naturale non ha il volume di una cella d'operaia adattata...!).
: "non é poi così ridotto come si pensa"
può essere una valutazione tendenziosa come il sostenere che un'alveare con il 40% di fuchi in primavera é un'alveare con una regina mediocre, difettosa, o comunque poco "produttiva".
La combinata favo naturale foglio cereo a mio avviso é senza dubbio complessa, ma non credo che si sia sperimentato a sufficienza... Le esperienze sono molte, ma hanno tuttavia risultati differenti. Le api hanno ritmi biologici e interazioni che ancora non possiamo tradurre (per loro fortuna). La mia (per ora) definitiva considerazione é che i problemi dell'uso o meno del foglio o viceversa, sono legati al mercato e non necessariamente alla qualità del lavoro per gli apicoltori. L'apicoltura professionale al giorno d'oggi é (in grande parte) un compromesso con le abitudini dei consumatori. Non metto in dubbio che i fogli cerei siano un vantaggio per chi pratica apicoltura. Metto in dubbio che i futuri apicoltori possano continuare a fare apicoltura alla stessa maniera.Sebaseba ha scritto:Su alcuni in primavera, ho tagliato il 40% della covata a fuco per abbassare l'infestazione da varroa
21/12/2020, 17:07
Apino ha scritto:Togliere i favi di fuchi , (lotta biomeccanica) é un'altra cantonata degli apicoltori: riduce sì temporaneamente la quantità di varroa, ma al prezzo di selezionare varroe che entrano in celle d'operaia. Non é un vantaggio per le api.
21/12/2020, 22:56
Apino ha scritto:... quei 20 sono i migliori fra 500 invece che fra 15000...
può essere una valutazione tendenziosa come il sostenere che un'alveare con il 40% di fuchi in primavera é un'alveare con una regina mediocre, difettosa, o comunque poco "produttiva".
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