Ciao a tutti,
è da qualche mese che mi sto interessando al mondo delle api. Non ho ancora mai fatto alcun tipo di esperienza pratica. Ho acquistato e sto leggendo il libro di Contessi. In questi giorni, nelle ore più calde della giornata, mentre passeggio con i miei cani, mi fermo ad osservare qualche ape che già ha iniziato la sua attività di bottinatrice. Non ci sono ancora arnie nella zona, nel senso che non sono ancora arrivati gli apicoltori "transumanti" che ogni anno nel mese di marzo portano le arnie con gli sciami. E allora mi chiedo: da dove vengono queste api? E soprattutto: esiste un metodo per capire, osservando un'ape, quanto sia distante l'alveare e in che direzione si trovi? Grazie a tutti quelli che mi vorranno rispondere.

nel prosieguo leggerai, nel libro che hai citato, che in presenza di fonti nettarifere l'ape si sposta in un raggio massimo di 3km dal proprio alveare. Non hai mezzi empirici per stabilire distanza e direzione dell'alveare osservando un'ape.

Le api che vedi ora provengono o da apiarii siti nell'area del raggio citato o da alveari selvatici che, nonostante non siano evidenti, sono sempre molto numerosi.

Si, ho letto che le api hanno un raggio d'azione molto ampio (3 km e in alcuni casi anche di più), ciò che mi incuriosiva era proprio sapere se da un'ape fosse possibile risalire all'alveare. Tu Honey mi dici che non è possibile. Mi dispiace molto perchè mi sarebbe piaciuto parecchio scoprire il posizionamento dell'alveare (che sono quasi certa sia selvatico) e poterne osservare l'andirivieni e l'attività.
Però, non ricordo bene, credo di averlo letto parecchio tempo fa non so dove, che mettendo un po' di miele in un posto e calcolando approssimativamente il tempo impiegato dall'ape per far ritorno all'alveare e chiamare "rinforzi", si poteva capire (orientativamente) la distanza dell'alveare dal miele. Qualcuno di voi sa o ha mai letto qualcosa in merito? Grazie ancora a tutti.

Sono molto scettico sul fatto degli alveari selvatici, la situazione varroa non permette loro una aspettativa di vita normale.
Se uno sciame se ne va quest'anno e trova rifugio in un tronco, la mancanza di trattamenti difficilmente gli fara' passare il prossimo l'inverno. Poi magari l'anno prossimo un altro sciame lo sostituira', attirato da cera e scorte abbandonate, dando l'impressione di una vita continuativa.
E' una delle ipotesi che viene fatta per spiegare la peste americana endemica in certe aree, che sembra sopravvivere nonostante fuoco e controlli.