La mia domanda potrebbe essere un po' insolita. Ho appena finito un corso sull'apicoltura e sto facendo apprendistato presso un apicoltore con esperienza per acquisire la mia di esperienza prima di avere le mie di colonie.
Vorrei sapere come viene gestito l'istinto di sciamatura delle api.
Direte voi (non senza ragione) "perche' non chiedi una cosa cosi' basilare al tuo insegnante?" Beh, perche' sia io che il mio insegnante siamo a Londra, e mi sta piano piano insegnando anche questi metodi, ma quelli che si usano in Inghilterra.
Il fatto e' che per curiosita' mi sono andato a guardare articoli su internet per vedere come si fanno le cose in Italia, ma ho trovato davvero poco in proposito, per cui ho pensato che la cosa migliore da fare sarebbe stata di venire qui a chiedere direttamente ad apicoltori italiani come viene gestito l'istinto di sciamatura in Italia.
Re: Domanda sui metodi di gestione della sciamatura.
12/06/2016, 22:01
I metodi per impedire la sciamatura sono universali, visto che lo sono anche le cause. Il discorso è lungo ed è stato affrontato varie volte ma, essenzialmente, le scuole di pensiero sono due: salassare la famiglia per impedirle di arrivare alla massa critica scatenante la sciamatura, oppure, lasciarla crescere e scellare, se funziona, o fare la sciamatura artificiale se la scellatura non dovesse funzionare. Tutti i metodi hanno vantaggi e svantaggi che ognuno deve valutare in base alle proprie esigenze.
Re: Domanda sui metodi di gestione della sciamatura.
12/06/2016, 22:26
D'accordo, ma le tecniche cambiano nei dettagli. Per esempio ho letto su alcuni articoli di un "terzo nido" per fare la sciamatura artificiale (magari ho capito male io, i dettagli erano pochi), ma nessuna delle manipolazioni che conosco usa un terzo nido, al massimo un secondo (e.s. Pagden o Snelgrove).
Sono queste differenze nella manipolazione che mi interessano piu' che i concetti di base, che come hai giustamente detto te sono universali per la specie.
Re: Domanda sui metodi di gestione della sciamatura.
12/06/2016, 23:49
Da quel che so, il divisorio Snelgrove viene utilizzato per produrre con due famiglie, una principale e una ausiliaria che fornisce solo le bottinatrici. Non vedo come possa impedire la sciamatura, a meno che non parliamo di cose diverse. Di Padgen non ho mai sentito, come non ho mai sentito di un terzo nido (ma nemmeno di un secondo) per fare la sciamatura artificiale. Di metodi strani ce ne sono, qualcuno descritto anche nel forum, però di solito sono macchinosi e poco pratici. L'idea è di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo
Re: Domanda sui metodi di gestione della sciamatura.
13/06/2016, 0:10
Quello che ho intenzione di utilizzare per le mie api sara' il metodo Demaree.
In pratica viene rimosso il nido originale della colonia ed al suo posto viene messo un nido nuovo di favi possibilmente ma anche con fogli cerei va bene. In questo nido viene trasferito da quello vecchio il telaietto con la regina ed un'altro telaietto con la covata. Viene messo l'escludi regina, rimessi a posto un paio di melari, un altro escludi regina ed il nido originale con un'apertura sull'esterno.
A questo punto va controllato regolarmente il nido superiore e vanno rimosse regolarmente tutte le celle reali finche' non finiscono la covata. Se nel frattempo vanno aggiunti melari si possono aggiungere tra i due nidi o sopra a quello superiore. Per tenere le api ben distribuite si possono trasferire telaietti di covata dal nido inferiore a quello superiore. In questo modo la regina avra' sempre favi vuoti per deporre e non manchera' lo spazio per le operaie.
Questo finche' non gli passa la "febbre da sciamatura". A quel punto si toglie il nido superiore e tanti saluti. Colonia bella numerosa e niente sciamatura, niente gap di covata. La colonia si e' "sentita" sciamata, ma chimicamente le api non sono mai state separate, per cui le "due colonie" si riuniranno senza problemi.
Re: Domanda sui metodi di gestione della sciamatura.
13/06/2016, 15:57
La sciamatura è il problema principale che si trova ad affrontare ogni apicoltore, a mio avviso è addirittura peggio dei patogeni "standard" (per l'aethina vedremo), quindi è interessante leggere di metodi che tentino di arginarla. Quello qui sopra proposto però mi pare inauttuabile per chi deve gestire anche solo dalle 30 famiglie in su, troppo materiale da stoccare e da sostituire, troppe ore lavoro ecc,e ho dei dubbi anche sulla certezza dei risultati. E del resto chi fa grandi produzioni, se esistesse davvero al momento un metodo risolutivo, l'avrebbe adottato senz'altro, perché la sciamatura ha sicure e a volte decisive ricadute economiche sull'attività dell'apicoltore.
Re: Domanda sui metodi di gestione della sciamatura.
13/06/2016, 20:10
Il metodo che ho presentato viene usato di routine (e mi e' stato consigliato) da una persona che ha 45 colonie, e le gestisce con questo metodo. E' un metodo preventivo, per cui conoscendo le proprie arnie uno non deve farlo di corsa quando le api stanno per sciamare, ma uno se lo puo' programmare. Se qualche arnia pero' lo prende di sorpresa e ci trova gia' le celle reali allora usa un altro metodo che e' una modifica dello Snelgrove fatta da Wally Shaw.
Magari a descriverlo il Demaree sembra chissa' che, ma una volta presa pratica si fa in fretta a farlo. Inoltre tra la prima e la seconda manipolazione passano 9-10 giorni, poi il nido superiore va controllato una volta la settimana (che nel periodo di sciamatura va fatto comunque).
Lo scambio di telaietti tra i nidi e' una cosa opzionale, che pero' porta ad una colonia piu' numerosa e piu' produttiva.
Re: Domanda sui metodi di gestione della sciamatura.
13/06/2016, 23:01
Sono d'accordo con la costatazione che il metodo ha lo svantaggio di impiegare parecchio materiale: con 45 alveari in produzione bisogna avere 90 arnie più i rispettivi telaini che poi andrebbero conservati durante l'inverno. D'altra parte, anche gli altri metodi necessitano di un certo quantitativo de materiale: salassando le famiglie, bisogna mettere da qualche parte i favi, quindi, una volta finiti i pareggiamenti servono polistiroli per fare nuclei, cosa che vale anche nel caso si asporti la regina vecchia. Quello che non mi convince di questo metodo è la possibilità che le api portino il miele nei favi del nido superiore una volta sfarfallata la covata.
Re: Domanda sui metodi di gestione della sciamatura.
14/06/2016, 1:07
Si, per il miele nei favi del nido superiore c'è da fare attenzione, però anche se succede c'è modo di utilizzarlo o di estrarlo. Se non sbaglio in Italia si usa soprattutto materiale Dadant (corregetemi se sbaglio). In UK si usa soprattutto materiale di tipo "National". I telai del nido sono più piccoli ed entrano in estrattori anche non particolarmente grandi. Inoltre telai del nido col miele si possono successivamente usare per aiutare un nucleo o supplementare le scorte invernali di una colonia, se non si vogliono estrarre.
Il fatto di usare materiale più piccolo va anche ad influire sul materiale aggiuntivo per le manipolazioni. Un nido National occupa meno posto di un nido Dadant in garage o dove si stocca il materiale.. C'è anche chi usa "un nido e mezzo" ovvero un nido ed un melario oppure due nidi sotto l'escludi regina per colonie prolifiche. Chi usa due nidi ha già il materiale necessario per fare la manovra nell'arnia stessa.