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Bepi
Iscritto il: 12/02/2013, 19:05 Messaggi: 6178 Località: Friuli V.G.
Formazione: Diploma tecnico
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Nell'autodichiarazione non credo ci stia, come spazio disponibile, quello che dici. Oltre al poco spazio il 50% e occupato dalle scritte Fac Simile.....
_________________ Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c'é un campo. Ti aspetterò laggiù. (Jalaluddin Rumi XIII s.)
Cosa importa se g'ò le scarpe rote - mi te vardo e me sento il cor contento. (La Ceseta de Transaqua)
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24/03/2020, 23:36 |
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apigabri
Iscritto il: 25/08/2013, 13:50 Messaggi: 62 Località: val petronio (ge)
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Ci sta tutto....almeno io sono riuscito a farci stare tutto...credo che l'associazione di @Steami sia la stessa mia ovvero ALPAMIELE giusto?
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25/03/2020, 8:39 |
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pantagruele
Iscritto il: 11/03/2020, 11:30 Messaggi: 892 Località: rimini
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sono senza stampante e la copisteria dove mi servo per i rari casi in cui mi serve una stampa su carta, ovviamente, non è un esercizio indispensabile, per cui approfitterò del maltempo per scrivere l'autocertificazione di mio pugno, e ne approfitto per aggiungerci tutto quello che mi serve
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25/03/2020, 22:23 |
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steami
Iscritto il: 30/09/2011, 7:30 Messaggi: 61 Località: genova
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apigabri ha scritto: Ci sta tutto....almeno io sono riuscito a farci stare tutto...credo che l'associazione di @Steami sia la stessa mia ovvero ALPAMIELE giusto? Esatto copio e incollo l'ultimo comunicato. "A seguito di contatti con le istituzioni possiamo confermare che le misure restrittive non si applicano all'apicoltura, in alcun caso alle aziende apistiche con partita iva che rientrano nella filiera agricola (codice Ateco che inizia con 01) e che anche gli apicoltori per autoconsumo hanno la possibilità di accudire i propri alveari, nonostante il decreto del 22 marzo chiuda molte attività produttive e limiti ulteriormente la possibilità di movimento impedendo lo spostamento da un comune all'altro, le attività zootecniche non possono essere sospese. La legge 313/04 descrive l'apicoltura come attività zootecnica e chiunque detenga le api è considerato apicoltore, inoltre non andare dalle api potrebbe portare problemi sanitari, sciamature incontrollate e proprio in questi giorni il rischio di sofferenza per fame. Si consiglia di utilizzare il modulo di autocertificazione in vigore dal 23 marzo 2020 inserendo la dicitura: "dichiaro di esercitare l’attività di apicoltore ai sensi degli Articoli 2, 3 e 6 della legge n. 313/2004 per la “Disciplina dell’Apicoltura” e in tale veste ho la necessità di recarmi in Apiario per l’accudimento e gestione degli animali come previsto dalla nota del Ministero della salute n. 5086 del 02 Marzo 2020 e allego a tal fine allego certificato comprovante l’iscrizione alla Banca dati dell’Anagrafe Apistica Nazionale, comprensivo del codice di allevamento, dei miei dati personali e delle postazioni di Alveari", quindi di stampare il pdf denominato "Attività apicoltura" dall'Anagrafe Apistica che riporta l'ubicazione degli apiari in modo da poter dimostrare l'effettiva necessità di raggiungere le postazioni. Si raccomanda comunque a tutti gli apicoltori di seguire le indicazioni degli organi competenti e spostarsi solo se realmente necessario, di limitare quindi le visite agli apiari allo stretto indispensabile."
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26/03/2020, 9:09 |
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Sebaseba
Iscritto il: 06/09/2018, 15:50 Messaggi: 208
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steami ha scritto: io a chi può consiglierei di aprirsi partita iva agricola in regime di esonero,dico chi può perchè moti dipendenti a tempo pieno tipo quelli pubblici devono chiedere autorizzazione al datore di lavoro, comunque ha un costo molto basso di gestione Premetto che non ho potuto approfondire la faccenda e ho solo dato una rapida occhiata, ma mi pare che un costo ce l'ha. 100 o 200 euro per l'apertura (non ricordo se per l'iva o la camera di commercio... o qualcosa del genere) e poi ci sarebbero da 1500 a 2800 (non è chiarissimo) euro l'anno di inps. Probabilmente a te l'inps viene già pagata da qualcuno?
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28/03/2020, 19:07 |
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steami
Iscritto il: 30/09/2011, 7:30 Messaggi: 61 Località: genova
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Se non hai un altro lavoro, forse allora sarebbe meglio che pensassi a creartelo col minore dei costi,e questo è il meno che si può spendere per una partita IVA, appunto per poter avere un minimo di pensione, la questione poi credo che possa dipendere parecchio dalla capacità imprenditoriale e dall'arte di arrangiarsi del singolo soggetto, se ti dai da fare non avendo un altro lavoro penso penso che almeno dalle spese ne esci e forse ci guadagni qualcosa(hobbisticamente parlando quantomenno arrotondi), credo che 100-200 euro come partenza di apertura non siano molti, i versamenti INPS dipendono appunto se non hai un altro lavoro... cercando su internet trovi tutto quello che puoi sapere, ma domandare ad un commercialista è gratis e più sicuro..
L’articolo 2135 del codice civile italiano definisce imprenditore agricolo: «.. colui che esercita un’attività diretta alla coltivazione del fondo, alla selvicoltura, all’allevamento di bestiame e attività connesse. Si reputano connesse le attività dirette alla trasformazione o all’alienazione dei prodotti agricoli, quando rientrano nell’esercizio normale dell’agricoltura.» Per effettuare un’attività agricola è necessario essere titolare di partita IVA che può essere aperta in regime di esonero (codice ATECO 01 agricoltura).
Le imprese agricole usufruiscono di alcune agevolazioni e benefici fiscali: prima fra tutte, la possibilità di aderire al “regime fiscale di esonero“, uno speciale regime dedicato agli imprenditori agricoli che hanno questi requisiti: non superare i 7.000 euro annui di fatturato rappresentato da attività di vendita di prodotti agricoli e ittici per almeno due terzi del fatturato. Con il regime di esonero NON si possono vendere i prodotti online ma solo sul territorio con il vantaggio di NON dovere emettere le fatture e NON presentare la dichiarazione dei redditi. E’ necessario invece conservare un registro con le fatture di acquisto di beni o servizi e le autofatture nel caso si venda a negozianti. L’agricoltore cedente ha l’obbligo di conservare l’autofattura emessa dal committente e ha il beneficio di “trattenere” l’iva indicata nell’autofattura, essendo esonerato dall’obbligo di versamento.
"E’ assolutamente obbligatorio rimanere nel limite di 7000 euro e quello di 1/3; nel caso in cui lo si superasse l’imprenditore agricolo non può più aderire al regime di esonero ma può optare per il regime semplificato o per il regime ordinario. Nel caso dell’apicoltura non si possono superare le 50 arnie in produzione. Quanto costa?
Pensando alla burocrazia che ben sappiamo quanto pesi in Italia su qualsiasi attività iniziano a tremarci le gambe ma sbagliamo: in questo caso possiamo invece ritenerci molto fortunati, aprire una partita iva agricola in regime di esonero non costa nulla. Riepilogando infatti i concetti espressi in precedenza, non vi alcun obbligo di tenere una contabilità specifica come non sussiste obbligo di effettuare fatture, scontrini o ricevute fiscali, non è necessario nemmeno fare la dichiarazione dei redditi e nemmeno pagare l’IVA, come non è necessaria l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio. Solo nel caso si voglia vendere al dettaglio i propri prodotti agricoli è necessario iscriversi al registro delle imprese nella Sezione Speciale per un costo di circa 60 euro annui. Per quanto riguarda l’IRPEF invece, la ditta individuale agricola è tassata sempre sulla base della rendita catastale del terreno e non sul proprio fatturato, qualunque sia il regime fiscale di appartenenza. Se si possiede un terreno sarà quindi necessario, quando si effettua la propria dichiarazione dei redditi, compilare il quadro RA – redditi dei terreni. Se non si hanno altri lavori sarà anche necessario pagare i propri contributi INPS che serviranno a maturare la propria pensione e in questo caso il costo annuale INPS é pari a circa 1.500 euro."
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29/03/2020, 10:45 |
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giobarton
Iscritto il: 03/06/2012, 8:37 Messaggi: 383 Località: Messina
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pantagruele ha scritto: giobarton ha scritto: Mi é arrivato questo Il solito "professionista" che è disposto a dire bischerate quando si tratta di dare addosso agli amatori: se le api fanno tutto da sole, e considerato che adesso di produzioni di miele non è che ci sia granchè, cosa vanno a fare in giro i professionisti? Se ne stiano a casa che le api si arrangiano, cosa consumano carburante a fare? Eh, santa pazienza, considerato che i professionisti seguono perlopiù le grandi fioriture, la funzione degli hobbisti, disseminati sul territorio con piccoli apiari, che assicurano una funzione di impollinazione diffusa e un sistema id allarme contro le contaminazioni, dovrebbe essere salvaguardata (di fatto sono salvaguardate le loro api, se non altro) Sono in autoconsumo.
_________________ Non è necessario capire le cose per poterne discutere – Pierre Beaumarchais
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29/03/2020, 18:40 |
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Sebaseba
Iscritto il: 06/09/2018, 15:50 Messaggi: 208
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steami ha scritto: Se non hai un altro lavoro, forse allora sarebbe meglio che pensassi a creartelo col minore dei costi Eh no, il lavoro l'ho perso da un anno e mezzo, infatti sto "investendo" nell'apicoltura per farlo diventare (spero presto) un lavoro, oltre che una grande passione. Purtroppo, dovendomi comunque muovere tra spese fisse ed eventuali, non ho ancora avuto modo di fare il "passo" e mettere a terra 3 o 4mila euri tutti di un colpo per investire seriamente (...) in questa attività. Sto procedendo un passettino alla volta. Grazie della esaustiva risposta, ne farò tesoro!
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31/03/2020, 9:19 |
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steami
Iscritto il: 30/09/2011, 7:30 Messaggi: 61 Località: genova
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Non la faccio facile ma con un pò di intraprendenza si possono ottenere cose.. ad esempio tempo fà su qualche gruppo facebook di apicoltura mi è capitato di leggere professionisti che cercavano aiuto stagionale, potrebbe essere una strada per entrare nel mondo lavorativo dell'apicoltura, fare esperienza aziendale e guadagnare qualcosa , la mia è solo un'idea, potresti provare a proporti, nella vita non si sa mai..
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01/04/2020, 8:51 |
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