Ho cercato quanto già sapevo, ma in termini più dettagliati
questo è il sunto:
Le particolari caratteristiche del prodotto non permettono, in nessun caso, lo sviluppo di alcun agente patogeno. I microrganismi non sporigeni che possono contaminarlo nei diversi momenti della produzione (raccolta nell'ambiente, stoccaggio nell'alveare, estrazione, lavorazione e confezionamento) non hanno possibilità di sopravvivenza e vengono inattivati nel giro di pochi giorni o alcune settimane. I microrganismi sporigeni possono invece sopravvivere nel miele per lunghi periodi, ma non trovano mai le condizioni per svilupparsi. La presenza di spore nel miele resta quasi sempre a livelli bassi o molto bassi e raramente raggiunge livelli che segnalano una lavorazione in condizioni igieniche carenti. In nessun caso è stato segnalato, aldilà del rischio del tutto particolare del botulismo infantile, un possibile pericolo per il consumatore.
Per quello che riguarda la relazione tra miele e botulismo infantile, anche se il miele può occasionalmente contenere spore di C. botulinum non sembra che questo prodotto possa essere considerato il principale veicolo del microrganismo nei casi di botulismo infantile e la sua eliminazione dalla dieta dei lattanti non potrà, presumibilmente, eradicare questa patologia. D'altra parte il miele non è indispensabile per l'alimentazione infantile e quindi il rischio di veicolare il botulismo con il miele può facilmente essere eliminato. Queste considerazioni hanno portato alla raccomandazione diffusa dall'autorità sanitaria statunitense (FDA) di
non somministrare miele a bambini di meno di un anno di età. E' vero che la frequenza della malattia è molto bassa, ma le conseguenze dell'infezione possono essere così gravi che i medici hanno l'obbligo morale di informare i genitori del rischio.
In Europa, in conseguenza del fatto che non sono noti casi di botulismo infantile mortale veicolati dal miele, la tendenza è piuttosto quella di ignorare o minimizzare l'avvertimento dei pediatri, per il timore che una informazione negativa sul prodotto possa essere generalizzata e portare a diffidenza. (come mucca pazza etc.)