Prima cosa un saluto a francescoar
Premetto che tutti i dati da me riportati frutto di mie prove e i risultati di queste prove sono solo mie supposizioni non certificate da nessun organismo scientifico o istituzione ufficiale
Mentre esistono una serie di pubblicazioni scientifiche sulle temperature sopportate da api, larve, cera, Varroa etc.
Cita:
Theflightofthebumblebee,
-holy shit! can't you pick a user-friendly handle??-
Ma come ho tolto anche il the all'inizio!!!!!!
Cita:
a me interessa sapere di quanto si puo' aumentare la temperatura in un' arnia in quale unita' di tempo e per quanto tempo affinche' le varroe comincino a cadere senza che le api friggano.
Cita:
Che perdite percentuali mi posso aspettare? -"ragguardevoli" non mi dice assolutamente niente!- Le perdite sono omogenee attraverso le caste/covata?
Cita:
Si possono intrappolare le api per non farle ventilare?
Cita:
Che vantaggio c'e' ad usare le arnie trasparenti invece di una stufa termostatata? Che danni si creano ai favi a quale temperatura?
L'ho già scritto ma lo riscrivo
La temperatura ottimale per le femmine adulte di varroa è di 32°C nella fase riproduttiva
Da Aprile\Maggio a Settembre, (da noi), la maggior parte delle femmine di varroa si trova all'interno delle celle di covata opercolate.
L'acaro dentro le celle soffre quando la temperatura oltrepassa i 38°C.
Muore quando è esposto a 40°C per almeno una ora.
Le larve delle api sopportano perfettamente temperature da 42 a 43°C.
L'ape mellifera adulta reagisce all'ipertermia provando a rinfrescare l'interno del "nido" ventilando.
Quando la temperatura oltrepassa 36°C, lo stress che subiscono le api è rilevante e provoca generalmente delle perdite consistenti di adulti, se questo avviene in ambiente "chiuso"("forno" appositamente costruito o con stufa termostatata se le api non hanno possibilità di variare comportamento)
In una ora a 43°C la perdita di larve rimane al di sotto del 5% e l'80% della popolazione iniziale di acari Varroa viene eliminata
mentre in ambiente "aperto", (arnia in aperta campagna) le api adulte reagiscono diversamente ed in modi diversificati, si va dalla "passeggiata rinfrescante" alla "bevuta corroborante" al "cambio di turno" ed altri comportamenti
a 45 °C la cera comincia a sudare ma non si ammorbidisce troppo e nonostante il peso di miele e covata i favi non si "allungano", al limite può esplodere qualche opercolo sottile sul miele!!
Cita:
TU hai usato il sistema delle tue arnie trasparenti per cuocere le varroe?" Lo hai usato in alternativa o come integrazione all' ossalico (gocciolato o sublimato?).
Io lo uso tutt'ora e, per scelta, non ho mai trattato le api con altro, se non alcune volte con zucchero velo, sistema che però non mi aggrada dato che lo zucchero si rinviene poi nelle celle di miele, ragione per cui anche non nutro le api con sciroppo o candito o altro che non sia miele o marmellata fatta con miele in casa(mia)
Abbastanza anche se le api hanno oggi molti altri nemici con cui fare i conti, nemici che con la luce ed il calore hanno vita difficile, ma niente panacèe!!
Cita:
Raccomanderesti il sistema a Humblebee?
Lasciamo perdere
Cita:
Qui non stiamo parlando di utilizzare lo zucchero a velo o la farina o le celle piccole o 2 ossalici invece di 3 o quant'altro. Qui stiamo parlando di un trattamento che potrebbe avere conseguenze catastrofiche
Niente catastrofismi, le api e di diverse razze, ci sono anche nella penisola arabica, all'equatore o nell'africa nera, a delle temperature proibitive per la "nostra" comune esperienza
Questo almeno in modo naturale, mentre con stufa termostatata con forno fatto non bene ma benissimo, bisogna tenere d'occhio molto attentamente la cosa, con rischio frittura molto alto, tanto che vanno tolte le api adulte anche nel modo più corretto del metodo!
Attenzione invece alle farine e alle aflatossine, allo zucchero semolato e ai componenti in esso presenti, mentre sulle celle piccole non conosco pericoli o controindicazioni, ma essendo in contatto con chi le usa sistematicamente devo dire che i risultati antivarroa sono poco soddisfacenti, almeno quì da noi, anche se a parer mio sono un metodo da non sottovalutare per riportare le api "moderne" ad essere api "originarie"
Cita:
A che serve questo risultato senza numeri?
Tu stai usando le arnie trasparenti come alternativa al metodo dell'ossalico per combattere la varroa, quindi io mi aspettavo dei dati su QUESTO esperimento.
I dati che mi aspettavo sono:
* 1) massima temperatura interna raggiungibile in un'arnia per uccidere la varroa senza friggere api e covata
* 2) per quanto tempo la temperatura la si può mantenere
* 3) la temperatura è stata costante nel periodo di test oppure c'erano sbalzi
* 4) soprattutto
QUANTE VARROE SONO CADUTE
* 5) confronto tra livello infestazione precedente al trattamento e successivo
Scusa flight, ma questi dati così come sono, NON SERVONO A NIENTE!!!.
2 La temperatura la si deve mantenere, in modo naturale intorno a 40°C minimo 2 ore e massimo 2,5 ore per altri motivi che non sono strettamente correlati alla resistenza delle api ma ad altri fattori ancora da decifrare
3 La temperatura se il metodo si pratica correttamente,può avere sbalzi solo se il sole fa i "capricci" con qualche nuvola che si mette in mezzo e se il numero interno delle api varia in maniera importante
4 Le varroe cadono, in relazione all'entità dell'infestazione, ad esempio, nelle arnie buie ne cadono molte di più che con le trasparenti!
5 Se il trattamento lo si effettua una volta alla settimana si hanno problemi solo a partire dall'autunno quando la temperatura solare si attenua, almeno alle nostre latitudini!!
Quei dati non servono a niente solo se si guardano cercando solamente una soluzione al problema Varroa, mentre secondo me ad un occhio curioso, possono risultare molto interessanti!!
Inoltre faccio presente che la temperatura interna di un nido è facilmente variabile sia dal numero di api presenti al momento, sia dalla temperatura esterna, sia nei vari punti dell'alveare o dei favi di covata, in alto in basso, esterno\interno etc. e il tentativo delle api di tenere quanto più possibile la temperatura ad un certo grado e più costante possibile è appunto un tentativo, non sempre con esito eguale e positivo!
Le api sono insetti vivi e come tali si comportano con migliaia di variabili, anche improvvise e non sempre "indovinate"!
Basta avere a che fare con una famiglia orfana o già "fucaiola" per accorgersi come la matematica sia una scienza inesatta nell'alveare, e se non inesatta, di come le variabili siano infinite e non calcolabili al semplice sguardo umano anche ripetuto nel tempo!