L’arnia Warrè o l’arnia del popolo o l’arnia popolare, chiamata cosi perché dovrebbe essere di facile ed economica costruzione, anche utilizzando materiali di recupero (ma forse la cosa era vera all’epoca, adesso credo che costi quanto un’arnia “normale"), sembra che stia diventando un’arnia per i radical chic. Viene chiamata ecologica, antivarroa, dicono che abbia una migliore stabilità termica ma per come la vedo io, è solo una moda, anche se ci sono apicoltori, per lo più all’estero, che utilizzano solo ed esclusivamente questo tipo di arnia, e non sto parlando di due o tre alveari. La differenza tra la Warrè e le altre? Diciamo che la Warrè è un incrocio tra un’arnia razionale verticale e un bugno villico. Si lavora con i corpi come nella conduzione delle arnie verticali tipo Langstroth ma a differenza di queste, pur volendo, non si può lavorare con i telaini perché … non esistono. I favi sono attaccati a dei listelli posizionati come i telaini ma vengono saldati anche alle pareti dell’arnia quindi diventa impossibile estrarli per i normali controlli. Per smielare bisogna staccare i favi dalle pareti ed inserirli in speciali gabbie e poi nello smielatore. Probabilmente chi utilizza queste arnie saprà sostenere con argomenti convincenti la propria scelta ma sinceramente tra tutte le arnie che vorrei provare, la Warrè non si trova in cima alla lista. Quando avrò un po’ di tempo vedrò di mettere on-line il libro dell’abate francese e magari anche qualche schizzo, per chi la volesse provare.