CIAO A TUTTI, PENSO CHE QUESTA MATERIA SIA MOLTO INTERESSANTE E VADA APPROFONDITA,IN OLTRE TROVO MOLTO LIMITATO IL RAGGIO DI VISIONE DI MOLTI MIEI COLLEGHI APICOLTORI...MI SPIEGHO MEGLIO...
PER APICOLTURA URBANA ,NON SI DEVE INTENDERE SOLO L'ALLEVAMENTO DI API, ESCLUSIVAMENTE FINALIZZATO ALLA PRODUZIONE DI MIELE,MA BENSI ALLA POSSIBILITA' DI PORTARE ALLA SOCIETA' URBANA E PERIURBANA, LA CONOSCIENZA E LA POSSIBILITA' DI OSSERVARE PIU' DA VICINO, LA VITA DI QUESTO MERAVIGLIOSO ESSERE.
LOGICAMENTE NON POTRA' ESSERE UNA COSA PER TUTTI E BISOGNERA,' CREDO, RISPONDERE A DEI REQUISITI IMPORTANTI PER POTERLA ATTUARE, A VANTAGGIO DI API E CITTADINI.
PER APICOLTURA URBANA ,NON SI DEVE INTENDERE SOLO L'ALLEVAMENTO DI API, ESCLUSIVAMENTE FINALIZZATO ALLA PRODUZIONE DI MIELE,MA BENSI ALLA POSSIBILITA' DI PORTARE ALLA SOCIETA' URBANA E PERIURBANA, LA CONOSCIENZA E LA POSSIBILITA' DI OSSERVARE PIU' DA VICINO, LA VITA DI QUESTO MERAVIGLIOSO ESSERE.
ecco! il fulcro della situazione per me è questo, spiegato con le migliori parole. parlando dei vari aspetti della questione però c'è da dire che comunque del miele lo produrrebbero.. e che cosa ne potrebbe uscire? per carità sono pronto a stupirmi però conosco torino dove sono nato e cresciuto e l'inquinamento nel senso più totale del termine non manca, immagino anche altre città!!
Se potessimo portare le api così facilmente nella società urbana e periurbana ne saremmo tutti felici ed il messaggio promozionale sarebbe eccezzionale.
Purtroppo per poter osservare da vicino la vita meravigliosa delle api occorre una maschera e una tuta e non sempre sono sufficienti a non farsi pungere-
L' 1 % della popolazione è allergica al veleno delle api e rischiano grosso.
Ninno
16/11/2010, 22:59
Obombo
Sez. Api
Iscritto il: 07/04/2010, 20:30 Messaggi: 3917 Località: Cisterna di Latina
Vediamo di fare un po’ di chiarezza. Nessuno è contrario all’apicoltura urbana (io meno di tutti, visto che la “quasi” pratico) ma gli articoli postati da Barlettasso la presentano come il futuro del’apicoltura, con produzioni doppie e moralità a meno della metà ed è l’assurdità di queste affermazioni che suscita reazioni negative. Sulla competenza degli autori ho già detto la mia. Non si tratta di una nuova tecnica, ma anche se lo fosse, guardare con occhio critico le novità non vuol dire necessariamente essere conservatori (cerca il post di Ninno sulla varroa e l’alcool, per esempio). Sono d’accordo con l’aspetto educativo ma l’utilità secondo me si ferma qui. Da parte mia vorrei che tutti fossero liberi di allevare le api dovunque se questo non crea danno o fastidio agli altri ma mi auguro che l’apicoltura urbana non diventi una moda. Come quella di comprare un cane a Natale e abbandonarlo a Ferragosto.
barlettasso ha scritto:
Se il miele è poco venduto in Italia è a causa di quelli che pensano che ormai l'apicoltura in Italia ha raggiunto i limiti di sviluppo.
Non è vero che in Italia non si consuma il miele, anzi la produzione nazionale non copre la richiesta ma di sicuro l’apicoltura urbana non risolverà questo problema.
_________________ http://www.agraria.org/apicoltura.htm - Atlante di Apicoltura
Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello... (Chuck Palahniuk)
17/11/2010, 0:35
barlettasso
Iscritto il: 12/10/2010, 12:00 Messaggi: 34 Località: Torino
Mi fa piacere che siate intervenuti con grande entusiasmo.
Io penso davvero che sia il futuro dell'apicoltura perchè allarga il raggio di mercato. Pensate se la gente in città potesse installare apiari (secondo norme condivise "democraticamente") e nel tempo stesso essere seguiti da apicoltori nelle operazioni più difficili e che invece di comprarsi l'attrezzatura per smelare ci fosse una cooperativa cittadina alla quale rivolgersi. Sarebbe il massimo. Così, secondo me, si espanderebbe l'apicoltura oltre che alla campagna anche alla città e si produrrebbe altro miele italiano che in parte verrebbe a soddisfare quella richiesta di miele di cui parla Obombo. Per non parlare di ecosostenibilità e di tutti gli eco di cui si parla nella comunità mondiale e di cui l'apicoltura è un esempio.
Per quanto riguarda le regole. Le norme vigenti raccomandano una distanza di 10m da strade e 5m da abitazioni. Poi si parla dei 2m di dislivello che se ci fossero l'apicoltore non è tenuto a rispettare le distanze precedenti. Se non ci fosse il tappo "l'apicoltura è vietata nei centri urbani" le distanze sarebbero rispettate.
Meditate. Mi piacerebbe che ci fossero degli incontri pubblici dove dibattere su questi argomenti con esperti e meno esperti. è un'idea. Che ne dite?
Ho sempre chiuso un occhio quando si è trattato di applicare il regolamento in questi casi perché risulta difficile parlare di apicoltura senza nominare prodotti, attrezzature, produttori e rivenditori di materiale apistico o altro, ma nel caso di un utente che inserisce un messaggio pubblicitario quattro minuti dopo essersi iscritto la censura è d’obbligo. Oltretutto si tratta anche di un messaggio off topic, visto che qui si parla di apicoltura urbana e non di come salvare le osmie, con tutto il rispetto per le osmie e per chi cerca di salvarle, sempre ammesso che abbiano bisogno di essere salvate, perché non mi risultano più a rischio estinzione rispetto a tutti gli altri pronubi.
_________________ http://www.agraria.org/apicoltura.htm - Atlante di Apicoltura
Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello... (Chuck Palahniuk)
Ma stiamo parlando di cittá tedesche e inglesi dove ogni km ci sono ettari di parchi e di foreste. Dove vivevo prima ,a Colonia (1 milione di abitanti ma circondata da ettari ed ettari di foresta e giardini botanici) una vecchia produceva ottimo miele dal balcone.
Non é che vi potete mettere a fare miele a torbella monaca o a centocelle! sono piani urbanistici diversi.Non c´é cultura del verde tra i politici, tranne quel verde che sta in saccoccia! In Germania i bambini fanno l asilo forestale e stanno tutto l anno a fare lezione nei boschi!
Solo per puntualizzare: Roma è il comune agricolo più grande d'europa e chi conosce bene la città sà che di campagna e di verde ce ne è tanto, anche a tor bella monaca!!!
29/03/2011, 21:32
barlettasso
Iscritto il: 12/10/2010, 12:00 Messaggi: 34 Località: Torino
Io abito a Torino e a quanto pare è la città europea con maggior numero di metri quadri di verde per abitante. Per questo non ho paura di mettere le api in città. Poi, più o meno, ogni città ha aiuole o del verde sui bordi delle strade nonché sui balconi ecc ecc. Alle api basterebbe quel verde accessorio delle città per sopravvivere. Poi, naturalemente, se l'obbiettivo è quello di produrre miele in grosse quantità forse l'apicoltura urbana non è il massimo. io penso che mettere le api in città significa impollinazione, educazione all'ambiente e salvaguardia dell'insetto che in un modo o nell'altro si procura di che sfamarsi per l'inverno.
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