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Apicoltura senza ossalico è possibile? 
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Salve vorrei iniziare a fare l'apicoltore, vorrei capirne di più sulle api,
se è possibile al giorno d' oggi non usare completamente l'acido ossalico? chi sul forum lo fa con buoni risultati sulla produzione di miele? grazie


09/01/2018, 12:06
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Per capirne di piu sulle api dovresti fare un corso e leggerti un bel libro. Io non ho ancora fatto il corso, ma un libro mi ha fatto capire molte cose essenziali (inizierò con 3 arnie a primavera).

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09/01/2018, 12:37
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mafo85 ha scritto:
Per capirne di piu sulle api dovresti fare un corso e leggerti un bel libro. Io non ho ancora fatto il corso, ma un libro mi ha fatto capire molte cose essenziali (inizierò con 3 arnie a primavera).

Ho letto qualche cosa e comincio a capire qualcosa sulle api tu come intendi procedere? Non sono contrario all'utilizzo dell ossalico anche perchè è consentito nel biologico da come ho capito e solo che non mi piace per il momento l'idea di sublimizzare un acido su degli animali anche se da quanto ho capito per il momento è la cosa più "facile" o efficace.


09/01/2018, 13:27
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Se e' accettato sul bio...a mio modo di vedere credo sia la miglior cosa farlo


09/01/2018, 15:58
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Vinz11 ha scritto:
è possibile al giorno d' oggi non usare completamente l'acido ossalico?
Certo, è possibile, volendo si può escludere completamente, anche se non riesco a capire il perché. Si può usare il formico o gli evaporanti, si possono usare le molecole di sintesi, si possono abbinare biotecniche, da quest'anno, forse, anche gli beta acidi del luppolo... Sta di fatto che per poter allevare le api bisogna contrastare la varroa e per scegliere il prodotto o il metodo da usare, il periodo e la frequenza dei trattamenti, bisogna avere le conoscenze necessarie, oltre a quelle che servono per la gestione vera e propria degli alveari (e delle altre malattie). Ci sono diverse strade per acquisire queste conoscenze: corsi, apprendistato, autoapprendimento... sta al futuro apicoltore la scelta. In caso contrario, il disastro è assicurato.

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09/01/2018, 20:49
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Obombo ha scritto:
Vinz11 ha scritto:
è possibile al giorno d' oggi non usare completamente l'acido ossalico?
Certo, è possibile, volendo si può escludere completamente, anche se non riesco a capire il perché. Si può usare il formico o gli evaporanti, si possono usare le molecole di sintesi, si possono abbinare biotecniche, da quest'anno, forse, anche gli beta acidi del luppolo... Sta di fatto che per poter allevare le api bisogna contrastare la varroa e per scegliere il prodotto o il metodo da usare, il periodo e la frequenza dei trattamenti, bisogna avere le conoscenze necessarie, oltre a quelle che servono per la gestione vera e propria degli alveari (e delle altre malattie). Ci sono diverse strade per acquisire queste conoscenze: corsi, apprendistato, autoapprendimento... sta al futuro apicoltore la scelta. In caso contrario, il disastro è assicurato.
la convinzione che con gli acaricidi sintetici si sviluppi una farmacoresistenza è vera? , ci sono studi o certezze al riguardo? Grazie


09/01/2018, 22:03
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Io intendo procedere come da prassi, posiziono le 3 arnie che mi sono costruito e colorato, compro 3 famiglie e le introduconelle nuove case, controllo periodicamente telaini, scorte e covata, presenza di varroa sul forndo, quando e se sarà il momento introduco i melari, finito col miele(speriamo di farne) procederò con il contrasto alla varroa come spiegato bene sia sul forum che sui libri, poi invernamento e speriamo di non combinare qualche disastro.

Vorrei seguire un corso ma facendo tre turni 7/7 non riuscirei a seguire le lezioni e ne perderei almeno la metà.

Qualcuno conosce un videocorso magari anche a pagamento, che mi dia la possibilità di apprendere nozioni importanti, oltre ai libri?

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10/01/2018, 11:57
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Vinz11 ha scritto:
la convinzione che con gli acaricidi sintetici si sviluppi una farmacoresistenza è vera? , ci sono studi o certezze al riguardo? Grazie

studi li trovi anche in italiano, se mastichi un minimo di inglese ne trovi un infinità di svariati paesi e date, anche piuttosto recenti.
In estrema sintesi, SI è certo che sviluppano farmacoresistenza, non è neanche una peculiarità di varroa, ma della maggior parte degli acari, aggiungi a questo l'uso spesso non corretto di queste molecole da parte degli operatori (in questo caso, noi apicoltori).

@mafo85: non conosco videocorsi, ma se hai difficoltà con i giorni/orari dei corsi, potresti provare a sentire un apicoltore esperto vicino a te se è disposto ad averti come "allievo", tu gli dai una mano e intanto impari moltissimo.


10/01/2018, 12:25
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Grazie delle risposte... oltre a studiare da autodidatta su internet seguirò sicuramente corsi e libri...sviluppando farmacoresistenza ,
teoricamente quindi si deve procedere anche con altri metodi in sinergia giusto?(sciamatura?, acido citrico?)


10/01/2018, 20:07
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Vinz11 ha scritto:
Grazie delle risposte... oltre a studiare da autodidatta su internet seguirò sicuramente corsi e libri...sviluppando farmacoresistenza

era intuibile avendo iniziato la frase con "la convinzione che con gli acaricidi sintetici..." :D
Cita:
teoricamente quindi si deve procedere anche con altri metodi in sinergia giusto?(sciamatura?, acido citrico?)

Venendo strettamente alla tua domanda, sarebbe meglio alternare i principi attivi dei trattamenti così da essere sicuri di non creare resistenze di sorta (varroa purtroppo sforna una quantità di generazioni spropositata in un anno, questo la agevola molto nel "selezionare" le nuove generazioni, basta vedere a che livelli siamo arrivati con le varie pratiche anti varroa)
esempio puramente indicativo: in estate (da me entro luglio) formico che ti evita il dover fare il blocco di covata estivo e poi ossalico durante il blocco di covata naturale in autunno-inverno.

Importante: NON esiste un trattamento che non abbia controindicazioni per le api, il formico crea ancora problemi, l'ossalico funziona SOLO se la regina è in blocco di covata, il timolo da molto fastidio alle api per molto tempo e l'efficacia è discutibile, gli acaricidi di sintesi al di là della farmaco-resistenza li ritrovi se ti va bene nella cera.. un consiglio che mi hanno sempre dato e che trovo interessante è, studiarsi molto molto bene questi trattamenti, imparare ad applicarli al loro meglio (non tenere le strisce di acaricidi più del tempo indicato, non usare l'ossalico in presenza di covata che diventa un bagno acido abbastanza inutile, etc)

L'apicoltura più che in agricoltura o in altri allevamenti sembra stimolare le persone ad improvvisarsi apprendisti stregoni, approssimare e presumere anche quando ci sono oltre 30 anni di studi a riguardo.
Non è una critica a te, che per altro devi ancora cominciare, nel tuo caso prendilo come una nota informativa, troverai quello che gocciola l'ossalico 4 volte di fila, quello che usa appunto acido citrico (che NON è un principio che ha effetti neanche lontanamente paragonabili ai vari metodo "canonici", oltre a non essere un farmaco), troverai quello che usa solo il timolo a settembre come si faceva 20 anni fa lamentando poi ingenti perdite invernali, troverai l'Uomo Napalm che usa praticamente tutto etc, etc..

Nei libri i trattamenti anti-varroa sono argomenti che hanno severi limiti divulgativi, dati dal mezzo cartaceo, meglio i corsi fatti da tecnici apistici o esperti di lungo corso con lezioni teoriche e pratiche, diventa tutto più semplice da capire, sia "i perchè" sia "i come" e magari se hai fortuna con gli insegnanti... anche "il quando" dato che le api che ciascuno di noi ha, volano per km interagendo con le api di altri apicoltori, le tempistiche dei trattamenti coordinati sarebbero una soluzione che ci farebbe risparmiare tutti tempo e soldi, ma che temo siano utopiche....


10/01/2018, 21:47
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