Ciao a tutti!
Mi sto documentando con l'intenzione di iniziare una attività apistica
hobbistica la prossima primavera.
A parte il forte interesse per il mondo delle api che sto scoprendo sempre di più, mi sono accorto che sto spendendo più tempo a studiare la varroa che le api...
Premesso che non ho intenzione di utilizzare prodotti chimici, ho cercato informazioni sulle tecniche "naturali" per la lotta alla varroa. Premetto anche che tutte le mie considerazioni sono
teoriche e autodidatte, non avendo mai parlato con apicoltori e non avendo mai allevato insetti.
Mi rendo conto che sia un argomento che infiamma gli animi e ci tengo a specificare che le mie motivazioni sono di ordine pratico e non new-age. Ho letto con interesse le diatribe e, pur schierandomi dalla parte dei razionali e scientifici (fa parte del mio DNA, sono un fiero oppositore delle pseudoscenze), non ho intenzione di prendere la via chimica a prescindere. Non ho pregiudizi contro la tecnologia, anzi, lavoro nell'industria alimentare, figuriamoci!
Riassumo di seguito quello che ho trovato e capito per giungere alla fatidica domanda:
spazio Mussi: non ho capito esattamente se ne sia confermata l'utilità, inoltre mi è parso di capire che le api non amino lo spazio maggiorato e quindi lo riempiano con ponticelli e altre strutture ceree. Inoltre mi pare di capire che sia abbastanza controverso.
Zucchero a velo: ho trovato riscontro su un sito internet americano: http://www.honeybeesonline.com, che sostiene che 6 trattamenti settimanali contengono il problema a livelli accettabili. A quanto pare anche un utente del forum (Marvel) lo ha provato con scarso successo, ma non sono riuscito a trovare il post in questione.
Allevamento di favi da fuco "trappola": ho visto quanto pubblicato da Gavino e ho trovato riscontro anche sul sito suddetto. Ho trovato in vendita fogli cerei da fuco da un rivenditore italiano e il "green comb" all'estero, che in pratica è un telaino plastico da fuco. In questo caso mi pare più semplice la tecnica del freezer proposta dagli americani e far fare il lavoro sporco alle api... Se ho capito bene è lo stesso concetto del telaino Campero.
Ora le domande:
qualcuno segue con successo uno o più di questi metodi?
In caso affermativo, qual'è la percentuale di successo?
Considerato che questo non sarà il mio mestiere e non ho intenzione di tenere decine di arnie, non ho paura di un pò di lavoro extra alla Gavino e nemmeno di una eventuale riduzione della produzione e/o un eventuale maggiore tasso di perdite. Non voglio però nemmeno fare da "untore" agli eventuali apicoltori locali, quindi sono disposto ad accettare un "è impossibile, o ossalico o morte!" come risposta.
Però devo dire che non capisco questa caccia al bio-untore, visto che pare che la varroa sia comunque presente in tutti gli alveari!!
Risolto questo dubbio, deciderò se proseguire, passando tramite l'acquisto di qualche libro (si accettano consigli) e/o cercando un corso in zona. Da qui a Febbraio c'è tempo per capirci qualcosa di più prima di mettermi a far danni con le api!
Grazie anticipatamente a chi mi può dare qualche consiglio esperto!!