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apicoltura biologica?

16/12/2011, 17:00

Ciao a tutti, sono un profano, mi piacerebbe iniziare in primavera con 2 o 3 arnie, e mi sto documentando leggendo il libro "Le Api" di A.Contessi. Sono arrivato alla sezione malattie, e scopro che per poter mandare avanti le famiglie, se non si effettuano trattamenti per varroa, nosemiasi, ecc praticamente non arrivo all'anno successivo. Volevo chiedere, essendo un grosso consumatore di miele se questi trattamenti lasciano residui, mi sembra di aver capito di si. Inoltre le famiglie che si trovano in libertà sono destinate a morire, visto che non ricevono trattamenti, o magari l'allevamento imposto dall'uomo indebolisce le difese immunitarie delle famiglie. Oppure se soppravivono loro, mgari ci sarebbe il modo di allevarle senza usare prodotti chimici.
E poi, una cosa che mi è sembrato di capire, che si da poca importanza alla vita di questi insetti laboriosi, visto che appena le cose non vanno per il verso giusto si tende ad eliminare famiglia o regina. Sembrerebbe che la maggior parte degli apicoltori lo facciano solo per profitto e non perchè amanti della natura. Un lavoro come un'altro!
Forse ho fatto un pò di confusione, ma sono sicuro che mi darete risposte soddisfacenti. Ciao

Re: apicoltura biologica?

16/12/2011, 18:17

Bazumaru ha scritto:Ciao a tutti, sono un profano, mi piacerebbe iniziare in primavera con 2 o 3 arnie, e mi sto documentando leggendo il libro "Le Api" di A.Contessi. Sono arrivato alla sezione malattie, e scopro che per poter mandare avanti le famiglie, se non si effettuano trattamenti per varroa, nosemiasi, ecc praticamente non arrivo all'anno successivo.
Verissimo, i trattamenti OBBLIGATORI pena la morte delle famiglie sono quelli ad Agosto, il cosiddetto tampone e quello in inverno, ovvero timolo ad agosto e ossalico (sublimato o gocciolato) quando si effettua il blocco di covata artificiale o quando c'è il blocco di covata naturale.

Bazumaru ha scritto:Volevo chiedere, essendo un grosso consumatore di miele se questi trattamenti lasciano residui, mi sembra di aver capito di si.
Sia l'ossalico che il timolo vengono effettuati IN ASSENZA dei melari, il miele che consumi al 99% proviene da telaini del melario, quindi lì di residui non ci sono/dovrebbero esserci.

Bazumaru ha scritto:Inoltre le famiglie che si trovano in libertà sono destinate a morire
Affermazione quantomai veritiera, anche se alcune famiglie sopravvivono per anni, ma prima o poi soccombono, ormai non ci sono piu' api "libere", se non ci fosse l'uomo probabilmente verrebbero sterminate dalla varroa.

Bazumaru ha scritto:magari l'allevamento imposto dall'uomo indebolisce le difese immunitarie delle famiglie
Mi sembra un ragionamento non proprio corretto, può essere che l'allevamento umano indebolisca un pò le famiglie, ma la varroa non c'entra con l'indebolimento, è un parassita, semmai quando subentra un indebolimento per qualunque avversità possono succedere casi di altre malattie come peste americana o europea, nosema, tarme, ecc.

Bazumaru ha scritto:Oppure se soppravivono loro, mgari ci sarebbe il modo di allevarle senza usare prodotti chimici.
La vedo molto dura, se non impossibile. Solo uno ci riesce (e ancora non ho capito come fa) il famoso (rulli di tamburi e suoni di trombe).....bleblee ovvero flightofthebumblebee, aspettiamo con ansia i suoi studi.

Bazumaru ha scritto:E poi, una cosa che mi è sembrato di capire, che si da poca importanza alla vita di questi insetti laboriosi, visto che appena le cose non vanno per il verso giusto si tende ad eliminare famiglia o regina.
Faccio come la pubblicità: Ciccio!!!! Ma se hai delle malattie infernali come la peste (americana od europea) DEVI DEVI DEVI distruggere l'intera famiglia di api e bruciare l'arnia, eventualmente l'arnia la puoi mandare a fare i raggi gamma, ma nel frattempo LA DEVI TENERE IN UN POSTO SIGILLATO inaccessibile alle api. Il batterio della peste americana sopporta temperature da -35 a +110 gradi centigradi :shock: :shock: :shock: quindi è quasi impossibile ucciderlo.
L'altro atteggiamento, adottato da noi ma soprattutto in altri paesi di usare antibiotici o altri farmaci in modo da salvare le famiglie ci ha portato alla situazione della malattia che abbiamo oggi, la peste è un disastro, una malattia che quando colpisce (e te lo dico perchè mi ha colpito in prima persona piu' volte) è devastante. NON C'E' soluzione se non lo sterminio (mi sembro Hitler :shock: :o ).
Quando ho ucciso le mie api con lo zolfo e bruciato tutto mi sono messo a piangere, e questo ti indica quanto gli apicoltori come me tengono alle loro amate bestioline.

Bazumaru ha scritto:Forse ho fatto un pò di confusione
Solo un pochetto ;)

Saluti

Re: apicoltura biologica?

16/12/2011, 20:19

L' apicoltura biologica e' possibile. Molti di noi la praticano. Perderai api? Si', garantito al 101%. Rinuncerai ad una certa quota di miele? Altrettanto certo, ma d'altra parte ti succedera' lo stesso qualunque cosa tu faccia. Leggendo UN libro non imparerai un fico secco e chi ti dice il contrario ti sta mentendo. Studiare 15-20 libri e' meglio di niente. Certo sarebbe molto meglio se tu trovassi come guida un apicoltore esperto che gestisce l' apiario con una visione simile alla tua. Non essere avido. Accetta le perdite. Non avere piu' alveari di quelli che puoi curare con attenzione e calma. Non occorre essere dei mujaheddin integralisti del biologico: una spruzzatina qua e la' ci possono anche stare, in emergenza.
Le api selvatiche sono sopravvissute decine di milioni di anni alla varroa ed alla peste americana ma adesso mi si dice che non possono piu' sopravvivere ... sara'. A me sembra che non possano sopravvivere all' apicoltore disattento.
Cordialmente
Maddmax

Re: apicoltura biologica?

16/12/2011, 21:23

Cmq non riesco a capire una cosa. Perchè in altre coltivazioni la lotta alle malattie destinate alla quarantena (es. flavescenza dorata della vite) viene definita obbligata (pensate in Friuli, ovviamente friulani correggetemi se sbaglio, è obbligatorio almeno un trattamento preventivo per la lotta alla cicalina vettore della flavescenza) mentre in apicoltura la varroa (insetto che ha causato una maxi epidemia) non ha trattamenti effettivamente obbligatori? o l'ossalico (o chi per lui) è obbligatorio e chi non lo fa è quindi perseguibile?

Re: apicoltura biologica?

16/12/2011, 22:39

LorenzoBa ha scritto:Cmq non riesco a capire una cosa. Perchè in altre coltivazioni la lotta alle malattie destinate alla quarantena (es. flavescenza dorata della vite) viene definita obbligata (pensate in Friuli, ovviamente friulani correggetemi se sbaglio, è obbligatorio almeno un trattamento preventivo per la lotta alla cicalina vettore della flavescenza) mentre in apicoltura la varroa (insetto che ha causato una maxi epidemia) non ha trattamenti effettivamente obbligatori? o l'ossalico (o chi per lui) è obbligatorio e chi non lo fa è quindi perseguibile?
Chiedilo alla lobby dei veterinari il perchè, gente pagata PER NON FARE NIENTE!!!!!!

Questo è la comunicazione della FNOVI, leggete cosa scrivono questi ignoranti, mentecatti e ipocriti:

"La FNOVI esprime la propria contrarietà alla possibilità che il Ministero della Salute autorizzi la vendita del prodotto Api-Bioxal, a base di acido ossalico, senza prescrizione veterinaria e fuori dalle farmacie, come preannunciato dalla ditta produttrice e dal Ministero stesso nella nota DGSA 0010539-P-09/06/2011, indirizzata a UNAAPI e FAI.
Le ragioni dell’opposizione manifestata si rinvengono nel Decreto 31 Ottobre 2007, Recepimento della direttiva 2006/130/CE, che attua la Direttiva 2001/82/CE, che fissa “i criteri per l’esenzione dall’obbligo della prescrizione veterinaria, vigente per taluni medicinali destinati ad animali da produzione alimentare”.

La FNOVI parteciperà fattivamente al suo tavolo di lavoro e vuole portare in quel consesso la voce dei veterinari italiani.
Affinché la categoria possa rispondere in maniera decisa, coerente e competente alla domanda europea ed interna, occorre che i veterinari operanti in apicoltura si facciano trovare, dipendenti pubblici e liberi professionisti, pronti a svolgere la professione nel settore.
Il rafforzamento del ruolo dei medici veterinari in campo apistico potrà ricondurre l’Apicoltura entro i canoni della legalità, dai quali si è discostata in modo preoccupante. L’analisi del rischio conferma che senza i veterinari, la sanità delle api è in pericolo, così pure la salubrità degli alimenti, la salute dei consumatori e dell’ambiente. "


Saluti

Re: apicoltura biologica?

16/12/2011, 22:55

il problema della varroa sta nella sua capacita' di selezionarsi in ceppi resistenti ai principi attivi utilizzati.
se un trattamento e' efficace le poche varroe rimaste danno origine a popolazioni resistenti
paradossalmente se non trattassimo piu' le api per la varroa forse si selezionerebbe una popolazione di api resistente non solo alla varroa ma anche alle altre patologie
forse
per quasi tutti comunque significherebbe perdere le api , per alcuni anche il reddito
con questa prospettiva le operazioni di bruciare le famiglie malate , sostituire la regina , eliminare telaini di covata , sono accettabili.

anch'io ho quel libro
e' ottimo

Re: apicoltura biologica?

16/12/2011, 23:09

è certo la gente è tutta andicappata. ma che cavolo dicono?!! Scusate ma allora tutti i trattamenti che facciamo alle colture vegetali facciamoli solo con prescrizione di un agronomo. è lo stesso principio, le api sono animali, la lattuga è un vegetale ma se tratto male il consumatore subisce in tutti e due casi. e perchè non mettere la prescrizione dell'agronomo per il punteruolo rosso allora? Casomai facciamo qualche controllo asl invece di chiamare il veterinario per la prescrizione che causa un aumento dei costi del bioxal sicuramente. andate a far spendere soldi a chi non fa nulla invece che a quelli che si fanno un mazzo tanto

Re: apicoltura biologica?

18/12/2011, 2:12

Per lo Scaphoideus probabilmente la obbligatorietà è data dalla effettiva e comprovata azione di certi prodotti, azione che probabilmente l'api-bioxal ed altri non hanno dimostrato nei confronti della Varroa.
La scelta di rendere obbligatori trattamenti da effettuare, non è una scelta di poco conto e chi ne ha la responsabilità probabilmente, nel migliore dei casi, sta cercando di capire bene quale sostanza adottare per non fare una scelta sbagliata.
Anche se ancora non è stata selezionata una sostanza in particolare, certamente più controlli sarebbero auspicabili, e non solo per constatare i trattamenti effettuati ma anche per controllarne la regolarità di somministrazione.

Considerando la situazione attuale, ad oggi moltissimi apicoltori sono fuori dalla legge, sopratutto quelli che usano sostanze chimiche o organiche come gli acidi, ossalico etc., e non solo chi non tratta, peraltro pochissimi.
Se prendiamo poi la modalità di somministrazione, attualmente si va dalle dosi pressochè insufficienti, alle dosi eccessive, o addirittura ai comportamenti che rasentano l'isteria, come quelli del Gandalf!!

Re: apicoltura biologica?

18/12/2011, 11:48

flightofthebumblebee ha scritto:.....comportamenti che rasentano l'isteria, come quelli del Gandalf!!

flightofthebumblebee ha scritto:Poi ci son le "terre di mezzo" e lì ci trovi solo il Gandalf, per fortuna!!!! :mrgreen:

E con questo, oltre a tutto quello che mi è già stato detto, mi sono anche preso dell'isterico e dell'"escluso" o della "pecora nera" cne non vuol seguire quelli che sono i comuni dettami e comportamenti.

Grazie mille.
NON saluto.

Re: apicoltura biologica?

19/12/2011, 12:13

Maddmax1 ha scritto:Le api selvatiche sono sopravvissute decine di milioni di anni alla varroa ed alla peste americana ma adesso mi si dice che non possono piu' sopravvivere ... sara'. A me sembra che non possano sopravvivere all' apicoltore disattento.



Bhe non è propriamente così, l'unica ape che ha convissuto con la varroa per così tanto tempo è l'ape cerana, un ape asiatica, in tutti quei milioni di anni l'ape cerana si è evoluta (insieme alla varroa) ed ha imparato a difendersi adottando comportamenti atti a mantenere bassa la popolazione del parassita nella famiglia. L'ape ligustica invece convive con la varroa solamente da poco più di 30 anni e non ha ancora imparato a difendersi, potrei sbagliarmi ma ci vorrà qualcosa di più di qualche decina d'anni perchè si evolvano.
Ritengo che sia quantomeno fuorviante far passare il concetto che la varroa sia sempre stata presente negli alveari di tutto il mondo.
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