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Ape Nera Sicula 
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per me il passaggio fondamentale per capire che l'ape sicula non ha reale importanza agronomica e che tutto l'articolo e la propaganda di questi anni e' solo una giustificazione dei soldi spesi , e' questo:

''gennaio 2012, l'avvio del “Progetto di reintroduzione e di conservazione della sottospecie a rischio di estinzione Apis mellifera siciliana” finanziato dalla Regione Sicilia e seguito dal CRA-API di Bologna

se l'ape sicula avesse un reale vantaggio rispetto alle altre razze anche soltanto in sicilia , non sarebbe stato necessario spendere alcunche' , dichiarano nell'articolo stesso che viveva in purezza tra vulcano e Filicudi.


10/02/2014, 10:00
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Scusami ma mi sento di fare una serie di osservazioni:

1) nei precedenti post si discuteva piuttosto fantasiosamente dell'ape sicula e il mio intervento era solo nella direzione di una conoscenza più approfondita.
2) come ha detto bene obombo "il suo posto è la Sicilia, dove, ovviamente, la ligustica non dovrebbe esistere". Quindi che si sia cercato di ripopolare la Regione con una specie autoctona non ci trovo nulla di strano
3) gli apicoltori se sollecitati così a reintrodurre, attraverso dei sostegni regionali, l'ape sicula non credo siano da condannare. Ancor più piuttosto che acquistare sciami fuori regione, li acquistano in Sicilia.
4) Mi risulta poi che la tutela dei genotipi sia un'attività perseguita e sostenuta da molte regioni italiane.
5) Infine mi risulta anche che la stessa tua Regione, le Marche, sostiene con contributi l'attività apistica e aggiungo BENE!

Amici non cadiamo noi luoghi comuni da bassa lega!

Antonio



romeoadriatico ha scritto:
per me il passaggio fondamentale per capire che l'ape sicula non ha reale importanza agronomica e che tutto l'articolo e la propaganda di questi anni e' solo una giustificazione dei soldi spesi , e' questo:

''gennaio 2012, l'avvio del “Progetto di reintroduzione e di conservazione della sottospecie a rischio di estinzione Apis mellifera siciliana” finanziato dalla Regione Sicilia e seguito dal CRA-API di Bologna

se l'ape sicula avesse un reale vantaggio rispetto alle altre razze anche soltanto in sicilia , non sarebbe stato necessario spendere alcunche' , dichiarano nell'articolo stesso che viveva in purezza tra vulcano e Filicudi.


10/02/2014, 12:15
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1 non rispondevo a te ma al tema generale , anche se poi ho capito che la cosa in qualche modo ti riguarda

2 quella di obombo e' un'opinione (un'illusione direi) smentita dai fatti. L'idea che la sicula sia adattata alla sicilia meglio di altre razze e' una balla. Smentita dagli stessi apicoltori che nel tempo l'hanno sostituita con la ligustica e da una ricerca cra che e' stata presentata a lecce qualche giorno fa(nonostante la relatrice volesse dimostrare il contrario le slide presentate hanno parlato da sole)

3 la condanna e' allo spreco di risorse ed ancora di piu' alla pretesa di pianificare il comportamento altrui sulla base di convincimenti per nulla dimostrati che rasentano l'arbitrio

4 qui entriamo in un'altro campo. La tutela dei genotipi e' un'operazione doverosa e necessaria per avere del materiale genetico di riferimento . Qui e' giusto investire soldi pubblici perche' in linea generale gli ibridi hanno dei vantaggi rispetto alle razze pure e gli apicoltori li preferiscono facendo cosi' sparire le razze autoctone. Creare degli areali protetti e' piu'che giusto ma soprattutto in sicilia e' gratis perche' avete le isole che hanno svolto proprio questa funzione. Ma i vantaggi (inesistenti) dell'ape sicula sono solo fumo negli occhi nei confronti dei pochi o tanti apicoltori che momentaneamente non possono verificare il contrario e soprattutto dei non apicoltori che (essendo la maggior parte) si trovano a pagare l'iniziativa. (direttamente o indirettamente)

5 tutte le regioni italiane hanno a disposizione fondi UE per iniziative a sostegno dell'apicoltura , la mia regione le impiega in diversi modi tra cui l'agevolazione all'acquisto di regine ligustiche spinola ; li considero soldi mal utilizzati.


10/02/2014, 15:15
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Che cosa sia meglio o peggio dipende dai parametri che si utilizzano nel giudizio. La vacca Bruna Alpina non puo’ competere con al chianina per la carne ne’ con la frisona per il latte pero’ e’ una razza druogna di montagna, sopravvissuta per millenni in ambienti inospitali senza antibiotici.
Lo stesso discorso dovrebbe essere applicato alle api, invece di continuare a perpetuare la ligustica in inbreeding dale Alpi ad Agrigento.
La sicula e’ stata sostituita dalla ligustica ma e’ un fatto che (nella sua forma "imbastardita") e' sopravvissuta allo stato selvatico nonostante l’ infestazione da varroa.

Maddmax

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10/02/2014, 17:47
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Maddmax1 ha scritto:
Che cosa sia meglio o peggio dipende dai parametri che si utilizzano nel giudizio. La vacca Bruna Alpina non puo’ competere con al chianina per la carne ne’ con la frisona per il latte pero’ e’ una razza druogna di montagna, sopravvissuta per millenni in ambienti inospitali senza antibiotici.
Lo stesso discorso dovrebbe essere applicato alle api, invece di continuare a perpetuare la ligustica in inbreeding dale Alpi ad Agrigento.
La sicula e’ stata sostituita dalla ligustica ma e’ un fatto che (nella sua forma "imbastardita") e' sopravvissuta allo stato selvatico nonostante l’ infestazione da varroa.

Maddmax


...e infatti la bruna alpina l'hanno praticamente fatte scomparire, trasformandola in razza Bruna, pari o addirittura superiore alla Frisona per produzione ma con gli stessi difetti ops scusa pregi!


10/02/2014, 20:28
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romeoadriatico ha scritto:
La tutela dei genotipi e' un'operazione doverosa e necessaria per avere del materiale genetico di riferimento . Qui e' giusto investire soldi pubblici perche' in linea generale gli ibridi hanno dei vantaggi rispetto alle razze pure e gli apicoltori li preferiscono facendo cosi' sparire le razze autoctone. Creare degli areali protetti e' piu'che giusto ma soprattutto in sicilia e' gratis perche' avete le isole che hanno svolto proprio questa funzione.
Dei buoni propositi, certo, ma servono soltanto a mettersi n pace la coscienza, tipo: questa è la soluzione, qualcuno dovrebbe metterla in pratica. Solo che quel "qualcuno" non esiste. Non ho notizie di apicoltori o associazioni e tanto meno istituzioni che abbiano speso un solo euro per la creazione di areali protetti o che abbiano l'intenzione di farlo in futuro. Purtroppo, tutti noi dovremo essere responsabili e fare l'impossibile per tutelare la nostra ape - "nostra" intesa come ecotipo - e la biodiversità in genere, e dico purtroppo perché si tratta di noi apicoltori, la stessa categoria che ha fatto a gara per portarsi a casa la varroa, sempre a caccia dell'affare migliore, incuranti delle conseguenze. Conseguenze che si sono viste in breve tempo nel caso della varroa ma avranno bisogno di tempi più lunghi per manifestarsi nel caso dell'erosione genetica, quindi c'è anche molto disinteresse per l'argomento.
C'è, invece, molto più interesse per la ricerca dell'ape d'oro che viene di volta in volta individuata in questa o quell'altra razza, mai però quella dei propri alveari, con situazioni che rasentano un imbarazzante paradosso. L'anno scorso, credo, per qualche mese di seguito L'Abeille de France ha pubblicato questo annuncio, cito a memoria: "buttate via il vostro affumicatore e la vostra maschera, preparate lo smielatore e i maturatori, vendiamo regine di Apis mellifera carpatica, allevate.... testate... etc." insomma, reggine provenienti dalla Romania. Nel mentre, in Romania importano qualsiasi altra razza che non sia quella autoctona: carnica, ligustica, buckfast, caucasica... qualsiasi cosa purché non sia la carpatica, sempre che esista questa razza, o che sia mai esistita, perché, evidentemente, a loro fa schifo, mentre per i francesi, cioè, per quelli che la vendono e per i boccaloni che la comprano, è meglio de la loro, che, oltretutto, è quasi estinta. Ovviamente, il fatto che l'ape nera sia quasi estinta in Francia non impedisce a "seri" allevatori di venderla "allevata in purezza", il più delle volte insieme ad altre due o tre razze, anch'esse "allevate in purezza", cosa che fa sorgere qualche dubbio ma non in Liguria, per esempio, dove l'ape nera spopola.
E visto che parliamo di riviste, anche un'importante rivista italiana ha proposto per qualche numero un'inserzione pubblicitaria che proponeva regine buckfast. Dalla Danimarca. Qualche chilometro e qualche grado di differenza, che voi che sia. La pubblicità e stata sospesa, spero in seguito alle lettere di protesta ricevute. E' stata sostituita da un articolo che tesse le lodi di questo ibrido su quattro pagine. Con tanto di testimonial in bikini.
Bene. Dove a portato questo gran movimento di api a livello mondiale, tolte le malattie, i parassiti sparsi in giro per il mondo e l'inquinamento genetico? Produzioni da capogiro? Resistenza alle malattie o alla varroa? Non ne ho notizie. Qualcuno ha trovato l'ape d'oro? Si. Quelli che la vendono.
Conosco apicoltori dell'Agro Pontino che considerano la Psilla un dono del cielo, perché, nonostante la perdita del raccolto, ha portato un visibile miglioramento della genetica delle loro api dovuto all'assenza dei nomadisti negli ultimi anni.

_________________
http://www.agraria.org/apicoltura.htm - Atlante di Apicoltura

Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello... (Chuck Palahniuk)


12/02/2014, 0:52
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