ninno ha scritto:Ciao Sascias, ma volevi anche la botte piena?. Ninno
Davvero eh! Sascias, comunque adesso ne ho 34, visto che ho iniziato l'anno scorso. Tu? @Romeo: mille varroe in un cassettino e la famiglia si è comunque salvata???
No no ragazzi mi accontento della moglie ubriaca!!? Comunque ne faro 33 a Luglio, da pochi anni ormai ho comprato una casa in campagna, e faccia l'agricolo e un poco il casaro , , cerco di produrmi tutto io, pero una faticaccia!!?
Ninno, eh sì purtroppo abbiamo un paese bellissimo...il problema è la gente...siamo noi!!!
Comunque ho letto la tua storia e mi affascina il pensiero che hai convissuto con l'apicoltura per molti anni e hai conosciuto questo mondo prima dell'avvento della varroa.
Ti posto qualche domanda...se vuoi rispondermi:
- Quali patologie erano considerate "pericolose" per gli apiari prima della varroa? Immagino la peste...
- Ti sembrano cambiate tanto le stagioni apistiche? Ovvero i raccolti si sono accorciati/allungati e/o spostati?
- In tutti questi anni di apicoltura cosa ne pensi della razza dell'ape e della selezione genetica?
Ciao Francesco, la prima domanda a cui voglio rispondere è "quest' anno smetto con le api" perchè ritengo che sia la più importante. Questo pensiero non mi è mai passato per la mente nemmeno nei momenti difficili , il tutto è sopportato da una grande passione per questo mondo e , come notano nei mie scritti, cerco di scoraggiare chi vuole avventurarsi in questo mondo facendo moltiplicazioni di Kg di miele per Euro al Kg se non sostenuto da una forte dose di passione. Ho lasciato , nel testamento, che se vado in galera mi dovranno portare 2 arnie.
Le api, prima della varroa, conducevano una vita standard come dai manuali di allora, sciamatura normale,riduzione covata in estate, blocco covata dopo il 15 nov e ripartenza dopo il 15 gen. Il problema sanitario più importante era la peste americana che tutti curavano con sulfathiazolo prima e tetracicline dopo ma dopo aver letto, su una rivista specializzata, che il fiammifero dava buoni risultati non ho esitato ad usarlo e la PA la vedo ogni3-4 anni e siccome l' occhio è addestrato a riconoscerla dalla prima celletta affossata e aperta riesco a non contagiare altri alveari.
La varroa ha cambiato le regole del gioco, le famiglie che si salvavano erano quelle a forte propensione alla sciamatura mentre quelle che non sciamavano mai si arresero al nemico ed il problema che oggi ho è la forte sciamatura. Ho notato che, in media, le api di oggi producono più miele di quelle di una volta , il mio apiario è sempre lì da 30 anni e la vegetazione è sempre la stessa.
Per quanto riguarda la razza direi che la natura ha già fatto un buon lavoro di selezione ed ogni razza è perfettamente integrata nel proprio ambiente. Il miglioramento genetico si fà con gli incroci, questo è noto a tutti, ma le api non si possono tenere al chiuso e questo potrebbe causare più danni che vantaggi. Nei primi 15 anni ho inserito regine acquistate da allevatori professionisti per non avere troppa consanguineità ma notavo che i cicli delle regine importate da altre zone non avevano lo stesso ciclo di allevamento covata delle mie che erano adattate all' ambiente e spesso allevavano molta covata in ritardo rispetto alla mia fioritura e l' esercito arrivava dopo la fioritura. Adesso ogni 2-3 anni vado a prendere delle CR da un mio allievo che ha l' apiario lontano dal mio ma vive nello stesso ambiente.
Le stagioni non sono le stesse , 30 anni fà avevamo una primavera piovosa con pioggie anche a giu , una estate normale, un autunno piovoso ed un inverno freddo, adesso i mm di acqua sono di più di allora ma vengono giù in un giorno e la siccità è sentita tutto l' anno. Come indicatore ho un rigolo che portava acqua dai primi di ott a tutto mag e che oggi si vede solo quando piove e per pochi giorni. Ninno
ninno ha scritto:Le api, prima della varroa, conducevano una vita standard come dai manuali di allora, sciamatura normale,riduzione covata in estate, blocco covata dopo il 15 nov e ripartenza dopo il 15 gen.
Ciao Francesco, come dice Yuvan non ho mai venduto miele ma regalato miele e qualcuno mi ha regalato altro. Se è permesso ai cinesi di regalare materiale dalla cina a noi Italiani perchè non dovrei regalare il mio miele?. Avete sicuramente letto le scritte sui pacchi che vi arrivano, c'è scritto "regalo" oppure "campionatura gratuita". Ninno