Oggi parliamo di uno dei FAN più famosi: l’emerito sig. TANNINO, capostipite della famiglia dei temutissimi (si fa per dire) Tannini.
Lo introduciamo con un piccolissimo aneddoto: quanti di voi hanno provato quella sensazione, diciamo fastidiosa di “allappamento” mentre si pappa un bel kaki non perfettamente maturo (o diospiro per i puritani)?
Ebbene, come sicuramente saprete (o capito), quella sensazione di allappamento, o meglio dire l’astringenza percepita è causato proprio dal nostro amico Tannino che, grazie a Madre Natura, è dotato di un’innata capacità di “precipitare le proteine (in questo caso della saliva) formando composti insolubili”.
Precipitare??? Che significa?
Tanto per cambiare proponiamo un altro dei nostri esempi assurdi tanto per cercare di capire il concetto: se versassimo un cucchiaino di zucchero in un bicchiere di acqua, dopo pochissimo tempo vedremmo lo stesso zucchero “sciogliersi” e divenire un tutt’uno con l’acqua stessa.
Ma se per ipotesi lo stesso zucchero fosse venuto prima a contatto con i nostri cari tannini e che questi ultimi lo avessero trasformato (grazie a sofisticate reazioni chimiche e sempre per assurdo) in tanti piccoli sassolini duri, beh, a voglia a mischiarlo con l’acqua ma lo zucchero così trasformato ovviamente non si scioglierà più in quanto ha perso la sua cosiddetta “solubilità”!
In soldoni, per intenderci, i tannini, nel nostro esempio, hanno fatto “precipitare” lo zucchero rendendolo praticamente insolubile.
Riassumendo, e per quel che ci interessa, possiamo quindi dire che sostanzialmente i tannini si combinano con le proteine alimentari formando (mediante particolari reazioni chimiche) complessi resistenti agli enzimi digestivi ed alle proteasi gastrointestinali; come dire: i nostri polli mangiano, mangiano ma poi alla fine assorbono poco o male i nutrienti in generale e le proteine in particolare!
Dove si trovano questi benedetti tannini?
Nei prodotti che ci interessano lo troviamo principalmente nel sorgo e nella fava ma anche nell’orzo, nel girasole… nel pisello. Ma, come detto in precedenza, se a livello industriale si procede alla inattivazione di questi tannini magari mediante trattamenti chimici, decorticazione ecc, a livello casareccio le cose si complicano un po’.
Tutta questa “pappa” perché?
Perché ci si renda conto che, quando si va a fare la scelta dei costituenti di una razione per i nostri polli optando, lo ricordo, per materie prime magari prodotte in proprio o da vicini contadini anziché di mangimi già belli e pronti, bisognerà per forza di cose tenere conto, tra i diversi fattori, anche del contenuto negli stessi alimenti dei fattori anti-nutrizionali (come il sig. Tannino appunto) e magari optare (ove possibile) per alimenti (o nell’ambito dello stesso alimento una cultivar diversa) con un contenuto inferiore di FAN e quindi pesare per bene i pro e i contro degli stessi nel calcolo delle percentuali da includere nelle suddette razioni.
Tutto chiaro no?
Ps. se rompo i maroni ditelo che la smetto di imbrattare il forum!