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BASTA SOIA OGM!!! 
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Angeluzzo io mi riferisco a chi alleva i propri animali a scopo amatoriale per produzione familiare, io che allevo i miei per poter dare ai miei figli uova e carne di ottima qualità, lascerebbe a desiderare una scelta come quella della soia vista la sua provenienza, io come agronomo mi limito a ritenere la modificazione genetica un abisso di incertezze, non solo per il semplice fatto che ad oggi l'ingegneria genetica inserisce pezzi di dna a caso, non potendo conoscere la collocazione esatta delle gene, ma questo mi preoccupa meno, il problema è la sua interazione con la vegetazione spontanea, ma in questo caso con l'interazione animale/uomo, ovvio no sto dicendo che se la mia gallina ingerisce dna modificato io mi mangio ogm, ma di sicuro il mio animale e i suoi apparati interagiscono con un prodotto incerto a lungo termine, quali sono le conseguenze di una lunga interazione tra mangime e animale? questa è la domanda fondamentale, vale la pena rischiare di inabissarci, non voglio entrare nel merito dell'ingegneria genetica vegetale che ad oggi rimane senza molte risposte, ma solo quanto sia inappropriato che una amatore compri sacchi ovaiole/polli che attingono dove i mercati sono più economici, ritorniamo a fare le cose che per millenni hanno guidato l'autoproduzione familiare, si mangio ciò che si produce o quello che produce il mio vicino, i moderatori che continuano a tessere le lodi della soia, allontanano l'allevatore familiare dalla sua vera vocazione, se devo dare un sacco petrini ai miei animali, allora vado al supermercato...


30/10/2014, 10:07
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simonelucazucchi ha scritto:
Angeluzzo io mi riferisco a chi alleva i propri animali a scopo amatoriale per produzione familiare, io che allevo i miei per poter dare ai miei figli uova e carne di ottima qualità, lascerebbe a desiderare una scelta come quella della soia vista la sua provenienza, io come agronomo mi limito a ritenere la modificazione genetica un abisso di incertezze, non solo per il semplice fatto che ad oggi l'ingegneria genetica inserisce pezzi di dna a caso, non potendo conoscere la collocazione esatta delle gene, ma questo mi preoccupa meno, il problema è la sua interazione con la vegetazione spontanea, ma in questo caso con l'interazione animale/uomo, ovvio no sto dicendo che se la mia gallina ingerisce dna modificato io mi mangio ogm, ma di sicuro il mio animale e i suoi apparati interagiscono con un prodotto incerto a lungo termine, quali sono le conseguenze di una lunga interazione tra mangime e animale? questa è la domanda fondamentale, vale la pena rischiare di inabissarci, non voglio entrare nel merito dell'ingegneria genetica vegetale che ad oggi rimane senza molte risposte, ma solo quanto sia inappropriato che una amatore compri sacchi ovaiole/polli che attingono dove i mercati sono più economici, ritorniamo a fare le cose che per millenni hanno guidato l'autoproduzione familiare, si mangio ciò che si produce o quello che produce il mio vicino, i moderatori che continuano a tessere le lodi della soia, allontanano l'allevatore familiare dalla sua vera vocazione, se devo dare un sacco petrini ai miei animali, allora vado al supermercato...


non nominame marchi che è meglio ...
sinceramente io sono d'accordo con i moderatori quando elogiano la soia perchè in effetti come fonte proteica è ineguagliabile nell'alimentazione avicola e loro danno il loro punto di vista oggettivo come è giusto che sia.
detto questo se il problema è l'ogm secondo me se vuoi fare le cose fatte bene non dovresti cercare qualcosa che sostituisca la soia , ma piuttosto cercare la soia non ogm, ti assicuro che se la cerchi bene la trovi ad un costo un pò più alto ( la soia non ogm costa piu o meno come il pisello proteico, favino ecc ecc ) .

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30/10/2014, 10:45
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Vedi caro Angeluzzo86 il problema è che industrializzare l'economia familiare è un obbiettivo fine a se stesso, non mi interessa cercare la soia free ogm, io vivo in Sicilia terra in cui il sistema avicola a tirato il carretto senza soia, non voglio tirare in ballo l'utilizzo di proteine di origine animale, ma del fatto che un animale che vive su un territorio ed è autoctono (titina siciliana) ha vissuto generazioni senza soia, per quale assurdo motivo deve mangiare un prodotto vegetale non vocato nel territorio, sentire moderatori parlare di soia come nicchia avicola, snatura il concetto di naturale, che ormai si spera sta riprendendo la sua strada smarrita, dopo l'arrivo della monocoltura industriale che vuole rendere l'allevatore o l'agricoltore, schiavo di un sistema chiuso e non auto produttivo, ai mai sentito un piccolo allevatore negli anni 60 dire "ora vado a comprare il sacco petrini per le galline", ma quale sacco!!! gli animali mangiano ciò che la terra produce, oggi si parla di proteine nell'impasto, ma da sempre tale nutrimento l'animale doveva cercarlo nella terra, che rimaneva un aspetto fondamentale della sua qualità (ruspante), sempre parlano di allevamenti familiari, se proprio vogliamo creare un surplus qualitativo per diminuire i rischi di cali proteici, che deve intendersi come integrativo non come fondamentale, utilizziamo ciò che le nostre terre ci danno...mio nonno faceva marcire gli scarti di carne appena i bigattini erano maturi, le galline mangiavano proteine fresche, naturali, altro che SOIA!!!


30/10/2014, 11:33
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caro Simone comprendo le tue motivazioni però penso che forse stai generalizzando un pò troppo.
E' vero che se non si da per forza il mangime ad una gallina questa non muore nel giro di due giorni però bisogna vedere come campa.
Innanzi tutto bisogna fare un discorso sulle razze
Gli ibridi commerciale aimè sono animali costruiti e come tali hanno proprio bisogno di una alimentazione costruita per la quale sono "progettati" (io nel mio piccolo ho provato a tenere broiler per curiosità e ti assicuro che se c'è mangime si inferociscono per mangiare , mentre se c'è prato, verdure, ecc ecc se ne stanno tranquilli seduti a prendere il sole... senza mangime per me stenterebbero a stare in vita)
Per quanto riguarda le razze rustiche invece il discorso cambia , ma solo fino ad un certo punto. Infatti molte razze, che un tempo come dici tu vivevano di pascolo e qualche chicco di cereale ogni tanto, ormai sono estinte perchè avevano una resa carne/uova troppo bassa per l'uomo e sul mercato erano comparsi gli ibridi che invece erano molto più veloci, efficenti ma anche "pretenziosi".
Delle razze rustiche che sono rimaste invece spesso sono state fatte linee di selezione per aumentare la loro resa di carne/uova, ovviamente tutto ciò a scapito della loro rusticità.

Dettò ciò a tanti piacerebbe prendere le galline, metterle in uno spazio ampio e lasciare che la natura faccia dà sè però per me questa è una cosa che ai nostri giorni non è più eticamente corretta ( sempre secondo il mio modestissimo parere ) .
Ti ricordo inoltre che un tempo la mortalità di tutto ( animali ed umani) era molto più alta, se un allevatore aveva 50 capi e nel corso dell'inverno 25 muorivano per fame o freddo non è che si facessero molti drammi perchè il capo si mangiava anche se era morto e perchè tutto ciò era normale.
Ora invece non sarebbe più normale perchè non c'è più la miseria di una volta ( anche se negli ultimi anni .... vabbè lasciamo perdere) , quindi per me il sacco di mangime è giusto prenderlo.

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30/10/2014, 13:44
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Salve Simone, benvenuto nel forum.
L’argomento sul quale punti il dito è stato più e più volte dibattuto, ed anche aspramente avvolte, con posizioni finali anche piuttosto discordanti (sembra ci sia ancora un minimo di libertà di pensiero ;) ) ma, se permetti, prima parti col discorso no Soia OGM e poi concludi escludendola a priori!

Attenzione, condivido molte tue riflessioni, sei persona sicuramente molto più preparata in materia, ma le alternative che proponi quali sono?
I bigattini?
Ma dai, mi sembra un po poco e anche il discorso sulla produzione in proprio non può reggere perché quasi nessuno può permettersi di seminare e raccogliere, mais, grano, orzo (i cui semi comunque verrebbero dalla grande distribuzione…), pisello e quant’altro in quantità sufficiente a livello amatoriale senza subire costi decisamente fuori portata.
Ben venga la filiera a km 0 ma quando dici poi che vuoi (giustamente) il meglio per i tuoi figli (chi non lo vorrebbe), sei sicuro al 100% che i prodotti del tuo pollaio siano “di ottima qualità” semplicemente per il fatto che le galline stanno li, tutto il giorno a spizzicare nei campi?
Non tocchiamo poi il discorso sulle differenze “dei polli d’oggi” da quelli “di una volta” (trovi diverse discussioni in merito) ma come ti hanno già detto, prima era uso anche dare da mangiare agli animali cose oggi decisamente sconsigliate ma che comunque (e ovviamente) soddisfavano sufficientemente le esigenze nutrizionali dei cari polletti, a costi contenuti.
Il Dio denaro, si è sempre lui a condizionare le scelte non solo a livello industriale ma soprattutto (e da sempre) anche a livello della povera famigliola (povera per modo di dire) che ha la possibilità, lo spazio e il tempo di dedicarsi alla produzione di qualcosa “di genuino” per il proprio sostentamento.
Sfido chiunque oggi, conti alla mano, a ritenere conveniente, sotto tutti gli aspetti, il produrre in proprio un uovo “di ottima qualità” che alla fine gli costi quanto una dozzina del supermercato!
Lo puoi fare un mese, due ma prima o poi tua moglie arriverà a dirti: “A Ciccio non possiamo spendere 12 euro solo di uova per fare una torta che in pasticceria ci costa manco la metà!!!”
Purtroppo è così;
Lo so, il discorso non fa una piega, ma si cerca ovviamente di coniugare per quanto possibile l’utile (inteso come ricavo, quantità) alla rinomata qualità (casareccia) e se la soia rappresenta un mezzo relativamente conveniente per raggiungere il nostro scopo, ben venga, magari non OGM se proprio si vuole ma escluderla a priori solo perché non “autoctona” mi pare un tantino esagerato (parere personale).

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“secondo i più eminenti scienziati il calabrone non può volare perché il peso del suo corpo è sproporzionato alla portata delle sue ali.
Ma il calabrone non lo sa e vola lo stesso...."


30/10/2014, 16:03
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Salve Kembol

Voglio escludere dal discorso l'ingegneria genetica e le sue incertezze a lungo termine, la mia professione mi impone di quantificare benefici e costi, detto ciò sino ad oggi l'economia agricola ci ha insegnato che il mercato a porte chiuse non produce surplus economico, te lo dico in parole povere....cavolate...il pensiero economico detta legge per muovere le fila di un traballante sistema di movimento merci (ruote, mare ecc...), insomma coinvolge l'agricoltore o l'allevatore a mantenere un movimento attivo, ma non per salvaguardare l'economia del settore, ma per spostarlo su altri interessi, insomma consuma un settore per mantenere a galla un altro sistema più complesso (packaging, trasporto, ingrosso, rappresentanza ecc...), tutto a spese del sistema più antico del mondo.
Parli del fatto che la semenza del seminativo arriva dalla grande distribuzione, mi dispiace ma hai sbagliato territorio, qui non siamo in pianura padana, ad enna si utilizzano sementi autoctoni, che non arrivano dai distributori, anche se la tutela europea alla qualità del grano duro sta diminuendo i supporti economici, qui si tiene ancora il carretto con sementa di qualità (dalla tumminia al senatore cappelli ecc...), ovvio se parliamo di mais non se ne vede manco l'ombra, ma di carote quintali.
Mi dici che è giusto comprare sacchi, se me lo dici dal punto di vista economico, mi dispiace ma sforiamo...
25kg caniglia 7.50
10kg grano 2.50
50kg favino 25
40kg avena 12
10kg orzo 2.50
25kg Sacco petrini Ovaiole 1
Dove è il risparmio?
Manca la soia va bena la compro, sfarinata costa meno del favino, cosa manca una manciata di aminoacidi e vitamine va bene compro anche quelle, rimane il semplice fatto che non si risparmia affatto, ma si alimenta un pensiero malsano e non educativo alla conduzione familiare di un pollaio, i moderatori fomentano l'economia distruttiva, quella che per alimentare un intero ramo di settori, distrugge il mio settore.
La qualità della conduzione deve rimanere sia economica, produttiva ma anche naturale, se vogliamo intendere naturale in toto allora non entro solo nel discorso della vocazione territoriale ma anche nel sistema economico del territorio, ma per quale assurdo motivo devo far arricchire petrini, quando il mio vicino produce favino, per colpa di questi sistemi ramificati qui si sta limitando la rotazione del grano, oggi trovare chi fa un triennale con un legume è fantascienza, ormai siccome si compra solo soia, non si riesce manco più a fare un quinquennale, se proprio vogliamo entrare nella qualità del prodotto escludiamo la soia e entriamo nei meriti dei cereali di questi sacchi di mangime, mi sapete dare un parere qualitativo del seminativo?
Proteine è una parola che sta diventando un dogma, in realtà trovare la proteina giusta al giusto prezzo è il vero dogma, qui si parla di completezza, la soia è la vera complementarietà tra i due parametri, ma fatemi il piacere, la soia è il giusto compromesso per arricchire il lato sbagliato del sistema economico, questi sono gli insegnamenti monosettoriali delle multinazionali, trovare il meglio e spazzare il resto, continuate a comprare sacchi zootecnici, io rimango del parere che la conduzione familiare, le piccole e medie imprese, devono legarsi alla ruralità territoriale, i miei maiali mangiano ghiande non concentrati si soia e non mi pare che non raggiungano il peso dei neri allevati sul cemento con il p3, insegnare alla gente che l'economia agricola monosettoriale è la forza del sistema agricolo e inappropriato, ma soprattutto non professionale, visto che ad oggi il sistema agricolo sta cercando con tutte le sue forze di tornare un sistema a corto raggio...


31/10/2014, 10:25
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Simone sinceramente non capisco dove vuoi condurre il tuo discorso, sei partito aprendo il post "basta soia ogm" per poi diventare basta sacco di mangime ( nominando anche un marchio, cosa che non dovresti fare ) adesso stai portando la discussione sui massimi sistemi del commercio e dell'economia in relazione all'agricoltura:
simonelucazucchi ha scritto:
il pensiero economico detta legge per muovere le fila di un traballante sistema di movimento merci (ruote, mare ecc...), insomma coinvolge l'agricoltore o l'allevatore a mantenere un movimento attivo, ma non per salvaguardare l'economia del settore, ma per spostarlo su altri interessi, insomma consuma un settore per mantenere a galla un altro sistema più complesso (packaging, trasporto, ingrosso, rappresentanza ecc...), tutto a spese del sistema più antico del mondo.


magari posso anche trovarli interessanti o essere più o meno d'accordo, però questa sezione è : Forumdiagraria.org » Animali da reddito » Polli » Alimentazione.
se vuoi parlare di idee economiche , politiche agricole ecc ecc c'è la sezione "miscellanea" dove si può parlare di quello che si vuolehttp://www.forumdiagraria.org/miscellanea-f72/ , altrimenti qui bisognerebbe parlare di alimentazione per polli.
Hai aperto il post " basta soia ogm", hai qualche valido sostituto alla soia ogm ? possibilmente motivando le tue tesi magari anche con dati scientifici?

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31/10/2014, 11:59
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Suino:
http://sito.entecra.it/portale/public/d ... logico.pdf
Pollo:
http://www.unaitalia.com/UNAITALIAINFOR ... oschi.aspx
http://www.arsia.toscana.it/eventiold/z ... atti_1.pdf
http://www.coldiretti.it/organismi/inip ... tecnia.htm


31/10/2014, 12:24
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carissimo Simone il primo link riguarda i suini quindi non sò perchè l'hai postato boh...
degli altri tre link :
-il primo è un progetto di cui si parla al futuro " si vedrà , si sperimenterà ecc ecc " ma in soldoni per ora sono solo sogni

- il secondo è l'unico link che parla scientificamente dell'argomento , peccato te l'ho postato io ieri :D magari te ne sei scordato , se leggi le conclusioni però dicono:
"Pertanto, il favino(Vicia faba minor, varietà Vesuvio) e il pisello(Pisum sativum, varietà Classico),non sono da considerare possibili alternative alla farina di estrazione di soia nell’alimentazione dei broiler da carne, ma solo nelle
produzioni biologiche con polli di tipo genetico rustico, perché con i broiler la soia è indispensabile che sia presente nella dieta."

- il terzo link conclude anche esso dicendo :
"Tuttavia nelle condizioni attuali non bisogna avere grosse aspettative di un risparmio di alimenti con l'uso del pascolo in quanto, a causa delle elevate produzioni, gli ibridi moderni hanno delle esigenze nutritive che vanno esattamente soddisfatte e alcune sostanze, che spesso determinano delle carenze, devono comunque essere apportate dal mangime. Somministrando i diversi componenti del mangime separatamente si hanno maggiori possibilità di risparmio in quanto i polli, a seconda di quanto il pascolo offre, possono poi compensare le carenze scegliendo solo le sostanze di cui necessitano. "

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31/10/2014, 12:40
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Angeluzzo86

Il post sui suini lo utilizzato poiché avevo citato l'utilizzo di ghiande nell'allevamento dei neri, visto l'utilizzo massiccio di concentrato di soia soprattutto nello svezzamento, era esclusivamente un punto di ricerca non un paragone o un discorso preso a caso senza senso, il post che richiama l'attenzione sulla sostituzione della soia, ritiene indispensabile tale utilizzo per il suo indirizzo produttivo...io ho mai parlato di boiler, ho sempre parlato di razze ibride campagnole o autoctone siciliane, ovvio quando parliamo di un boiler ,polli che raggiungono il peso di vendita in 35 giorni, invece un pollo allevato con metodi tradizionali ne richiede 80/150 giorni, in un modo li devi pur ingozzare, la sazietà la devi pur compromettere, se ti piacciono tanto mangiali con gusto (Gli esperti dell’EFSA nel 2010 sono giunti alla conclusione che una percentuale compresa tra il 20 e il 30 per cento dei casi umani di campilobatteriosi nell’Unione europea era direttamente riconducibile alla manipolazione, alla preparazione e al consumo di carne ottenuta dai broiler. La malattia, che può provocare diarrea, crampi addominali e febbre, colpisce bambini, giovani adulti e anziani, nel 2007 invece sempre l’EFSA riscontrò il batterio della Salmonella in quasi 1 allevamento su 4 23,7%).
L'investimento alla ricerca richiede sempre soldi, calcolando che come dice Vandana Shiva in realtà si sta facendo ricerca su cose di cui gli indigeni campano da anni e che noi abbiamo ottenuto i frutti per millenni, tu senza esperienza e formazione vuoi insegnare a me che la soia è l'alternativa al giusto compromesso tra costi e benefici, mi richiede una giusta alternativa, considerando i miei discorsi sull'economia alimentare zootecnica, non attinenti al titolo del post...ti voglio rispondere per la passione e i sacrifici che ho sempre messo in campo per salvaguardare il mio territorio e ciò che di ottimo può produrre...un pollo che arriva al perso in 35 giorni, vale la miseria nutritiva di cui è composto, quando un allevatore sacrifica il suo tempo per ottenere il MEGLIO al giusto compromesso, non la SPINTA oltre ogni limite per ottenere il numero o il peso maggiore da immettere sul mercato, allora il giusto prezzo lo puoi trovare solo nel sacrificio, non in un pollo spinto con concentrati proteici fino alla morte...il bello che mi vuoi dire che quello che dico io richiede costi eccessivi, senza considerare che ciò che paghi in realtà dovrebbe costare la centesima parte, vista la qualità...di alternative ne hai oltre ogni limite, ma siccome ti piace tanto l'industrializzazione e fai i conti economici senza considerare il reale valore di un prodotto (visto che io un pollo da carne allevato a terra pronto in 100 giorni, lo pago quanto un pollo di marca al supermercato, ma sai i soldi li devo dare solo al mio vicino), puoi dedurre che le conoscenze che hai del km0 sono pari a nulla.
Concludo con la soia, visto che vi piace tanto, la soia è il giusto compromesso tra assimilazione massiccia e sazietà, nulla di più....


31/10/2014, 13:32
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