16/10/2023, 17:56
la foglia ingiallita rimarrà tale, fino alla caduta.
18/10/2023, 17:24
mhanrubalamotho ha scritto:la foglia ingiallita rimarrà tale, fino alla caduta.
Principi di clorosi possono essere corretti, almeno in viticoltura, sul pero e sul pesco, anche in floricoltura (il geranio per esempio risponde prontamente a ferro chelato in fertirrigazione). Posso capire ingiallimenti come quelli del mio secondo post (limoni su ponciro, portinnesto molto sensibile al calcare attivo), ma come quelli del clementino o delle prime foto sono davvero irreversibili? Se sì, non ne ero al corrente o non ci avevo mai fatto caso.
28/10/2023, 11:56
Premetto che rispondo senza aver fatto alcun "fact checking", che può essere svolto persino a livello di pubblicazioni scientifiche essendo ormai pubblicamente consultabili le banche dati scientifiche. Uno dei tecnici che cura l'aspetto nutrizionale del mio vigneto afferma che l'assorbimento del ferro avviene principalmente su regioni delle ragioni che dipendono da specie a specie. Per esempio, secondo lui le radici della vite assorbono il ferro nelle porzioni apicali, quelle che appunto eplorano aree nuove. Ecco per esempio perché molto spesso la clorosi ferrica nella vite compare in primavera, nei germogli giovani: perché il terreno che esce dall'inverno è ancora bagnato, spesso fradicio, freddo e asfittico e non adatto alle nuove radici che vengono annualmente emesse. Nuove radici che sono appunto quelle deputate all'assorbimento del ferro. Provando ipoteticamente a fare un parallelo con gli agrumi, si potrebbe ipotizzare che essendo stati questi rinvasati in vasi molto più grandi dei precedenti, rimane effettivamente molto terriccio non esplorato da queste e per forza di cose rimane probabilmente costantemente umido. Sarebbe un po' un paradosso che non mi spiego, anche perché ad un certo punto le radici dovrebbero pur iniziare a colonizzare queste zone e l'equilibrio prima o poi si instaura di nuovo.