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Tempo di carenza e persistenza. 
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Apro questo post perchè credo che molti appassionati (me compreso) non abbiano ben chiaro alcuni aspetti ed implicazioni delle parole "tempo di carenza" e "persistenza".

Ora, come tempo di carenza definiamo il tempo che intercorre tra l'ultima applicazione e la raccolta; come persitenza la capacità di un agrofarmaco di restare in qualche modo attivo.

Uno spunto di discussione penso sia rappresentato dai sali di rame, che si utilizzano anche in agricoltura biologica.

Ad esempio, come si spiega il fatto che alcune formulazioni di "solfato di rame tribasico" abbiano un tempo di carenza di soli 3 giorni se la vegetazione (soprattutto gli ortaggi tra l'altro) resta imbrattata uguale dopo questi tre giorni?
Forse dopo tre giorni, gli strati più esterni degli organi vegetali, per via del ricambio cellulare, possono essere rimossi più facilmente....lavati??

Quindi la persistenza del solfato di rame tribasico, in questa formulazione, sarebbe inferiore ad altri sali..
Ma se la persistenza fosse cosi corta, allora significherebbe che l'intrvallo tra le applicazioni dovrebbe essere non superiore a tre giorni..?
Aiutatemi per favore a chiarire, grazie!

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01/02/2010, 12:20
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Ciao Anselmo,
dai un'occhiata a questo link: http://www.stapacepicaavellino.com/docu ... entino.pdf.
Saluti Francesco

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01/02/2010, 17:19
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Quella del link è teoria, chiarissima, ma non risponde alla mia domanda che è squisitamente tecnico-pratica.

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01/02/2010, 18:52
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Ciao ANSELMO,
per la questione puramente pratica, sulle confezioni c'è indicato sia il tempo di carenza che la cadenza con cui effettuare i trattamenti, naturalmente tenendo conto delle condizioni atmosferiche, ma le confezioni sono molto ben dettagliate.
Poi, per es. c'è anche indicato di non trattare per più di un tot di volte con quel prodotto.
Saluti Francesco

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01/02/2010, 19:39
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Come ti ha spiegato Francesco le etichette sono molto chiare sull'uso delle varie molecole. La confusione nasce dal fatto che tu cerchi una correlazione tra due caratteristiche che non sono di fatto correlate.
Se un prodotto ha un intervallo di 3 giorni, vuol dire che dopo 3 giorni su quella data coltura, anche in funzione dell'uso che se ne fa, il livello dei residui raggiunge un livello non tossico per la salute. Se la stessa molecola viene indicata con 20 giorni vuol dire che in quella coltura si comporta diversamente.
Ma questo non toglie che la molecola mantiene intatte le sue capacità di azione.
Ho controllato diverse formulazioni e per esempio in una il tempo di carenza era 3 giorni mentre consigliavano di effettuare i trattamenti ogni 7 giorni.
Ciò vuol dire che dopo 3 giorni puoi consumare il prodotto, ma il prodotto è efficace per 7 giorni.
Spero che sia tutto chiaro


01/02/2010, 21:40
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Prendo del rame solfato tribasico a carenza 3 giorni ( soluzione A) e della poltiglia bordolese a carenza 20 giorni (soluzione B).
Preparo le due soluzioni e le applico ai pomodori.
Il cielo resta sereno...per 3 giorni.. (immaginate le piante trattate.....TUTTE azzurre come il cielo, appunto...)

Raccolgo i pomodori, quelli trattati con la soluzione A li posso mangiare...quelli con la soluzione B, no.
Perchè?!

Ragazzi, voglio solo capire..


Lo so si potrebbe chiamare l'azienda produttrice e chiedergli in base a quali criteri il Ministero della Sanità ha accettato la carenza di 3 giorni.
Esisterà per forza una ragione scientifica che spiega senza dubbi ciò di cui sopra,no?

e comunque ritorniamo al punto di partenza..

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01/02/2010, 22:05
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La risposta è semplice e ti rispondo perchè è il mio lavoro.
Alla base di quell'indicazione c'è un tipo di prove che hanno lo scopo di dimostrare la degradazione delle molecole nelle varie colture.
Praticamente nel caso delle tue molecole A e B praticamente sono state fatte tutta una serie di prove che hanno dimostrato che l'ossicloruro ha un tempo di carenza di 3 giorni mentre la poltiglia ha un tempo di carenza di 20 giorni.
Tu mi dirai perchè?
In queste prove vengono irrorate le molecole A e B a intervalli prestabiliti e a dosi note, quindi poi vengono raccolti i pomodori a o(dopo l'applicazione) a 1 giorno, a 3 giorni a 7 giorni 14 giorni e a 20 giorni. per esempio.
I frutti congelati vengono poi analizzati e si analizza la degradazione della molecola.
In una serie numerosa di prove a livello di tutta europa avranno dimostrato che l'ossicloruro su pomodoro ha un tempo di carenza di 3 giorni mentre la poltiglia necessita di 20 giorni.
Questo vale per tutte le molecole e per tutte le colture.

sul perchè i prodotti si comportano diversamente questo varia dalle caratteristiche chimiche del prodotto e da come interagisce con il frutto/vegetale, per esempio la sua respirazione.
Per esempio una sostanza è stata revocata su agrumi, ma non su olivo da olio, questo perchè non è liposolubile, quindi dalle prove hanno visto che non passa nell'olio, perchè va tutta via con le acque di lavaggio, separate dall'olio con la centrifuga.
Io faccio anche questo tipo di prove, per esempio valutare i residui sulla buccia e la polpa, questo perchè vedono che il prodotto si ferma sulla prima parte quindi non viene ingerito


01/02/2010, 22:34
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incide anche la percentuale di principio attivo presente nel prodotto
In aggiunta a quanto detto da Marco per gli agrofarmaci esiste una severa normativa di recente approvata a livello comunitario.I prodotti vengono testati in Centri di Saggio pubblici e privati che sono autorizzati sia dal Ministero dell'Agricoltura che da quello della Salute sia per l'efficacia che per i residui sulle colture che poi sono riportate in etichetta.
I "controllori" poi sono dei veri scassaminchia :lol: :lol: :lol:

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01/02/2010, 22:56
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ogni riferimento è puramente casuale :ugeek:


02/02/2010, 0:19
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Grazie delle risposte, comincio a capire... ;)

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02/02/2010, 10:57
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