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Cause dei problemi strutturali nel comparto agro-zootecnico 
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>> Discussione iniziata in: Realizzare un orto con il metodo di Masanobu Fukuoka


Ciao a tutti

per pallino.
Tu scrivi:Soprattutto quando il fronte degli scettici scientisti cerca di liquidare alcuni metodi agricoli alternativi come attività per pochi pazzi sognatori che rischiano di compromettere lo sviluppo dell'umanità facendola sprofondare all'età della pietra.

Come sei esagerato!Credo che nessuno ha detto questo.
Ti faccio esempi reali e chiedo di averne da te.

Lavoro(25 anni)in campagna al fianco di mio padre(60 anni)con 2 dipendenti quasi fissi,circa 15 ettari,di cui 8 coltivati a ortaggi,e sò che lavita in campagna è dura,ora.
Questo è quello che succede conteporaneamente:
-Si prepara la terra(un quadrato) con trattori,si sistemano gli impianti,si diserba,si trapiano a mano le piantine.
-Si tagliano gli ortaggi a mano,si imballano,si caricano su mezzi,si lavano,si risistemano su pedane,si vanno a scaricare.
-Si levano gli impianti(da un altro quadrato) e si risistema.
-Si controlla la crescita con fertirrigazioni,trattamenti antiparassitari,irrigazioni.
-Si leva l erba con motozappate laterali e sarchiature o a mano(sempre meno usate grazie ai diserbanti),dipende.
A volte si hanno fregature con le piantine,a volte si hanno fregature per il clima,a volte si hanno fregature con in mercati,a volte non ci si sente bene ma bisogna andare per forza,e alla fine molte volte il guadagno è minimo, non tanto per i soldi investiti ma per il lavoro faticoso quasi 24h
Mio padre dice che oggi è molto meno faticoso grazie alla scienza e alla tecnologia.
QUESTO è QUELLO CHE VEDO IO.

Tu cosa faresti?Spiegami passo passo le operazioni,e dimmi dove è la convenienza.
Come fai a combattere le multinazionali che anche in un contesto di agricoltura alternativa sarebbero sempre più forti di me?Spiegami.

Mettere in pratica su 50 carciofi e un melo,non è la stessa cosa di coltivare ettari cercando di lavorare meno possibile,mantenere l azienda,una famiglia,ecc....
Parlavi di 100%,Ma quale 100% ,ci sono cosi infinite varianti che ogni volta è un problema diverso.

ILLUMINAMI


09/01/2009, 15:33
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Rientro obbligasto:
domani scrivo al Papa per istituire la festa in onore di Santo Lù terrone, patrono degli agricoltori in via di evoluzione.
Ciao

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09/01/2009, 16:17
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Ciao eugenio,santo? :lol: nn credo

La realtà è ben diversa vista dal di dentro,ma nn voglio criticare nessuno,sono giovane e aperto di mente quindi se qualcuno mi spiega per bene, forse riuscirò a vederla in modo diverso.


09/01/2009, 19:19
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Sono meno giovane di te ma anche io aperto di mente ed ancora con tanta voglia di fare e imparare. Se qualcuno ci spiega per bene, forse riusciremo a vederla in modo diverso.
Aspettiamo ormai da tempo.Per ora un fiume di parole.
Ciao e in gamba
Eugenio

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09/01/2009, 21:43
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Ciao luTerrone, forse sono esagerato, ma dico quello che penso.
I tuoi esempi reali li ho vissuti sulla mia pelle per 20 anni e so benissimo quello che si prova quando ci si trova incatenati ad un sistema senza via di uscita. Ho iniziato nel lontano 1985 costruendo dal nulla un’azienda che coltivava pomodoro da mensa in coltura protetta su una superficie di circa 10.000 mq. PLV circa 1500 quintali l’anno vendita dei prodotti 50% sul mercato e 50% grande distribuzione. La scomparsa dei piccoli negozi di ortofrutta e la trasformazione della GDO mi ha costretto ad associarmi in cooperativa che si prendeva il 25% del fatturato. Successivamente la cooperativa è entrata in un consorzio regionale dotato di un centro di condizionamento prodotti sponsorizzato da una delle principali associazioni sindacali. Per farla breve dopo due anni sono venuti a mancare nelle tasche dei produttori circa 700.000 euro circa il 30% del fatturato annuale.
Il problema è il mercato di cui non hai mai parlato. Per esempio come vendi i tuoi prodotti????
Perché è proprio il mercato a decidere le nostre scelte produttive, il nostro lavoro e il destino dei nostri terreni.
Cordiali saluti.

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
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09/01/2009, 22:22
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Vorrei fare un'osservazione diversa, forse l'argomento è trattato solo dal punto di vista occidentale quindi antropocentrico, bisognerebbe analizzarlo anche dal punto di vista orientale, senza tralasciare la filosofia Zen che mette la natura al centro dell'universo.
Il mio pensiero personale è che il metodo non può essere analizzato in conti economici, perché è lapalissiana la non remunerabilità del metodo in agricoltura intensiva, non credo che miliardi di persone oggi possano attendere l'armonizzazione dell'uomo con la natura per vivere di natura nella natura.
Il metodo, secondo me, può essere attuato da tutte le persone che vogliono ricercare l'armonia nella natura e nutrirsi del ricavato di tale armonia, facendo delle scelte di vita radicalmente diverse dalle attuali in senso lato.


10/01/2009, 19:43
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Poche, chiare e concrete parole.

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11/01/2009, 11:42
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Ciao Paolo non sono d'accordo sulle tue previsioni, ormai anche i più ottimisti si sono accorti che manca la terra sotto i nostri piedi.
Il mercato determina la validità economica di un processo produttivo. In questi ultimi anni non si è fatto che parlare di libero mercato, quando di fatto abbiamo assistito a opposte tendenze interventi pubblici e monopoli privati.
La buona pratica agronomica ci insegna i rischi di una eccessiva specializzazzione colturale, ma un certo tipo di mercato ce la impone come unico modo per far quadrare i conti.
In campo orticolo abbiamo assisistito alla nascita di vaste zone vocate a produzioni specializzate (peperoni, meloni, angurie, pomodoro, etc) dove si concentravano grossisti, tecnici, commercianti sfruttando fino all'osso le potenzialità di quei terreni. Certo anche l'agricoltore ha avuto la sua parte di torta, ma quando i giochi sono finiti perchè ormai da zona vocata per quella coltura si è passati a zona vietata, il carrozzone si è spostato in altre zone da sfruttare, abbandonando il contadino al suo destino.
Non tutti sanno che il prezzo dei prodotti ortofrutticoli subisce un aumento medio del 300% dal produttore al consumatore. Se poi parliamo di quarta gamma allora il prezzo del prodotto è quasi insignificante rispetto al prezzo di vendita della confezione (insalate).
E non tutti sanno che nella GDO nonostante l'aumento del 300%, dal produttore alla vendita, il settore ortofrutta è un servizio offerto al consumatore e che riesce a pareggiare i conti solo se gestito con personale qualificato.
Facciamo un piccolo esempio: coltivazione di melone per la GDO.
Il produttore coltiva il suo ettaro di ettaro di terreno calcolando l'investimento in piantine, fertilizzanti, antiparassitari, pacciamatura, irrigazioni, etc. per una produzione presunta di 450q di meloni.
Tutto fila liscio, stagione compresa, dei 450 quintali di meloni il 10% rimane sul campo, il 30% viene scartato dal centro condizionamento per la calibratura, il 25% è la perdita della GDO, il 35% arriva nel nostro frigorifero e forse il 20% nella nostra pancia.
Allora è ancora vero che questo sistema è necessario per sfamare i miliardi di persone che attendono l'armonizzazione dell'uomo con la natura per vivere di natura nella natura?
Cordiali saluti.

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11/01/2009, 13:00
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Io credo che tu soffra di incubo da GDO.Stando al tuo esempio un'insalata venduta tra 50 e 70cent quanto sarebbe stata pagata al coltivatore?Mi sembra veramente una cifra(lascio agli altri il compito di fare la divisione 0,50-0,70:300)assurda.Per quanto riguarda la produzione di quarta gamma ti posso assicurare che quelli che tu chiami contadini abbandonati al loro destini sono oggi fior di professionisti in grado di insegnare tanto a molti tecnici del settore (me compreso) e titolari di aziende agricole veramente all'avanguardia.Ora se il prezzo all'origine è stracciato ma permette loro di poter vivere in modo decoroso dov'è il problema?
Sta di fatto che dove oggi si fa IV gamma prima si faceva pomodoro insalataro e quindi le aziende sono strutturate per cambi produttivi, unico problema secondo me è la frammentazione aziendale che comporta maggiorazione di costi.
ciao

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11/01/2009, 17:02
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Ciao eugenio, hai proprio indovinato, ancora soffro di incubi da GDO per fortuna quando mi sveglio so che tutto è finito da un pezzo per quanto mi riguarda.
Certo sono solidale con luterrone che è costretto a combatterci tutti i giorni.
Si vede che sei un teorico e non conosci il mercato vero e proprio. Hai mai sentito parlare di prodotti civetta oppure delle offerte fatte dal produttore per smaltire code di produzione?
Il problema è che chi vive in modo decoroso quando i prezzi dei prodotti non ripagano neanche le spese di manodopera è uno sfruttatore.
Vallo a spiegare ai giovani che vorrebero acquistare un piccolo pezzo di terra per viverci che tu sei contro la "frammentazione", cioè a favore del monopolio.
Cordiali saluti.

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11/01/2009, 19:43
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