Io l'ho chiamato così.
E’ un formaggio a pasta molle cruda, crosta sottile con sapore leggermente acidulo e retrogusto di burro.
Forme più stagionate presentano pasta più consistente e sapore più deciso.
Sono partita da questa lavorazione:
Latte intero a 34°.
Nella lavorazione invernale, avendo un locale abbastanza freddo, parto da 35°/36°
Innesto per circa 20 minuti di fermenti MESOFILI liofilizzati, gli stessi che uso per lo spalmabile; ( rivolgersi a Tsuna per uno starter alternativo, però sarà difficile avere lo stesso risultato non usando un fermento specifico).
Aggiunta di pennicillum candidum, più che altro per contrastare altre muffe.
Caglio 40 cc 1/10000 chimosina 80%
Primo taglio a cubotti 3/4cm.
Secondo taglio a chicco di riso per una pasta più asciutta,a nocciolina per un prodotto più morbido.
Lenta agitazione per 10 minuti.
Estrazione di parte del siero, poi del resto della cagliata.
Col siero di questa lavorazione ho una ricotta morbida e dolce.
E’ una cagliata molto umida e per favorire lo spurgo e facilitare il rivoltamento procedo così:
Riempio parzialmente META' degli stampi e poi li rivolto uno sopra l’altro, fino a completa estrazione.
Pronti per il secondo rivoltamento:
Vanno rivoltati almeno 4/5 volte in totale.
Stufatura a temperatura ambiente, io copro sempre il tavolo in questa fase.
D’estate si può farne anche a meno.
Salo facce e scalzo il pomeriggio, a circa 7 ore dall’inizio lavorazione.
Metto in cella a 4°/6° e il giorno dopo tolgo dagli stampi e trasferisco in un’altra cella a 10°/12°
Stagionatura dalle tre a cinque settimane.
Taglio più sottile e stufatura prolungata dà un prodotto più asciutto.
Taglio più grossolano e stufatura breve danno un prodotto più morbido e cremoso.