Grazie JeanGabin per la celerissima risposta!!
JeanGabin ha scritto:
Magari non vi è nemmeno bisogno di fare delle analisi, a meno che non ci siano esigenze specifiche...
In effetti avevo aperto l'argomento proprio per conoscere meglio l'oggetto 'analisi del suolo' in sé, allo scopo di poter consentire a ciascuno di scegliere su basi razionali se e quando sia opportuno avvalersene in un piccolo orto.
Seguo il tuo ragionamento e presento i miei 200 m², oltre a quelle che presumo siano le 'esigenze specifiche' del caso.
JeanGabin ha scritto:
dacci una descrizione del campo, la terra è coltivata, non lo è, da quanto tempo... che colore è la terra e come si presenta, l'esposizione....
Quel pezzo di terra è stato coltivato ad orto familiare per qualche decennio, poi è rimasto inutilizzato per circa otto-nove anni.
In questo ultimo lasso di tempo l'erba, dove cresce, è stata regolarmente polverizzata con quello che credo si chiami trinciatore, o "macinone". Dove non cresce erba ogni residuo vegetale, foglie e rami, è stato sistematicamente asportato.
All'inizio di settembre è stata fatta, cito mio suocero, una "lavorazione eseguita con estirpatore per una profodità di 30-40 centimetri, pareggiato il terreno con erpice rotante".
Sul colore... mi metti in imbarazzo! E' un po' un caos intendersi a parole; io lo descriverei come 'grigio', inserisco una fotografia scattata dopo settimane di acquazzoni all'unico pezzettino coltivato attualmente, per maggior chiarezza:
Allegato:
TN_20141101_103950.jpg [ 137.69 KiB | Osservato 1309 volte ]
Dalla foto si può intuire anche qualcosa dell'esposizione, immaginalo diviso in tre fasce:
- una, verso lo sfondo dela foto, costantemente coperta dall'ombra di cespugli di forse-acacia e roveri;
- una seconda che riceve poche ore di illuminazione diretta, mentre nel resto della giornata è coperta da un albero;
- la terza che è in pieno sole da poco prima di mezzogiorno fino al tramonto.
Vorrei sfruttare questo pezzo di terra per una produzione continua di tutto ciò che può venire fuori a partire, questa primavera, principalmente da solanacee (pomodori, peperoni, forse qualche
Physalis L.) e aromatiche.
Le esigenze particolari sono soprattutto legate al fatto che a questo che sarebbe solo un bell'hobby posso dedicare un budget ristretto, che non mi consente di sprecare alcunché in concimazioni di lusso.
C'è infine, oltre ai vincoli imposti dall'ambiente descritto sopra, anche la volontà di utilizzare strumenti e metodi ispirati al metodo biologicho, paradossalmente unito al vincolo di non poter utilizzare compost o concimi di origine animale semplicemente 'maturi'.
Quest'ultimo vincolo, imposto dal cortesissimo 'padrone di casa', implica che ciò che metto in terra sia per forza di cose più costoso... per intenderci: niente stallatico maturo, sì allo stallatico pellettato,
Che ne dite?
Oltre a questo ci sono le esigenze ambientali esposte in precedenza