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Varroa, le voci fuori dal coro. 
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Sez. Api
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Ogni tanto spunta qualcuno che fa delle affermazioni in controtendenza con il pensiero della maggioranza degli apicoltori.
Come gli scienziati svedesi, svizzeri e tedeschi del progetto Gotland Progetto Gotland
O il professor Seeley della Cornell University e la sua ricerca nella foresta Arnot Arnot forest
E adesso John Kefuss, un apicoltore francese, in un articolo pubblicato sul numero 03/2011 della rivista L’Apis, sostiene di aver selezionato delle api resistenti alla varroa.
Per gentile concessione della redazione: L'Apis 03/2011

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08/04/2011, 21:49
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Credo che comincerò a applicare una voce fuori dal coro mia e mi spiego.
Ho visto/letto che alcuni hanno provato la selezione massale,
così si dice quando si fa come nei linkati lasciando morire ciò che muore e tenere il resto, partendo da li.
Penso che si possa anche selezionare le famiglie che in autunno o anche in agosto in occasione degli interventi antivarroa,
quelle che presentano la minore caduta di varroe sarà anche quella che è riuscita a difendersi meglio da essa.
Se si ha un rilevamento che supera una certa soglia 100/200 a scelta, saranno dedicate a ricambio regina
a favore di quelle che presentano minore caduta <100 etc. e migliorando ogni volta senza tener conto della produzione
che a sto punto diventa secondaria.
Certo si devono avere le famiglie parificate non ci si puo basare sui nuclei o accorpamenti fatti.
Prediligere le famiglie che riescono a tenersi pulite meglio dall'acaro così, non compromette la produzione e il reddito derivato dalle altre.
Grazie obombo per avermi dato quest'impulso che non riusciva a concretizzarsi in idea girava e girava ma non mi veniva fuori.

Ciauu


09/04/2011, 14:30
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Grazie Obombo,
visti i risultati, sarebbe il caso di provare!! chissà se ci sono apicoltori che non hanno ottenuto gli stessi risultati e, in tal caso, sapere cosa hanno fatto di diverso!
Sicuramente non lo farò ora, dovrò imparare prima a fare l'apicoltore e, quando arriverò a un certo numero di famiglie potrò fare una postazione di prova e un'altra "convenzionale" (non si sa mai :D )

ciao
Michele


10/04/2011, 0:31
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molto interessante. 3 anni fà mi è scappato uno sciame che si è stabilito nella cavità di un muro di una casa sfruttando come ingresso un piccolo forellino... sono ancora dì dopo tutti questi anni, le ho viste giusto ieri entrare e uscire di novo dallo stesso buco. è da un pò che mi sono fissato che voglio quella regina, tra una cosa e l'altra non sono ancora mai riuscito a dedicarmici, ma anche a fronte di questi esperimenti fatti sulla selezione può davvero valere la pena!
ho avuto la fortuna di assistere ad un incontro con il prof antonio felicioli di pisa il quale sottolineava la natura di superorganismo ape e di come ogni sostanza aggiunta all'interno di questo organismo fosse un di più rispetto ai suoi equilibri.. (spero di non aver frainteso il suo concetto).. nell'arco dei 2 anni di vita che concedo alle regine inquardo, come altri credo, quelle famiglie più infestate e quelle meno, magari si può partire anche solo da lì. con Felicioli si parlava anche di sublimazione e di come secondo il suo parere, che mi ha sorpreso, non fosse un gran che.. ma qui magari vado ot.


10/04/2011, 12:40
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L'argomento tende a scivolare sul filosofico.
Pero' citando Kefuss "...dopo pochi anni avevo perso soltanto i 2/3 dei miei alveari..". Contento lui !
L'apicoltore pratico di solito non si puo' permettere queste perdite, oltretutto per arrivare ad una situazione intrinsecamente instabile: per reinfestazione dal resto del mondo apistico, e per mescolanza genetica.
Funzionerebbe (forse) solo tenendo le api su di un'isoletta sperduta.

Inoltre l'asserzione che una famiglia meno carica di varroa implichi una maggior attitudine ad autopulirsi e' quanto mai azzardata: puo' semplicemente essere indice di minor numero di cicli di covata, di diversa curva di sviluppo, o un fatto casuale.


11/04/2011, 15:07
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renzo ha scritto:
Pero' citando Kefuss "...dopo pochi anni avevo perso soltanto i 2/3 dei miei alveari..". Contento lui !
In effetti, lui sembra contento visto che aveva preventivato 90% di perdite iniziali. Dando per scontato la sua buona fede, adesso, con oltre 600 alveari, dichiara 15% di perdite invernali e si lamenta di non avere abbastanza varroa per mantenere alta la pressione selettiva. Se organizza un altro concorso varroa, quasi, quasi faccio un salto per vedere con i miei occhi.
renzo ha scritto:
Inoltre l'asserzione che una famiglia meno carica di varroa implichi una maggior attitudine ad autopulirsi e' quanto mai azzardata: puo' semplicemente essere indice di minor numero di cicli di covata, di diversa curva di sviluppo, o un fatto casuale.
Questo purtroppo è vero, l'anno scorso, durante il trattamento tampone, una delle mie famiglie mostrava una caduta di 1/3 rispetto alle altre e la cosa mi lasciava ben sperare ma durante il trattamento invernale si è allineata con le altre.

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11/04/2011, 22:16
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Interessantissimi questi articoli !!!!
Grazie !!!!

Giorgio

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.... la torta di riso è finita !!!


22/12/2011, 11:45
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Nella gestione biologica delle api il numero delle varrroe cadute ha sicuramente una rilevanza intrinseca, tuttavia ciò che più conta sono le

valutazioni sulla sopravvivenza delle famiglie.
Maddmax

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Poitiers AD 732
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22/12/2011, 22:36
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