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Rudimenti di miglioramento genetico.
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Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
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I contadini hanno migliorato il proprio bestiame fin dall' alba dei tempi. Perche' non possiamo farlo con le api? Perche' dobbiamo aspettare che il ... governo si preoccupi di migliorare le api? Ma secondo voi, i produttori commerciali di api investiranno mai tempo, fatica e denaro per migliorare le proprie regine cosi', anziche' vendervene 5 all' anno, ve ne vendono 1 in 3 anni???
FASE 1 Allargare la base genetica incrociando tra loro materiali il piu' possibile differenti. Es Italiane x carniche.
FASE 2 Selezionare per i tratti che interessano, per esempio la resistenza alla varroa. Il concetto alla base della selezione e' semplicissimo: si applica una pressione selettiva e chi si adatta si riproduce e gli altri crepano. Pensiamo al coumaphos: ha ammazzato miliardi di varroe ma alla fine le varroe piano piano, per gradi sono diventate resistenti. Ovviamente nessun apicoltore puo' permettersi di perdere milioni di api ma GLI APICOLTORI NEL LORO COMPLESSO POSSONO FARLO. Per cui, se ognuno di noi crea una moderata pressione selettiva sulle api, prima o poi selezionera' dei ceppi di api moderatamente resistenti che potranno essere incrociati tra di loro dando origine a ceppi ancor piu' resistenti. Il web crea occasioni fantastiche in questo senso. -Ninno fa 50 kili di miele per alveare: perche' i membri di questo forum non gli chiedono come fa e se possono avere una delle sue regine. -Un pirla di emigrante italiano dice che Gandalf ha delle regine resistenti: gliele avete chieste? Ci avete almeno pensato? - Apibio fa selezione senza agenti chimici e ha un amico alle Baleari che ha del materiale interessante: gli avete rotto le balle per farvi mandare le regine? - Obombo ha postato un sito dove dicono che le api vengono lasciate a sopravvivere o morire? Quanti sono andati a guardare o hanno anche solo registrato l' informazione? - Qualcuno di voi vive vicino ad apicoltori commerciali di successo (non faccio nomi e non faccio luoghi). Avete pensato di mettere un alveare da fecondazione senza regine ma con covate fresche al confine per fare fecondare le vostre regine vergini dai suoi fuchi?
Se selezioniamo le api con la varroa miglioriamo le api. Se selezioniamo le varroe con il coumaphos miglioriamo le varroe creando allo stesso tempo api deboli.
Uno potrebbe domandarsi perche' chi ha api resistenti dovrebbe darle in giro? Semplicissimo! Perche' le api resistenti dei vicini non spargono le varroe alle proprie! Ovviamente il miglioramento genetico da solo non puo' fare tutto: occorre anche conoscere le pratiche apistiche. Saper che cosa dar da mangiare alle api. Saper fare le proprie regine. Sapere come e quando interompere la covata. Sapere come e quando dividere un alveare in maniera asimmetrica e come giostrare l' asimmetria per fare miele o fare api ... Certo uno va nel negozio di apicoltura e chiede:" Io non so un c@$$0. Secondo lei dovrei spendere mille euro qui subito o dovrei studiare e forse tornare qui (o andare da un' altra parte) tra un anno". Secondo voi quale sara' la risposta? Maddmax1
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
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20/12/2011, 3:47 |
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giorgio1961
Iscritto il: 07/11/2011, 11:43 Messaggi: 84 Località: Rapallo
Formazione: Ragioniere
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Da povero ignorante e novellino quale sono, mi pare che hai perfettamente ragione !
_________________ .... la torta di riso è finita !!!
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22/12/2011, 10:11 |
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Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
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Rispondo qui ad una domanda che mi è stata fatta sul PM. Nei nostri alveari esiste un solo peccato mortale: morire. Gli alveari che escono dall'inverno beboli o macilenti vengono messi a ferro e fuoco. -La regina viene cercata e distrutta. -Tutto quello che si muove viene sterminato. -La covata da fuco viene annientata. - Le operaie in covata sono vendute come schiave. Il primo anno c'è stata un' ecatombe. Il secondo anno è andata anche peggio. Dal terzo anno in poi le api hanno capito che chi è debole muore. C'è da dire che alle nostre api nopn lasciamo nessuna scusa per morire incluso il fatto di mangiare praticamente solo miele e nettare tranne quando devono costruire nuove celle. Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
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29/12/2011, 15:39 |
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humblebee
Iscritto il: 23/12/2011, 19:29 Messaggi: 528
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Dopo essermi iscritto a questo forum spinto dall'astio che mi provocavi con i tuoi interventi,mi fa un pò strano essere qui a darti "quasi" ragione. "Quasi" perchè questo metodo difficilmente può venire applicato (come abbiamo concordato anche in PM mi pare) da persone che "vivono" di apicoltura. Il lato positivo però, è che molti apicoltori sono solo hobbysti o poco più per cui la produzione dovrebbe essere solo un effetto "collaterale" del piacere dell'allevar api. Per questi soggetti potrebbe valer la pena fare almeno un tentativo in questa direzione il problema rimane il fatto che i due trattamenti annuali sono obbligatori! Ciò secondo me non vanifica completamente la selezione, anche a colonie trattate è facile individuare quelle che erano poco infestate e che meglio convivono con il parassita. Portando avanti queste famiglie e aumentando il pool genetico (ottima l'idea di sfruttare il web per promuovere scambi di regine) forse si potrebbe ridimensionare non di poco il problema, di certo finchè non si prova non lo si può sapere!
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29/12/2011, 17:18 |
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Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
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Non c'è dubbio che l'apicoltore amatoriale e quello professionale hanno problemi diversi e soluzioni diverse agli stessi problemi. L' allargamento della base genetica è un problema che investe una gran parte, se non tutti, gli animali domestici in tutto il mondo. Tra i PRODUTTORI di api regine (iscritti o non iscrittti ai vari albi) ed i MIGLIORATORI di api regine c'è una differenza abissale. Occorre tenere presente anche il fatto che il concetto di Apis mellifera ligustica non ha molto senso. Un ape italiana che funziona benissimo ad Aci Trezza non può funzionare benissimo a Vipiteno o a Sarzana. Ecco perchè è importante che gli apicoltori sviluppino varietà locali adattate ai vari ambienti. Pre-requisito per il miglioramento genetico è la complessità del pool genetico per cui incrociare, incrociare, incrociare! E selezionare. Non è un lavoro che può esere svolto dai produttori commerciali di api regine perchè andrebbero fuori mercato. Mi ripeto: le regine da corsa non possono costare 20 euro. Seno mi credete, fate delle prove includendo tutte le spese. Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
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29/12/2011, 21:09 |
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humblebee
Iscritto il: 23/12/2011, 19:29 Messaggi: 528
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D'accordo su tutta la linea. A questo punto sarebbe interessante trovare qualche statistica per vedere l'entità numerica degli apicoltori "hobbysti" e quelli "professionisti". Qualcuno ne sa qualcosa? @Maddmax1 Visto che selezioni da parecchio mi interesserebbe la tua opinione riguardo all'operare la selezione insieme ai trattamenti canonici. Ovviamente la domanda è estesa a chiunque voglia dare il proprio contributo!
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29/12/2011, 21:40 |
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Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
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Beh, io non vedo la genetica come un trattamento "esoterico". E' quello che i contadini hanno fatto per millenni prima di essere rimbambiti da 40 anni di socialismo. La selezione è un'opera che non ammette misericordia e non è politicamente corretta. Le mie api hanno diritto al mio rispetto, alle mie attenzioni, ad una parte delle mie risorse economiche ma hanno il dovere di adattarsi e sopravvivere. Altrimenti il flagello di dio si abbatte implacabile su di loro. I miei bisnonni materni erano contadini. Mia madre mi racconta sempre che il mio bisnonno seminava una fila delle proprie zucche alternata ad una fila di zucche nate da semi del mercato. Tutti gli dicevano che era matto a sprecare i soldi per comperare i semi. Andava a chilometri di distanza con il carretto a prendere il toro e il verro da monta. Ovviamente il mio bisnonno "sapeva" come evitare l' inbreeding e sapeva che cos'e l' eterosi ... Per quanto riguarda i trattamenti "canonici" io li uso. Con attenzione. Ho usato anche il fluvalinate (una volta, dopo aver cambiato le regine e prima di eliminare tutta la cera di tutti i favi). Maddmax1
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
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29/12/2011, 22:43 |
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apoca
Iscritto il: 03/09/2011, 10:40 Messaggi: 48
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sarebbe veramente auspicabile una cosa del genere, purtroppo però la teoria è una cosa e la realtà un'altra.
1- mischiare materiale geneticamente molto diverso ("materiali il piu' possibile differenti") non sempre dà risultati positivi, ma facilmente negativi dal punto di vista genetico (ad es. depressione da outbreeding), o anche favorevoli per la sopravvivenza degli organismi in sè, ma estremamente sfavorevoli per l'allevamento, (ad es. iperaggressività che è già stata riscontrata in n alla n esempi di incroci già alla seconda generazione)
2- "Ovviamente nessun apicoltore puo' permettersi di perdere milioni di api ma GLI APICOLTORI NEL LORO COMPLESSO POSSONO FARLO." fare selezione naturale solo su una parte della popolazione di api e non su tutte le api non serve a granchè: per quanto un apicoltore possa selezionare un ceppo super resistente, se anche solo un altro non seleziona allo stesso modo ci sarà sempre materiale genetico scadente in giro e prima o poi si contaminerà anche il ceppo resistente. la pressione selettiva deve essere su tutti gli individui, altrimenti non è selettiva
tutto questo ammesso e non concesso che si possa fare un'operazione del genere. infatti mi sembra che stai dimenticando un concetto fondamentale: varroa e ape europea non sono due organismi che si sono evoluti nello stesso ambiente.
qui non vale il ragionamento: non intervengo nei meccanismi naturali perchè so che faccio un danno. qui si è già intervenuto in modo dannoso importando la varroa improvvisamente, quindi per debellarla bisogna agire dall'esterno.
La selezione naturale opera su tempi molto lunghi, necessari perchè compaiano casualmente quelle mutazioni genetiche favorevoli alla sopravvivenza in un determinato ambiente, e che questi tratti favorevoli si propaghino nella popolazione mentre gli individui che non li posseggono muoiono. ora, siamo proprio sicuri che lasciando tutti gli alveari senza trattamento saremo cosi fortunati da:
1- veder comparire mutazioni genetiche antivarroa che essendo casuali puo' anche essere che non compaiano, soprattutto in un tempo limitato, visto che la varroa in un anno o meno uccide un alveare non trattato?
2- veder comparire questa mutazione favorevole (ammesso che esista) in un numero sufficiente di regine tale da poter ripristinare in breve tempo la popolazione iniziale decimata in quanto non resistente e non trattata (immagina i danni economici per anche un solo anno senza api: no miele, no impollinazione quindi no raccolti, per non parlare dello squilibrio ecologico che porterebbe, con esplosioni di altri insetti che occupano la stessa nicchia ecologica etc..)?
detto questo mi sembra che la selezione di un ceppo resistente di api sia per ora solo un bel sogno, ci vorrebbero tempi lunghissimi, e potrebbe non bastare in ogni caso. per contro penso che anche la varroa abbia i suoi nemici naturali, e forse è il caso di fare affidamento su di essi, valutando bene prima le eventuali interferenze con il nostro ambiente.
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30/12/2011, 12:58 |
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humblebee
Iscritto il: 23/12/2011, 19:29 Messaggi: 528
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apoca ha scritto: 1- mischiare materiale geneticamente molto diverso ("materiali il piu' possibile differenti") non sempre dà risultati positivi, ma facilmente negativi dal punto di vista genetico (ad es. depressione da outbreeding), o anche favorevoli per la sopravvivenza degli organismi in sè, ma estremamente sfavorevoli per l'allevamento, (ad es. iperaggressività che è già stata riscontrata in n alla n esempi di incroci già alla seconda generazione)
Purtroppo è vero, mi riferisco in particolare all'aggressività. apoca ha scritto: fare selezione naturale solo su una parte della popolazione di api e non su tutte le api non serve a granchè: per quanto un apicoltore possa selezionare un ceppo super resistente, se anche solo un altro non seleziona allo stesso modo ci sarà sempre materiale genetico scadente in giro e prima o poi si contaminerà anche il ceppo resistente. la pressione selettiva deve essere su tutti gli individui, altrimenti non è selettiva
Questo ragionamento può essere visto anche al contrario, per quanto ci sia materiale scadente in giro, se c'è anche popolazione resistente piano piano contaminerà la popolazione che non lo è... apoca ha scritto: La selezione naturale opera su tempi molto lunghi, necessari perchè compaiano casualmente quelle mutazioni genetiche favorevoli alla sopravvivenza in un determinato ambiente, e che questi tratti favorevoli si propaghino nella popolazione mentre gli individui che non li posseggono muoiono. ora, siamo proprio sicuri che lasciando tutti gli alveari senza trattamento saremo cosi fortunati da:
1- veder comparire mutazioni genetiche antivarroa che essendo casuali puo' anche essere che non compaiano, soprattutto in un tempo limitato, visto che la varroa in un anno o meno uccide un alveare non trattato?
2- veder comparire questa mutazione favorevole (ammesso che esista) in un numero sufficiente di regine tale da poter ripristinare in breve tempo la popolazione iniziale decimata in quanto non resistente e non trattata (immagina i danni economici per anche un solo anno senza api: no miele, no impollinazione quindi no raccolti, per non parlare dello squilibrio ecologico che porterebbe, con esplosioni di altri insetti che occupano la stessa nicchia ecologica etc..)?
Verissimo, infatti il mio approccio al problema se rileggi i miei post non è assolutamente contrario ai trattamenti, tuttavia penso che visto che con questa varroa ci dovremo convivere ancora un bel pò sarebbe meglio non portare avanti famiglie che nonostante il trattamento si sono dimostrate molto in difficoltà a causa del parassita.
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30/12/2011, 13:32 |
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ninno
Iscritto il: 17/04/2010, 20:01 Messaggi: 2236
Formazione: perito industriale
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Ciao Maddmax1, al concetto di sviluppare varietà locali adattate al mio ambiente ci sono arrivato dopo circa 15 anni di immissioni annuali di regine provenienti da diversi allevatori.
Non riuscivo ad avere un comportamento omogeneo fra le diverse famiglie, -regine che iniziavano a covare troppo presto o troppo in ritardo, -regine che andavano in blocco covata e chi no, -regine che riempivano 9 favi di covata e facevano un buo raccolto e quelle che riempivano il nido e due melari di covata e non facevano raccolto, -regine che sciamavano a primavera anche se erano nate in agosto.
Attualmente scambio delle CR con un amico e allievo che ha l' apiario distante dal mio e introduce qualche regina di tanto in tanto e mi trovo bene.
La selezione di varietà locali non permette, a mio avviso, di ottenere il miglioramento attraverso il tuo concetto di incrociare, incrociare, incrociare o mi sbaglio?. Ninno
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30/12/2011, 14:07 |
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